Twin Zero
(Reuben Gotto)
di: 
Edoardo Baldini
30/08/2006



 

Dalla Gran Bretagna giungono i Twin Zero, sperimentale formazione Post Metal che ha prodotto nel 2006 il doppio cd The Tomb To Every Hope per la Undergroove Records. A farci scoprire questo progetto relativamente nuovo è la mente del gruppo, il chitarrista Reuben Gotto...


E.B. - Ciao! Prima di tutto congratulazioni per l’ultimo The Tomb To Every Hope, l’ho trovato molto interessante. Possiamo iniziare l’intervista con una piccolo presentazione della band al pubblico italiano…

Reuben - I Twin Zero sono una band formatasi nel 2004, quando ho scritto una canzone di 25 minuti per divertimento e deciso di unirmi a qualche amico per registrarla nuovamente e pubblicarla sotto la Undergroove Records. Inizialmente non avevamo programmato di fare un tour o di diventare una band “seria” ma con il tempo ci è capitato e abbiamo concordato che sarebbe stato uno spreco non suonare le canzoni live. Siamo cresciuti costantemente da allora!

E.B. - Bene, parliamo dell’ultimo album. Quanto tempo avete impiegato per comporlo e come avete proceduto? Come definiresti il vostro sound?

Reuben - Molte delle idee iniziali per le canzoni di The Tomb To Every Hope erano già state registrate da me nel mio studio a casa prima che Monolith fosse pubblicato. Poi alla fine del 2005 ci siamo incontrati tutti insieme, sviluppato le canzoni e scritto una parte del materiale per costruire l’album completo che si può ascoltare oggi. Non penso che ci sia un modo semplice per definire il sound dei Twin Zero: cerchiamo di far decidere alla musica la sua direzione e, come risultato in 18 mesi abbiamo pubblicato un album con una title-track di 22 minuti, uno split EP acustico con i 27 e un doppio album che contiene materiale remixato, acustico e con le basi di archi, diretto anche verso tracce fuori dal Rock e sonorità epiche. Forse successivamente scriveremo un album di Disco-Folk belga o qualcos’altro del genere.

E.B. - Sembrate molto ispirati dall’odierno Post Metal e dall’Hardcore in diverse sezioni dell’album: quali band vi hanno influenzato maggiormente?

Reuben - Penso ci siano diverse influenze che si possono ricercare nell’album…per esempio qualcosa degli Opeth, degli Isis e dei Tool. Tuttavia, allo stesso tempo c’è anche molto di differente, dato che ascolto qualsiasi cosa, dai Radiohead ai Nine Inch Nails, passando per Archive e The Drones. Tutte queste formazioni hanno influenzato il mio modo di suonare e di comporre, dato che mettono energia e passione in qualunque cosa suonino.

E.B. - Di cosa trattano i testi del vostro full-lenght? E’ un concept The Tomb To Every Hope?

Reuben - Karl ha trascorso molto tempo a lavorare sui testi, e sebbene gran parte del materiale è suo personale, ha avuto l’abilità di comporre testi interessanti per un pubblico più ampio. Per me, parecchi contenuti di quest’album sono indirizzati all’intera umanità. Imparare dagli errori delle generazioni passate e cercare di usare quella memoria. Molte persone chiedono perché abbiamo scelto un titolo così malinconico: tuttavia, la tomba è in verità un luogo di rinascita e così il titolo sta dicendo che ogni speranza può rinascere. Per me indica che si deve trovare del positivo in ogni cosa. Ovviamente, l’interpretazione di Karl è forse del tutto diversa.

E.B. - Avete usato delle tastiere o dell’elettronica per riempire i suoni delle canzoni?

Reuben - Parte dell’etica dei Twin Zero è aperta a nuove soluzioni e trae vantaggio da tutti gli strumenti che ci sono disponibili come band. Quindi abbiamo invitato il nostro buon amico Dave Cheeseman a suonare le tastiere non tanto come un apporto importante a riempire i suoni, quanto perché mi era vicino quando scrivevo il primo album e voleva partecipare. Si potrebbe definire un vero e proprio strumento musicale.

E.B. - Cos’è cambiato nel vostro sound dall’uscita di Monolith?

Beh, per quanto riguarda Monolith, ho inizialmente scritto la canzone come un pezzo strumentale personale; per il nuovo album, sapevamo già chi faceva parte della band quando abbiamo iniziato a lavorare sulla sua parte principale e quindi eravamo capaci di lasciare più spazio alle tastiere, alle percussioni e ai due chitarristi, realizzando il tutto con alla base le liriche di Karl. E’stata un’esperienza completamente diversa e ha reso il tutto molto più esaltante, permettendoci di ascoltare gli sviluppi mentre noi continuavamo le composizioni.

E.B. - Ho trovato belle e varie le linee vocali: perché avete deciso di impiegare molti tipi diversi di sound, come il clean, il lamento tipico Hardcore, il growl ecc.?

