Threat Signal
(Rich Howard)
di: 
Andrea Sacchi
26/06/2006



 

Alla luce dell’ottimo Under Reprisal, siamo stati contattati telefonicamente da Rich Howard dei Threat Signal, una band con tutte le carte in regola per emergere dal sempre più affollato panorama metalcore. Elaborati ma non indigeribili, melodici ma non sfacciatamente commerciali, i canadesi si raccontano attraverso le parole del chitarrista...

A.S. - Innanzitutto complimenti dallo staff di RockLine.it per il vostro primo album! I Threat Signal sono una nuova realtà, soprattutto qui in Italia, ti andrebbe di presentarci la band?

Rich - Grazie per i complimenti! I Threat Signal nascono un paio di anni fa, da un’idea mia e di mio cugino Jon, vocalist della band. Completano la line-up Kyle, l’altro chitarrista, Marco, al basso e George alla batteria. La nostra fortuna è stata quella di pubblicare il demo Rational Eyes sul sito di musica underground Garageband. Non ci saremmo mai aspettati un simile successo, nel giro di pochi giorni il nostro materiale era quello più scaricato e siamo stati definiti la migliore band da parte degli utenti. Ancor più stupefacente è stato entrare in contatto con Chris Olde Wolber dei Fear Factory, che colpito dalle nostre canzoni ha deciso di produrci. Abbiamo registrato tutto il materiale della band a Los Angeles, insieme a Chris in un mese o poco più.

A.S. - Come descriveresti Under Reprisal? A mio avviso il disco bilancia molto bene le due facciate del metalcore, quella più aggressiva e quella, se vogliamo, più “catchy”. Che ne dici?

Rich - Sì, direi che hai fatto un quadro abbastanza preciso di Under Reprisal. Facendo riferimento alle nostre influenze, il disco suona a tratti molto crudo e aggressivo. Abbiamo tenuto come capisaldi il death e il thrash di tradizione europea, percepibile in particolare nei miei riff di chitarra. Tuttavia, non abbiamo tralasciato nemmeno le aperture melodiche, dal nostro punto di vista le canzoni devono comunque essere ricordate, devono avere quel refrain vincente che te le faccia piacere. Da questo punto di vista ci siamo riferiti più al metalcore americano. Insomma…direi proprio che in un disco come Under Reprisal non c’è tempo per annoiarsi!

A.S. - Credo inoltre che abbiate dato una grande attenzione al sound delle chitarre, non è così?

Rich - Certo, mi fa piacere che tu mi dica questo, perché è proprio quello che volevamo! Under Reprisal doveva suonare “metal”, doveva suonare improntato su di un sound chitarristico, tradizionale diciamo. E infatti, come nella tradizione dell’heavy metal, non mancano dei lunghi assoli tecnici, né parti più arpeggiate o melodiche, sempre per assicurare una certa varietà all’ascoltatore.

A.S. - Alcune parti dell’album mi hanno ricordato da vicino gli Strapping Young Lad, sei d’accordo? Quali altre band annoverate tra le vostre principali fonti di ispirazione?

Rich - Strapping Young Lad? Sì è possibile, gli Strapping Young Lad sono apprezzati nel gruppo e poi sono canadesi, come noi, è più che possibile che abbiano lasciato qualcosa, magari nei passaggi più disarticolati del disco. In linea di massima siamo divoratori di metal svedese, death e thrash in particolare. Personalmente, la mia band preferita sono i Meshuggah, assolutamente geniali, poi adoro i Fear Factory, i Soilwork e i Pantera, che ci mettono d’accordo tutti. Ecco, credo che i Pantera in particolare abbiano lasciato un’impronta ben distinguibile in Under Reprisal.

A.S. - Come siete soliti dividervi i compiti in fase di composizione? Vi piace lavorare come un team o c’è un leader nella band?

Rich - Dunque, come tutti al giorno d’oggi, anche noi lavoriamo con il computer. Siamo soliti registrare le cose che più ci sembrano interessanti, le mettiamo su PC, le cataloghiamo, le mixiamo tra loro, eccetera. Non c’è esattamente un leader nei Threat Signal. Diciamo che io e mio cugino ci occupiamo della band a tempo pieno, mentre gli altri si dedicano anche ad attività esterne. In questo modo, la maggior parte delle idee viene da noi, ma è sempre fondamentale anche l’opinione di tutti gli altri. Se qualcuno avanza un parere è sempre ben accetto e lavoriamo su di una song solo se tutti e cinque siamo realmente convinti di quello che stiamo facendo.

A.S. - Da un punto di vista lirico, Under Reprisal segue un argomento principe?

Rich - Si parla della natura umana, di vari “feelings” sempre abbastanza negativi…a volte ispirati da vicende personali, altre da fatti accaduti intorno a noi. Per dirla tutta, non diamo però un’importanza cruciale al panorama lirico, è la resa musicale ad essere della massima importanza per la band.

A.S. - Apprendo dal vostro sito che in estate vi aspettano degli appuntamenti live interessanti, ad esempio l’Earthshaker Festival. Siete stimolati dall’idea di parteciparvi?

Rich - Assolutamente sì, non vediamo l’ora. Per i Threat Signal è un piacere poter suonare in un festival europeo di questa portata. A chi sarà presente cercheremo di offrire il nostro meglio. Sarà di sicuro divertente, per cui non mancate!

A.S. - E dal vivo come siete soliti proporvi? Preferite puntare sull’aggressività oppure su di un sound più…melodico, o tecnico, diciamo…

Rich - Dipende. Nella nostra breve ma importante esperienza in ambito live abbiamo capito di essere una band con un sound piuttosto duttile. Abbiamo suonato insieme a delle band di musica estrema, ma anche insieme a delle band di nu-metal. Dipende da chi hai davanti in sostanza. Ovvio che un pubblico abituato al death metal si aspetta uno show energico e distruttivo, chi invece ascolta nu-metal preferisce i pezzi più melodici e accattivanti…Insomma, cerchiamo di venire incontro alle aspettative del pubblico.

A.S. - Ancora dal vostro sito apprendo che avete da poco terminato le riprese del video di Rational Eyes, song-pilot dell’album. Vuoi raccontarci quest’esperienza?

Rich - E’ stata un’avventura divertentissima! Abbiamo passato tutto il tempo a New York con i ragazzi della crew che hanno effettuato le riprese e ci hanno trattato con grande professionalità. Il video è già disponibile, tra l’altro.

A.S. - Questa era la nostra ultima domanda. C’è qualcosa che vuoi aggiungere?

Rich - Grazie per l’intervista. Al pubblico italiano vorrei dire che il nostro nuovo album è disponibile, vi invito ad ascoltarlo sperando che vi piaccia. Speriamo inoltre di venire a suonare al più presto nel vostro paese, vi promettiamo un grande show. Have a good time!

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