Voto: 
4.5 / 10
Autore: 
Matteo Trapasso
Etichetta: 
Nettwerk
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Peter Murphy - voce

- Mark Gemini Thwaite - chitarra elettrica

- John Andrews - chitarra acustica, chitarra elettrica

- Jeff Schartoff - basso

- Nick Lucero - batteria

Tracklist: 

1. Velocity Bird

2. See Saw Sway

3. Peace To Each

4. I Spit Roses

5. Never Fall Out

6. Memory Go

7. The Prince & Old Lady Shad

8. Uneven & Brittle

9. Slowdown

10. Secret Silk Society

11. Creme De La Créme

Peter Murphy

Ninth

E' possibile invecchiare male e Peter Murphy ne fornisce una dimostrazione concreta con il suo nuovo Ninth, album che appare vecchio e già sentito. Eppure l'ex leader dei Bauhuas ci prova in tutti i modi, furbamente, sin dalla prima traccia. La prepotente Velocity Bird fa rammentare quanto siano lontani i cardiopalmi offerti negli anni Ottanta e infatti Ninth appare come un disco che mira a tratti verso un bolso e stereotipato Hard Rock, quello privo di segnali di vita.

La mancanza di idee restituisce all'ascoltatore i primi dubbi che questo sia un album mal concepito: See see Sway, pezzo che fa tirare un'altra volta un'occhiataccia verso l'oggetto che restituisce il suono all'ascoltatore. Peter Murphy si fa ancora più cattivo nella traccia seguente, Peace to Each, pezzo ancora dal dubbio valore: batteria sostenuta e chitarra che ogni tanto svolge il compitino, con sterzate e cavalcate oggettivamente insignifcanti. I Spit Roses ricorda a tratti, grazie alle urla di Murphy, qualche pezzo andato a male degli U2, mentre Never Fall Out è angoscia, ma nel senso lato del termine. Tutta la povertà del disco è racchiusa in questo misero pezzo; le idee mancano e, già a metà album, la veloce Memory Go ne è la prova, poiché non vengono elaborati nuovi elementi rispetto alle precedenti.

The Prince & Old Lady Shad cerca di far cadere maggiormente l'album nel baratro delle tenebre e ci riesce attraverso un ritornello da giovane artista che si cimenta per la prima volta con il proprio debutto. Appare quasi che sia il disco di un musicista insperto, poiché praticamente nullo è il valore di pezzi sì ascoltabili, ma insostenibili nella capacità di poter trasmettere emozioni e soddisfazione. Uneven & Brittle si apre con una chitarra quasi metal e con la solita voce di Murphy da cinquantenne ormai finito, evolvendosi poi nei riff ordinari e nel vociare possente.
L'incipit di Slowdown cerca di attirare l'attenzione, ma la traccia presto si rivela come uno dei pezzi più sgradevoli dell'album.
Secret Silk Society, forse il pezzo più tenebroso e probabilmente più riuscito dell'album, crea un'atmosfera accettabile, priva di quel piglio ridicolo delle canzoni precedenti. La conclusiva Creme de la Crème parte con il dolce suono di un pianoforte, ma dopo pochi attimi questo viene investito dal giovane e vecchio Peter Murphy, che esegue cover su cover in un album di inediti.

Una povertà musicale inaudita, quella del nuovo Murphy. Una discografia da solista molto acerba e questo Ninth ne è la prova lampante. Un album che stanca molto, privo di genialità e di classe. Ormai il cantautore britannico è giunto al crocevia della sua carriera da solista a causa di un nono album che fa scomparire la personalità splendente e cupa di trenta anni fa.
Riprovarci adesso, sarebbe solo l'ennesimo tentativo fallito.

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