Turunen, Tarja
di: 
Annarosa Moroni
15/11/2007



 

Esclusiva intervista alla regina Tarja Turunen, da poco separatasi dal progetto Nightwish per dedicarsi alla carriera solista. RockLine.it è andata ad incontrarla negli studi della Universal a Milano, per raccogliere le prime impressioni riguardo il nuovo album My Winter Storm...


A.M. - Prima di tutto, ciao Tarja piacere di conoscerti. Come stai? Credo di essere qui per parlare del tuo nuovo album.

Tarja - Lo spero (ride N.d.R.), comunque sto bene grazie.

A.M. - Cominciamo con la prima domanda. C’è un filo conduttore che lega le canzoni o le hai scelte in una vasta gamma?

Tarja - Beh, innanzi tutto ci ho messo quasi un anno per progettare tutto quanto, che tipo di canzoni inserire, che tipo di album avrei voluto fare. Non volevo un cd che rientrasse in un'unica categoria, non sarebbe stata una cosa sincera per me come artista. Non mi vedo come una cantante adatta ad un solo genere, ho cantato in una metal band per quasi nove anni, avendo un background classico e in quel periodo ho fatto molti concerti di diverso genere, quindi ho visto quest’album come prettamente mio, ho voluto tentare e mettere tutti i miei interessi in questo lavoro. Ovviamente si è rivelato essere una grande sfida, per niente semplice, ma sono molto felice e orgogliosa del risultato. L’ho reso vero. Inoltre il songwriting era una cosa del tutto nuova per me, avevo già scritto delle canzoni, si, ma mai in maniera seria prima d’ora. In passato avevo solo collaborato alla stesura dei pezzi con altre persone, mio fratello ad esempio. Questa è stata la maggiore differenza rispetto a prima. Quando è venuto fuori che avrei fatto un album solista, molti songwriters mi hanno proposto di interpretare le loro canzoni (ride N.d.R.). Molte mi sono arrivate tramite la Universal o il mio manager, ma non ho voluto sapere chi le avesse scritte. Immagina se tu mi mandassi una canzone, beh io ti conosco e non riuscirei a farla “mia” sapendo che l’hai scritta tu. Come dicevo me ne avranno inviate un migliaio, e ne ho scelte alcune, e a quel punto mi sono messa al lavoro, ci siamo messi a “creare” della nuova musica per queste canzoni. E’ stato bellissimo, tutto il processo di realizzazione di My Winter Storm è stato molto divertente: lavorare direttamente con i produttori (non l’avevo mai fatto prima), discutere con loro su cosa scegliere. Avevo da subito le idee molto chiare, ma ho comunque voluto essere affiancata da qualcuno per potere vedere le cose con più chiarezza, ma qualcuno che lavorasse con me, non che prendesse il mio posto durante le registrazioni. Ci saremmo picchiati (ride N.d.R.) e non avrebbe funzionato. In fin dei conti con questo mio nuovo lavoro ho scoperto molte cose su di me, ad esempio che so scrivere canzoni. Come già detto ne sono molto fiera, perché per la prima volta le persone possono davvero “ascoltarmi”. Vedremo come va’!

A.M. - E il titolo? Cosa significa My Winter Storm?

Tarja - L’ho preso dal testo di I Walk Alone, canzone che avevo scelto già un anno fa e che è stata la prima canzone scritta da me. E’ un pezzo molto importante, ho capito subito come l’avrei voluta, dalla prima nota che ho ascoltato. Contiene un pezzo di Mozart, ha qualcosa di “dark”. Sapete Mozart ha scritto il Requiem per se stesso senza sapere che sarebbe morto, e allora mi sono detta “Wow, è questo quello che voglio!”. E volendo andare più a fondo nella canzone e nel testo ho scoperto My Winter Sotrm. Appunto dice “My winter storm, holding me awake it’s never gone”, ma cos’è esattamente questo temporale invernale che mi ha tenuto sveglia? Sono i miei fan. Sono l’unico motivo della mia esistenza come artista, senza le persone che mi supportano non sarei qui. Questo per me è l’inizio, e ho voluto cominciare con i miei fan. Tuttavia molte persone mi hanno detto che “temporale” è una parola negativa, ma per me è una cosa bellissima piena di energia. Non ha niente a che fare con gli ultimi avvenimenti, non ho motivo di continuare a rimuginare sul passato. Non potrei andare avanti se continuassi a fare musica con quell’argomento. Sono ovviamente cose che non dimentico e che porto nel mio profondo, ma diversamente da quanto si pensa, questo è un album molto positivo. E’ dark, ovviamente, visto che io sono un po’ dark (ride N.d.R.), ma non dovete prendere alla lettere la frase “I walk Alone”, non cammino mai sola, sono sempre con i miei fan.

