Vomitory
(Tobias Gustafsson)
di: 
Luca Trifilio
27/05/2007



 

Un nuovo album devastante non rappresenta una novità, in casa Vomitory, e Terrorize Brutalize Sodomize rappresenta la solita bordata death metal che ci si aspetta dagli svedesi. L’uscita del nuovo disco è anche l’occasione per fare qualche domanda al batterista e leader della band, Tobias Gustafsson, che dimostra, ancora una volta, che l’aggressività e la cattiveria è solo un costume di scena, a cui fa da contraltare una pacatezza e disponibilità assolute. Ecco il frutto dell’intervista concessa a RockLine.it…

L.T. - Sesto album ed un’altra lezione di violenza e furia. Cos’è che scatena tutto questo odio?

Tobias - Non lo so proprio, amico. Sono passati tre lunghi anni dal nostro precedente disco, Primal Massacre, e durante questo periodo abbiamo raccolto tante fonti di ispirazione ed idee, senza dimenticare un pizzico di frustrazione dovuto a tutto il tempo che abbiamo impiegato per mettere insieme il nuovo materiale. Il vero punto di svolta è stato il cambio di line-up alla fine del 2005, quando il nostro chitarrista storico Ulf Dalegren ha lasciato la band. L’ingresso di Peter Östlund ha portato molte idee fresche e nuova energia ed ispirazione.

L.T. - Ritengo che Terrorize Brutalizza Sodomie sia un titolo davvero grandioso per un disco death metal. E’ semplicemente il titolo più violento che vi è passato per la testa o ha qualche significato dietro?

Tobias - Non c’è nessun significato profondo dietro il titolo, abbiamo semplicemente optato per il massimo della brutalità. Credo che questo titolo sia molto appropriato perché riassume il contenuto dell’intero album, sia musicalmente che visivamente. Volevamo un titolo che facesse immediatamente intendere cosa riguarda la nostra musica e che desse la possibilità di tirar fuori un grande artwork. Il testo della title track tratta la follia, la violenza e l’umiliazione totale.

L.T. - Terrorize Brutalize Sodomie è sicuramente un disco di death metal estremo, ma rispetto al passato ora sono presenti più mid-tempo ed assoli che rendono l’album nel suon complesso più vario e, probabilmente, più interessante. E’ una precisa scelta di songwriting la vostra?

Tobias - Si, è una cosa di cui eravamo perfettamente coscienti quando abbiamo scritto le canzoni per il nuovo disco. Volevamo inserire nelle nostre canzoni più parti heavy e più mid-tempo per renderle più varie ed interessanti, come hai detto tu, ma senza rallentare troppo il ritmo medio e mantenendo la brutalità e l’intensità. L’ingresso di Peter Östlund ci ha aperto nuovi orizzonti musicali, visto che lui è il primo chitarrista solista della nostra storia. Se è vero che sono presenti più parti heavy in questo album che in tutte le nostre precedenti release, è anche vero che esso contiene alcuni dei pezzi più veloci e intensi che abbiamo mai scritto. Basta ascoltare l’opener, Eternal Trail Of Corpses, o Flesh Passion.

L.T. - Che mi dici di Whispers From The Dead? E’ la canzone più particolare del disco e sembra “rompere” rispetto al resto della tracklist.

Tobias - Già, Whispers From The Dead è effettivamente un break rispetto al resto del materiale ed è un pezzo unico per ciò che riguarda i Vomitory. E’ lenta e pesante per tutta la sua durata ed è la prima volta che incidiamo una canzone del genere. A me personalmente piace molto. Certo, è lenta e pesante, ma senza essere melodica o ammiccante: ha anch’essa elementi di brutalità e ti rendi subito conto che si tratta di un pezzo dei Vomitory. Ho tenuto per più di sette anni da qualche parte il riff del ritornello, ma non sono mai riuscito ad utilizzarlo da nessuna parte. Allora ho pensato: perché non comporre un pezzo completamente heavy? Non lo avevamo mai fatto prima quindi rappresentava un po’ una sfida per noi riuscire a farlo funzionare assieme al resto del materiale, ma credo che ce l’abbiamo fatta. Non è una coincidenza che Whispers From The Dead sia posta a metà della tracklist.

L.T. - Dietro questo lavoro c’è un buon lavoro di produzione, ad opera di Rikard Löfgren. Ne siete soddisfatto?

Tobias - Diamine se lo siamo! Siamo assolutamente soddisfatti della produzione! E non solo, perché lavorare con Rikard Löfgren è stato fantastico. E’ filato tutto liscio e la fase di registrazione è stata molto tranquilla e rilassata, ma anche molto attenta. Un altro fattore importante è che lo studio si trova vicino a casa nostra: ciò ha reso il tutto molto conveniente e probabilmente ha inciso positivamente sul risultato finale. E’ la prima volta che lavoriamo con Rikard ed è molto probabile che lo faremo ancora.

L.T. - Il vostro sound è influenzato sia dal death americano che da quello svedese, ma quali sono i gruppi che hanno davvero influenzato i vostri gusti musicali?