Reuben - Ci piace solo usare tutti i suoni che siamo in grado di produrre: sono sempre stato un fan di come Karl riesca a sembrare brutale come non mai, pur conservando un voce così melodica. Ad affiancarlo nelle estensioni più elevate ci sono stati anche altri due membri della band, Dave e Bing, che hanno avuto altre band in passato. Sarebbe stato un peccato sprecare l’opportunità di armonizzare la voce.

E.B. - Puoi descriverci che tipo di lavoro hanno dovuto affrontare i due batteristi? E perché avete deciso di includere due batteristi nella band?

Inizialmente pensavamo solo che sarebbe stato divertente avere un suono live massiccio utilizzando la potenza di due batterie. A parte alcune piccole aggiunte il primo album aveva solamente una bettria, dato che il materiale era già stato scritto prima che io conoscessi chi potesse prendere parte alla band. Con il nuovo album, abbiamo aggiunto più sezioni di percussioni e più tessuti, usando Jay Graham come batterista complementare a Si. Abbiamo anche registrato la title-track in cui Si, Jay, Luke dei Blueprint, Jamie dei Numb ed io abbiamo improvvisato in una grande sala: è stato molto divertente da registrare, dato che era qualcosa che avrei amato ricreare live prima o poi.

E.B. - Qual è la tua canzone preferita del platter e per quale motivo? Preferisci The Tomb To Every Hope o Monolith?

Reuben - Entrambi gli album rappresentano cose differenti per me, quindi sarebbe difficile scegliere un preferito. Monolith per me è stato determinante per scrivere qualcosa di cui ero appassionato e definisce inoltre un punto della mia vita quando ho iniziato a lavorare con gli altri ragazzi nei Twin Zero. Quindi porterà sempre ricordi speciali per me. Penso che The Tomb To Every Hope convinca perché è un disco compiuto ed è una grande espressione di progresso per me e i miei amici nella band, sia musicalmente che umanamente.

E.B. - Andrete in tour per promuovere The Tomb To Every Hope? Vi esibirete solo nel Regno Unito o verrete anche in Europa?

Reuben - Abbiamo appena finito un tour con i Textures, che sono una valida band olandese. Speriamo di esibirci in altri hows verso Natale e poi di arrivare in Europa a Pasqua 2007. Ovviamente se qualcosa di esaltante sorgesse nel frattempo, saremmo molto più che felici di buttarci a farla!

E.B. - Sei mai stato in Italia? Pensi che suonerai un giorno qui nel nostro Paese?

Reuben - Sono stato in Italia molte volte con altri gruppi e l’ho sempre amata. I miei ricordi più speciali si riferiscono alle visite di Roma e Milano con i Today Is The Day e i Charger alcuni anni fa. Abbiamo conosciuto nuovi amici e i concerti sono stati bellissimi. Sarebbe un sogno poter venire veramente a suonare lì con i Twin Zero, quindi speriamo che l’opportunità emerga in fretta.

E.B. - Hai già pensato alle pubblicazioni future? Come si svilupperà il vostro sound, secondo te?

E’ difficile da dire: stavo considerando che la prossima pubblicazione sarà uno split EP molto pesante per rispecchiare ciò che abbiamo fatto l’anno scorso nello split con i 27. Penso che vedremo cos’accadrà quando partiremo dalle tracce finora composte.

E.B. - Cosa ne pensi della scena sperimentale britannica? Quali bands sono vicine al vostro suono e con quali avete suonato o suonerete?

Reuben - Al momento ci sono moltissime band del circuito britannico che stanno facendo belle cose: Immune, 65daysofstatic, Princess, Bossk, Symmetry, Barrabus, Suns of Tundra, Mirimar Disaster, End of Everything, The Quiller Memorandum… Sono troppe da menzionare, e fa tutte ci ispiriamo in un certo modo. E’ eccezionale essere circondati da così tanti musicisti che stanno lavorando così duramente per comporre buona musica.

E.B. - Una curiosità finale: perché avete scelto Twin Zero come nome per questo progetto?

Reuben - Karl ha sempre voluto usare quel nome e l’ha proposto quando stavamo parlando del nome della band. E’ una cosa interessante il fatto che siamo una formazione con due batteristi che realizza un doppio album. E poi il nome rappresenta anche il simbolo di infinito se lo si scrive come 00. Comunque tutte queste cose sono probabilmente solo coincidenze!

E.B. - E’ tutto! Grazie mille per la tua disponibilità. Ti auguriamo un futuro di successo con il vostro nuovo album. Puoi concludere l’intervista come preferisci!

Reuben - Grazie per l’intervista! Se qualcuno volesse creare il proprio remix di Monolith, c’è un indirizzo web nel booklet del nuovo album per andare a scaricare i files separati. Ci piacerebbe sentire le rappresentazioni di altre persone della nostra musica…

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