Sirenia
(Morten Veland)
di: 
Riccardo Carcano Casali
12/02/2007



 

Uscenti dalla terza pubblicazione, Nine Destinies And A Downfall, e rinnovati sotto il profilo della line-up, i Sirenia raccontano a RockLine.it la realizzazione del disco attraverso la mente del progetto, Morten Veland...

R.C.C. – Ciao Morten. Eccoci qui. Partiamo subito dall’ultima uscita dei tuoi Sirenia. Cosa ci puoi dire del nuovo album?

Morten – Partendo dalle canzoni, io cerco sempre di fare un passo in avanti con ogni nuovo album, seguendo sempre il sentiero tracciato da quello che veniva prima, ma allo stesso tempo portando elementi nuovi. Ed è quello che avevo in mente quando ho steso le canzoni per Nine Destinies And A Downfall. Ma mi sono accorto presto che quello che stava uscendo era troppo focalizzato sul passato, così ho deciso di andare più in profondità e cambiare maggiormente lo stile dei Sirenia. Così ho portato materialmente tutte le canzoni verso una direzione più melodica, dove la voce femminile avesse una parte maggiore, e le canzoni fossero più snelle. In passato ho sempre composto pezzi di sei o sette minuti, mentre con questo album ho accorciato i tempi, e deciso di dire le stesse cose in non più di cinque minuti, così che le canzoni risultassero più intense e dirette.

R.C.C. – So che avete registrato i pezzi in quattro studi diversi. Perché questa scelta?

Morten – Ho pensato che questo potesse sempre aiutare a rinnovare il nostro sound, a rinfrescare il tutto e farlo progredire. Abbiamo registrato la batteria in Norvegia, poi abbiamo lavorato in Francia, e abbiamo masterizzato e mixato tutto nei miei studi. Ora penso che il risultato sia un suono più moderno e pulito, che va benissimo per le nuove canzoni.

R.C.C. – Si sente. C’è sicuramente più differenza tra Nine Destinies And A Downfall e An Elixir For Existence che tra quest’ultimo e At Sixes And Seven. E per quanto riguarda il songwriting? Hai scritto tutto tu come al solito o gli altri membri della band hanno partecipato in qualche modo?

Morten – Per quanto riguarda il songwriting, io mi sono sempre trovato meglio a scrivere i pezzi da solo. Quando sono solo sento che è l’unico momento in cui posso concentrarmi al cento per cento sulla musica. In passato ho provato a scrivere musica assieme ad altri musicisti, ma anche se i risultati non erano male, quando sono in una stanza con altra gente non riesco a dare tutto, mentre da solo do il massimo. E con i Sirenia ho sempre scritto tutto da me, cosa che si è ripetuta per l’ultimo album.

R.C.C. – Allora perché hai scelto di chiamare la tua band Sirenia e non Morten Veland, visto che svolgi un ruolo di assoluta preminenza all’interno?

Morten – Quando ho cominciato coi Sirenia li ho pensati puramente come un progetto parallelo, dove avrei potuto comporre musica e pubblicarla. Ma molto presto ho scoperto che volevo fare di più coi Sirenia. Volevo tenere concerti, e andare in giro a suonare, così ho reclutato altri membri. Ora come ora vedo i Sirenia come una vera e propria band, ma quando si tratta di comporre, sono io quello che se ne occupa, il “visionario” che dà una direzione musicale alla cosa.

R.C.C. – I testi, di cui ti occupi sempre tu, sono in linea con le releases precedenti?

Morten – Di album in album cerco di apportare qualche nuovo argomento, ma come al solito anche ora mi concentro sugli aspetti più oscuri della vita.

R.C.C. – Per quanto riguarda la nuova singer, Monica Pedersen, come mai hai scelto lei come cantante dopo che Henriette Bordvik ha lasciato la band?

Morten – Dopo che Henriette se ne andò, ci mettemmo subito a cercare un’altra cantante, e cominciammo subito a far girare annunci: sul nostro sito e tramite la nostra etichetta. Molte persone si misero in contatto con noi, e in seguito ci concentrammo su sei di queste che ci sembravano quelle più papabili. Monica era una di quelle. La invitammo in Norvegia per un’audizione (lei è danese, NdR) e lavorammo insieme per sue giorni. Le cose andarono davvero bene e dopo un po’ di tempo la invitammo ancora, per provare a registrare la sua voce su qualcuna delle nuove canzoni. Scoprimmo così che Monica aveva qualcosa di speciale nella sua voce, qualcosa che era esattamente quello che cercavo. Sicuramente non volevamo una cantante con la solita impostazione lirica, che tante band gothic metal hanno. Certo, risulta molto bene una voce così su un disco gothic, e io stesso ho lavorato con quel tipo di cantanti, ma noi volevamo qualcosa di diverso da quello che si sente di solito…

R.C.C. – Magari una voce più “elastica”…

Morten – Monica ha qualcosa che prima non avevo sentito, per questo l’abbiamo scelta subito.

R.C.C. – Cambiando tema, mi chiedevo se in sede live continuerete a proporre i vecchi brani, ora che il vostro sound è così cambiato.

Morten – Certo. Ora dobbiamo promuovere Nine Destinies And A Downfall, perciò suoneremo molto da quello, ma suoneremo pezzi anche da At Sixes And Seven e An Elisir For Existence.

R.C.C. – Dunque quale sarà la line up per i concerti?

Morten – Saremo sempre noi quattro, con delle basi sotto per le tastiere.

R.C.C. - E niente bassista?

Morten – No, anche questo sarà suonato dalle basi. Ma in futuro credo cercheremo di inserire un bassista nella band.

R.C.C. – Che date avete in programma per il momento?

Morten – Il 24 febbraio saremo a Mosca, mentre stiamo preparando una tournee europea per primavera. E ovviamente saremo anche in Italia per un concerto o due. Poi ci sono i festival estivi, e infine per l’autunno stiamo cercando si organizzare per andare in Nord America.

R.C.C. – A che festival avete già aderito?

Morten – Al Summer Breeze in Germania, al Metal Female Voices in Belgio, e ce ne sono altri in arrivo.

R.C.C. – Ultima domanda prima di finire: tu sei nella scena gothic da molti anni, e sei a mio parere uno dei personaggi più autorevoli in materia. Mi piacerebbe sentirti tracciare un quadro della scena odierna, a fronte dei cambiamenti che sono avvenuti da dieci anni fa a questa parte, che poi corrispondono anche a quelli in relazione al tuo percorso personale.

Morten – Quando ho cominciato a fare gothic metal si era intorno al 1995, e l’ispirazione veniva da molte bands estreme, ma sicuramente furono i Paradise Lost i primi ad accostare la voce rauca del death al cantato lirico femminile, proprio all’inizio degli anni novanta. Poi, qualche anno dopo, siamo arrivati i Tristania e altre band come i Theatre Of Tragedy e noi abbiamo cercato di sviluppare quei cambiamenti in uno stile definito. Per quello che posso vedere, direi che la scena si sta muovendo verso un genere di musica sempre più melodico. Per quello che mi riguarda, se penso alla musica che ascoltavo un tempo mi accorgo che era decisamente più estrema rispetto a quella che ascolto ora. In pratica per me è qualcosa che è andato cambiando di anno in anno, e sembra che un po’ tutte le band che sono nate in quegli anni, come Within Temptation e Nightwish, abbiano mitigato molto il loro approccio in maniera non dissimile. E senza comunque cadere nello scontato.

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