Tobias - Principalmente lo stile death europeo e scandinavo. Nessuno di noi in realtà è particolarmente interessato allo stile americano, ma ci piace la brutalità senza compromessi insita in quello stile, quella stessa implacabile violenza che credo chiunque possa sentire anche nella nostra musica. Per ciò che riguarda i gruppi che influenzano il nostro modo di scrivere musica, direi che i riferimenti sono Vader, primi Entombed, primi Grave, Napalm Death, Slayer, Bolt Thrower e Terrorizer.

L.T. - Credi che l’artwork sia davvero importante nella realizzazione di un disco? Non pensi che tutte queste copertine sanguinose, tipiche dei gruppi death, siano noiose? Cosa puoi dirmi riguardo all’artwork del vostro disco?

Tobias - L’artwork è molto importante, senza dubbio. E’ la prima cosa che ti colpisce quando prendi in mano un disco. Naturalmente conta ancora la musica che è contenuta in un disco, ma se la copertina non cattura l’occhio in qualche modo c’è il pericolo che la musica non avrà mai l’opportunità che merita. Hai ragione, alcune copertine di dischi death sono noiose ed inutili, ma credo che lo stesso valga per qualsiasi altro genere musicale. Per quel che concerne Terrorize Brutalize Sodomie, penso che siamo riusciti a creare una copertina molto death metal, ma anche abbastanza originale. Non c’è nessun dubbio su che tipo di musica sia contenuta nell’album! Certo, è sanguinosa e brutale, ma è realizzata in modo più artistico rispetto alla media delle copertine gore.

L.T. - Com’è strutturato il processo di songwriting? E cosa vi ispira quando iniziate a scrivere una nuova canzone?

Tobias - Di solito scriviamo individualmente, ciascuno per conto proprio. Quasi mai scriviamo qualcosa durante le prove, ma condividiamo le idee e a volte proviamo alcuni arrangiamenti. Ho sempre scritto qualcosa come il 95% della musica mentre Erik (Rundqvist, bassista e cantante, nda) si occupava dei testi, ma da quando è entrato in formazione Peter c’è un buon contributo anche da parte sua. Io e Peter abbiamo scritto alcune cose per quest’album: abbiamo lavorato insieme su The Burning Black e su Heresy. Ci troviamo molto bene, quindi sono abbastanza certo del fatto che scriveremo ancora più roba insieme per il prossimo disco. Ciò che mi ispira per la composizione di una nuova canzone può essere una cosa semplice come un passaggio di batteria o una ritmica che ho tirato fuori mentre pazzeggiavo alla batteria. Oppure se ascolto una canzone che ha un bell’arrangiamento o feeling posso venire ispirato dal modo in cui quella canzone è stata scritta e arrangiata.

L.T. - State pianificando date live? Avremo la possibilità di vedervi nei prossimi mesi?

Tobias - Al momento abbiamo solo pochi festival confermati: il Maryland Death Fest negli Stati Uniti alla fine di maggio, il Sweden Rock Festival all’inizio di giugno ed il With Full Force in Germania, sempre a giugno. Tuttavia stiamo lavorando all’organizzazione di un tour entro fine anno, oltre che a qualche altro festival estivo, quindi sono quasi certo che suoneremo di nuovo in Italia almeno prima della fine dell’anno.

L.T. - Cosa state programmando per i prossimi 12 mesi? Avete in serbo sorprese per i vostri fan?

Tobias - Gran parte di quel che accadrà te l’ho appena detto, quindi non ci sono sorprese al momento, ma abbiamo in programma di iniziare a scrivere nuovo materiale per il nostro settimo album entro la fine di quest’anno, perché non vogliamo far passare altri 3 anni prima di un nuovo disco. Non so dirti esattamente quando inizieremo a registrarlo, ma accadrà sicuramente nel 2008. Inizieremo anche a programmare qualche tipo di uscita speciale per il ventesimo anniversario dei Vomitory, che avverrà nell’ottobre 2009.

L.T. - Semplice curiosità: quasi sono I gruppi ed I musicisti più impressionanti che ti sia capitato di vedere dal vivo?

Tobias - Uno dei gruppi più impressionanti che io abbia mai visto dal vivo sono senza dubbio i Rush. Il loro affiatamento musicale è perfetto ed è pura gioia vedere una band del genere riesca a rendere così perfettamente dal vivo. Alcuni dei musicisti più incredibili con i quali ho avuto la fortuna di andare in tour sono Alex Webster dei Cannibal Corpse (un genio musicale), Doc dei Vader (R.I.P.), Tony Laureano (ex-Nile), Derek Roddy (ex-Hate Eternal) ed Erik Rutan degli Hate Eternal.

L.T. - Quali sono i tre album che porteresti con te su un’isola deserta?

Tobias - Iron Maiden - Somewhere In Time, The Beatles - 1967-1970 (the blue album), Metallica - Master Of Puppets.

L.T. - Ti ringrazio per il tempo che hai impiegato per rispondere a queste domande per RockLine.it. Sei libero di chiudere l’intervista come preferisci.

Tobias - Ti ringrazio tantissimo per l’intervista. Visitate regolarmente il nostro sito, www.vomitory.net, per le news sulle date dei festival e del tour. Speriamo di vedervi presto in Italia! Saluti!

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