Pink Cream 69
(David Readman)
di: 
Alessandra Messina
25/09/2007



 

Nel 2007 i tedeschi Pink Cream 69 sono tornati con il decimo album di studio In10sity e l'assiduo compositore David Readman ha anche pubblicato il proprio esordio solista a pochi mesi dall'uscita con la band. A parlare a RockLine.it di entrambi i progetti prodotti dall'italiana Frontiers Records è proprio David, che spiega i dettagli del suo lavoro...


E.B. - Ciao David, grazie per questa intervista. Mi congratulo sia per l’ultimo lavoro dei tuoi Pink Cream 69 che per il tuo disco solista, raffinato e melodico. Entrambi i prodotti sono ricchi degli elementi Hard Rock in stile anni Ottanta. E’ solo una scelta coerente con il vostro passato o è un fattore di gusto personale?

David - Ciao! Penso che sia derivato dai miei gusti personali, anche se dopo tutto ci sono ancora fans a cui piace questo tipo di musica. E la mia voce si adatta bene a questo stile, sebbene ascolti generi differenti. Tuttavia non amo ciò che viene trasmesso su MTV.

E.B. - Ascoltando In10sity si ha l’impressione di accostarsi ad un sound più pesante. Anche questa è una scelta oppure rappresenta un lieve cambio di direzione?

David - Sì in un certo senso ora che abbiamo due chitarristi è già più pesante, ma anche come band abbiamo parecchio materiale heavy. Non è sempre chiaro se questo tipo di sound si adatti al gruppo: cerchiamo sempre di sperimentare, ma purtroppo i fans non sono sempre aperti se si va troppo oltre…

E.B. - Parliamo dei testi di In10sity, che trattano spesso di storie di amore e di amori perduti. Questo è un classico tema per il Rock, ma c’è qualcosa di speciale che ti influenza mentre scrivi? Sono autobiografiche?

David - Beh, con i Pink Cream 69 spaziamo su diversi temi, da quello politico a quello delle esperienze personali. Anche il mio album solista procede su quella via, ma sono sicuro che lì ci sia più materiale introspettivo riguardo ai rapporti e le relazioni. Io scrivo seguendo i miei sentimenti, ma mi piace anche creare storie.

E.B. - La scelta degli strumentisti che hanno partecipato al tuo full-lenght è stata straordinaria. E’ stato un caso o hai pensato profondamente a chi potesse aiutarti meglio ad esprimere le tue idee musicali?

David - Conoscevo chi poteva lavorare bene con me: Dirk alla batteria, perché abbiamo lavorato insieme al progetto Adagio, mentre gli altri ragazzi sono stati abbastanza casuali. Li ho trovati soprattutto attraverso internet, inviando diverse mail. Dopo un po’ ho iniziato a fare un programma riguardo a chi potesse suonare i pezzi, ma all’inizio era solo questione di aspettare e vedere chi avrebbe risposto.

E.B. - Qual è la tua canzone preferita del tuo lavoro personale?

David - Dovrebbe essere Hour Of Freedom, perché l’ho scritta con molta intensità ed impeto. Non era mai successo prima e sembra essere stata composta da una band molto moderna.

E.B. - Quali sono le influenze principali che hanno formato la tua personalità lungo la tua carriera?

David - Ad essere sincero, sono stato influenzato solo all’inizio della mia carriera, quando dovevo ancora crescere musicalmente. Amo il sound degli anni Settanta, come Deep Purple, Whitesnake o Beatles

E.B. - Qual è il miglior concerto che avete mai sostenuto?

David - Penso che sia stato in Giappone. Poi ricordo anche lo Sweden Rock, il Firefest in Inghilterra e il Master Of Rock ma ovviamente ho suonato dei grandi concerti in tutto il mondo. Andiamo in Brasile tra poche settimane, vedremo!

E.B. - Come vedi il futuro di un genere come l’Hard Rock melodico, in un periodo in cui gli stili si sovrappongono e i musicisti cercano di sperimentare costantemente?

David - Il fatto è che la musica Rock non morirà mai, perché troppe persone la amano. E la melodia sarà sempre lì, perché nessuno può resistere ad una bella canzone. Non credo che la sperimentazione possa essere la via…

E.B. - Hai un cantante che ha raffigurato un modello per te?

David - Oh moltissimi…Coverdale, Plant, Rogers, Lennon, Daltry, Gillen.

E.B. - Potremo ammirarvi ancora in Europa prossimamente?

David - Sì, saremo in tour alla fine di settembre e ci esibiremo in dodici concerti. Poi in ottobre andremo in Brasile.

E.B. - Come ultima domanda ti chiederei di spiegarci qual è la sostanziale differenza tra creare un progetto solista e un disco con i Pink Cream 69

David - Ce ne sono molte. Principalmente si dirigono i lavori e si prendono tutte le decisioni, ci sono molti alti e bassi. Ma mi sono davvero divertito e sono sicuro che comporrò un altro album. Ho composto io le canzoni, ho registrato praticamente tutto e l’ho organizzato. Con i Pink Cream 69 sono sempre io ad aver composto i brani, ma tutti hanno partecipato successivamente e il lavoro comunque è stato ottimo.

E.B. - Grazie mille per l’intervista! RockLine.it ti augura un grande tour in Europa! A presto!

David - Ciao e grazie a voi!

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