Six Organs Of Admittance
24/05/2011 - Init, Roma

Ben Chasny si esibisce da solo in questo tour per l'ultimo album Asleep On The FloodplainDopo Luminous Night del 2009, in questo ultimo disco, Six Organs Of Admittance sembra ritornare alle sue elucubrazioni chitarristiche, ai suoi raga metafisici e atemporali, alle sue riflessioni interiori. 

Luminous Night è stato forse il suo lavoro più atipico, nonchè il preferito per chi scrive, poichè Ben Chasny è riuscito in quell'album a condensare la sua poetica a volte prolissa in qualcosa di molto simile al formato canzone (anche se il termine 'canzone' va inteso alla maniera di Michael Gira degli Swans, cioè sempre qualcosa di vagamente ambientale ed apocalittico). Visto a Padova nel 2008 in scintillante formazione elettrica, ritrovarlo stasera in acustico significa rinunciare a droni e feedback e probabilmente assistere ad concerto incentrato per lo più su un determinato ambito, ma questo fortunatamente non è del tutto vero poichè Chasny riuscirà a planare con levità su tutta la sua opera.

Del resto un chitarrista simile nella tradizione folk – per quanto deviante - americana manca da molto e questo live è anche un occasione per fare il punto su quel particolare chitarrismo fatto non solo di fingerpicking e mera tecnica poichè Ben Chasny ha questa incredibile capacità di trascendere dall'esecuzione fine a sè stessa per perdersi e farci perdere in quell'universo straniante e magico denso di miti. Una chitarra acustica, un amplificatore per elettrica, microfono e sedia: stasera non serve altro. Journey Through Sankuan Pass (da Dust & Chimes) è la prima tappa di questo viaggio in cui ci smarriremo pur conoscendone i confini. Il suo tocco - la timbrica di quella chitarra, cristallina ma anche ruvida, metallica – è il suo suono. Non ci sono più i fantasmi di Basho e Fahey ad aleggiare perchè – sebbene nel solco della sua storia - il linguaggio di Six Organs Of Admittance è originale e l'Oriente è nella mente innanzitutto. Shelter From The Ash (dall'album omonimo) è atto dovuto. La voce, quasi sussurrata, è come distaccata dalla fisicità del corpo di appartenenza, viene da un altro sè. Le code elettriche della versione di studio non ci mancheranno. E' la volta dell'album Sun Awakens (fondamentale per le implicazioni con le altre scene musicali contemporanee) con Bless Your Blood e Torn By Wolves: siamo ancora nelle fasi iniziali del concerto (e già son stati scelti tre albums diversi) ma già siamo sciolti sotto cascate raga e quella voce malinconica. Hold But Let Go è il primo brano della serata tratto dall'ultimo lavoro ed è anche il primo brano a svelare il lato più solare di Chasny; gli accordi, finalmente in maggiore, svelano una familiarità con certe produzioni new-age della Windham Hill (del resto si è in un territorio di frontiera ed i rimandi sono sempre molto sfumati e difficilmente percepibili). La tecnica di Chasny insinua note estremamente alte che sembrano echi di country involontario. A Thousand Birds trasforma la sala INIT in una prateria indiana. La scelta di non voler usare pedali di distorsione non impedisce al brano di mantenere la sua forza, anzi è quello che coinvolge maggiormente dal punto di vista ritmico poichè esso viene eseguito con una veemenza sinceramente rock, finendo per somigliare addirittura ad un lungo riff, cadenzato dal piede di Chasny che lo sottolinea pestando le assi di legno del palco. Per Light Of The Light (da Asleep..) dolce e triste, valgono le stesse considerazioni di Hold But Let Go: new age dell'anima, purezza allo stadio embrionale che cattura con la sua apparente semplicità.

A questo punto della serata Chasny inanella una serie di medley quali: Manifestation > Spirits Abandoned > Hum A Silent Prayer, Words For Two > Procession OF Cherry Blossom e Bouncing Mice > Devil Song. La scelta è quasi obbligata poichè alcuni di questi brani sono molto brevi ed altri molto simili tra di loro al punto da sembrare studi, forse anche un pò pesanti e difficili da seguire in sede live, ma culminanti in un momento molto particolare in cui il nostro poggia la chitarra per terra, vicino all'ampli, creando un drone-feedback che incredibilmente modula in una tonalità sulla quale riesce a cantarci sopra. Non da tutti. Il bis finale prevede Strangled Road (da Shelter from The Ash) e Khidr and The Fountain (da Dark Noontide), degna chiusa forse rovinata solo dalla sensazione che siano state eseguite con la voglia di chiudere quanto prima l'esibizione; probabilmente i rumori di fondo provenienti dalla zona bar avranno infastidito Chasny o chissà...fatto sta che il nostro esce dal palco abbastanza frettolosamente.

In ogni modo, il viaggio totale nella musica di Six Organs Of Admittance è stato compiuto. Augurarsi che in futuro Chasny possa esibirsi in soluzioni più funzionali al nostro gusto, come quelle indicate in Luminous Night, è solo un fatto personale perchè questo live dimostra invece come tutti gli albums di Six Organs Of Admittance siano parti di un flusso unico, pezzi di un disegno più grande, quelli di un grande artista.

Reviewer: 
A. Giuilio Magliulo
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