A.M. - Sicuramente My Winter Storm è un album molto profondo, personale. Da cosa è stato influenzato?

Tarja - Sì, indubbiamente è molto personale e molto artistico come si nota anche dalla copertina e dal booklet. Sono decisamente io, la mia passione, il modo in cui vedo l’arte e la musica in generale. Ovviamente noi artisti non possiamo fare musica che piaccia a tutti, ci sarebbe sempre qualcuno che dice “Ehi, ma cosa stai combinando?”. Quindi questo disco è molto “privato”, ho dovuto guardare dentro di me, in profondità. E’ stato straordinario poter dare vita a della musica con i talenti con cui ho lavorato e vedere che loro mettevano davvero a mia disposizione la loro passione, onestamente, senza fingere cose che poi avrei scoperto non essere vere. Questa è stata una delle cose migliori, non ho costruito castelli in aria dicendo “Oh che bello, venderò milioni di copie!”, il fatto che sono felice del mio lavoro non ha niente a che fare con le vendite.

A.M. - Nell’album c’è un’interessante cover di Alice Cooper, Poison. Come mai hai scelto proprio questa canzone?

Tarja - L’idea di voler mettere una cover nell’album mi è venuta da subito, ma credimi è stato molto difficile scegliere quale, con amici parenti e colleghi che dicevano “ehi, perché non provi a cantare questa?” e per me tutte le volte era come una tortura (ride N.d.R.). Quindi per sceglierla sono tornata alla mia adolescenza, cercando di ricordare cosa ascoltassi negli anni ’80; poi un giorno mi trovavo in macchina in Finlandia e cercando di restare sveglia ascoltavo una radio che trasmette rock. Bene, quella sera hanno messo Poison per cinque volte, così ho cominciato a valutarla. Sapete che questa canzone è stata molto importante per Alice Cooper, c’è una specie di leggenda dietro. Alla fine non si è rivelata facile, a cominciare dalla musica. La band ha avuto molti problemi a realizzarla (non si riesce bene a vedere il risultato quando hai solo i pezzi di chitarra e di batteria), ma io ero sicura che ce l’avremmo fatta e che l’insieme sarebbe stato fantastico. L’album necessitava di quella canzone, per la sua positività. Anche a questo pezzo hanno collaborato moltissime persone, come mio fratello minore che ha inciso le backing vocals. Ci abbiamo messo un giorno solo per quella parte!

A.M. - Hai mai pensato che come per Alice Cooper Poison ha rappresentato un nuovo inizio, ora lo sta rappresentando per te?

Tarja - E’ un punto di vista interessante, non ci avevo mai pensato. In effetti quando ha inciso quella canzone si trovava davanti a una svolta nella sua carriera, e io sono davanti a una svolta nella mia carriera, ma non penso che per quanto mi riguarda dipenda dalla canzone.

A.M. - Per quanto riguarda i musicisti che hanno collaborato, sono stati scelti da te?

Tarja - Li ho scelti principalmente per il background o per gli interessi musicali, per le caratteristiche o per la personalità, e comunque in funzione del sound che sapevo di voler creare. Per me è stato molto importante il personaggio dietro ad ogni maschera. Già da molto avevo una lunga lista per i candidati ad ogni singolo strumento, e pesavo a chi avrei potuto scegliere, è stato molto difficile ma sono fiera del risultato, ovviamente sono stata anche aiutata dalla casa discografica, come nel caso di Alex Scholpp, il chitarrista, che prima non conoscevo. Ma Daniel me l’ha presentato e ora suonerà con me anche nei live. Mi sono trovata davvero bene con ogni singola persona con cui ho lavorato e di ciò sono molto felice, una delle cose più eccitanti è stata arrivare in studio senza conoscere le persone con cui mi sarei trovata a lavorare. Questo studio si trova in Irlanda, sperso nel nulla a qualche kilometro da Dublino, non ci arriveresti mai se non sapessi esattamente che è lì (ride N.d.R.), ma proprio il suo essere immerso nel verde mi ha aiutato moltissimo. Siamo rimasti lì qualche giorno per provare qualche canzone e ho veramente potuto essere me stessa, non c’erano problemi, ogni cosa era perfetta.

A.M. - Per quasi nove anni hai inciso per case discografiche che si occupavano di metal (Spinefarm, Nuclear Blast), e ora sei sotto la Universal. Trovi tanta differenza?

Tarja - Ovviamente ognuna delle due etichette ha le sue differenze, ma l’artista è sempre la stessa. Il motivo principale per cui ho scelto la Universal Germany è che conoscevo già chi ci lavorava. Questo ha semplificato di molto la mia decisione invece che andare a cercare qualche etichetta di cui non sapevo nulla e di cui non conoscevo le intenzioni o i metodi. Tra l’altro dietro di noi è seduto un responsabile della Universal Germany (ride N.d.R.)! Insomma, per me è stato molto importante scegliere qualcuno che mi avrebbe capito, di cui avrei potuto fidarmi e con cui avrei potuto discutere.

A.M. - Hai già in programma qualche live per promuovere My Winter Storm?

Tarja - Sfortunatamente per quanto riguarda l’Italia, ho programmato soltanto 10 show fino alla fine dell’anno in altre parti d’Europa, a Londra per esempio o Zurigo. Ecco forse Zurigo è la città più vicina a voi. Ho tantissimo tempo davanti, voglio vedere come vanno le cose. Inoltre nei live ci sarà Mike Terrana alla batteria, e in certe canzoni anche mio fratello minore lo accompagnerà con quella elettrica. Sul palco ci saranno circa sette persone in totale, quindi servirà un palco largo o staremo tutti schiacciati (ride N.d.R.). Presenterò sia canzoni prese da My Winter Storm, sia alcune dei Nightiwsh, non vedo perché non dovrei. Non vedo davvero l’ora di venire in Italia l’anno prossimo, ad Aprile cominceremo a programmare la seconda parte del tour, ma prima dobbiamo vedere come andranno le cose. Sono emozionatissima, il tour comincerà tra poco con la prima data in Finlandia.

A.M. - Si sa che sei una grande fan delle colonne sonore, qual è la tua preferita?

Tarja - Oh mamma mia ce ne sono così tante! Ne ho tantissime in macchina, durante il processo di produzione dell’album mi sono molto ispirata ad esse e ho anche lavorato con persone che di solito scrivono le colonne sonore dei film (Hans Zimmer N.d.R.). Piacerebbe anche a me fare qualche canzone per un film!

A.M. - Quali sono i tuoi piani futuri?

Tarja - Con un po’ di fortuna e se sono abbastanza coraggiosa potrei davvero fare una colonna sonora, quello è uno dei miei più grandi sogni. Ma la cosa più importante per me è cantare, riuscire a cantare, a fare dei concerti, rendere le persone felici con la mia musica tanto quanto loro rendono felice me con il loro supporto.

A.M. - Un’ultima domanda, cosa ne pensi dell’ultimo cd dei Nightwish?

Tarja - Sfortunatamente non ho avuto modo di ascoltarlo per interno, ma solo qualche traccia, e da quello che ho sentito mi sembra un ottimo lavoro.

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