Morkobot
(Lin)
di: 
Edoardo Baldini
01/06/2009



 

Tra le realtà più peculiari del panorama Sludge/Post Hardcore italiano spicca sicuramente il progetto Morkobot, che viene raccontato a RockLine.it attraverso uno dei tre "messaggeri" del dominatore delle forze magnetiche e regolatore ancestrale dei flussi di coscienza...


E.B. - Ciao Lin e benvenuto su RockLine.it! Grazie per averci concesso quest’intervista. Iniziamo parlando dell’identità del progetto Morkobot e spiegando ai lettori chi è Morkobot e come agisce attraverso le “menti ottenebrate” di Lin, Lan e Len…

Lin - La tua non è una domanda a cui è semplice dare una risposta. Nessuno di noi ha mai visto Morkobot. Possiamo però affermare di esservi entrati in contatto più di una volta. Egli (lui, Morkobot) tramite degli impulsi elettromagnetici ci fa compiere azioni e dire frasi che altrimenti non saremmo in grado. Grazie a lui siamo entrati a stretto contatto con il mondo della scienza e ora siamo finalmente diventati tre affermati scienziati. Tutto questo implica un prezzo da pagare, ossia immani sofferenze, soprattutto a livello psicologico (anche fisico, a volte, ma in maniera assai ridotta).

E.B. - Passiamo ad analizzare la vostra ultima fatica Morto, un album che riunisce sotto un unico sound diverse influenze, dallo Sludge al Post Hardcore, dalla Psichedelia più estrema al Doom. Come avete proceduto per comporlo?

Lin - La decomposizione di MoRtO è stata assai lunga e incostante. Dapprima sono stati creati consequenzialmente i vari apparati che ne costituiscono la forma, dopodiché sono stati perfezionati. MoRtO è senza dubbio il nostro esperimento scientifico più lungo e complesso, con una gestazione iniziata oramai due anni or sono e che continua fino ai giorni nostri. Probabilmente troverà una nuova soluzione di continuità in futuro, ma è presto per azzardare queste ipotesi.

E.B. - Com’è avvenuta la registrazione e quale strumentazione tecnica usate per raggiungere sonorità così soffocanti ed opprimenti?

- Innanzi tutto, ci teniamo a dire che ci provoca un certo sollazzo il sapere che forme di vita come la tua ne possano essere oppresse. Tuttavia non abbiamo voluto stupirvi (voi, umani) con inutili effetti speciali, anche se le apparecchiature utilizzate risultano a volte assai complesse. Durante la decomposizione di MoRtO siamo rimasti particolarmente affascinati dalle frequenze di una cordiera scordata di un antico pianoforte a coda, dai battimenti dei feedback incrociati, dallo stridere di lamiere di recupero, ma anche da comuni strumenti musicali come bassi e batterie.

E.B. - E' stato difficile riuscire a strutturare un disco così complesso usando solo due bassi, una batteria e dei pedali multieffetto?

Lin - Per un complesso strutturare un disco, a detta tua “così complesso”, non è poi così complesso. Sarebbe stato probabilmente più complesso con l’ausilio di complessi strumenti a corde quali chitarre e voci. Attento umano, non farti trarre in inganno dalle tue stesse parole, se il complesso in questione fosse stato autore di un disco veramente complesso, non saresti qui di fronte a me a colloquiarne apertamente. Spesso in soli quaranta minuti è facile trarre in inganno anche il più attento degli ascoltatori, e tu ci sei cascato come altre miriadi di tuoi simili.

E.B. - Vi sentite legati all’ottica seguita da molte formazioni che propongono un genere affine al vostro, che prevede la scelta di rimanere inscritti nella sfera underground della musica? O invece credete che le sonorità dei Morkobot possano gradualmente essere estese ad un pubblico non “di nicchia”?

Lin - Questo non sta a noi stabilirlo. Abbiamo sempre e solo eseguito il volere di Morkobot in tutte le nostre (de)composizioni. Tuttavia, col passare del tempo abbiamo capito che per assoggettare più umani possibili è necessario allargare i propri orizzonti passando dal campo della musica, la grafica, la letteratura e la cucina. Per noi non vi sarebbe problema alcuno se la cerchia della nicchia si allargasse, purché le intuizioni di Morkobot rimangano del tutto inalterate.

E.B. - La vostra musica non è cantata ma sostituisce alle parole dei fraseggi strumentali che tolgono il fiato all’ascoltatore. Credete che l'inserimento di una voce snaturerebbe l'essenza dei Morkobot?

Lin - Non ci siamo mai posti il limite di non utilizzare una voce per compiere i nostri esperimenti. Essi si sono sempre svolti nella più totale spontaneità e naturalezza, ma al mondo esistono tanti strumenti differenti e ben più versatili di una, perché quindi accontentarsi dei limiti di una voce? Non vi è forse troppo abuso di tale strumento? Che la voce sia solo una formalità al giorno d’oggi?

E.B. - Focalizzandosi sulle vostre esibizioni live, si deve sottolineare l’assoluta fedeltà dei vostri suoni a quelli proposti sulle pubblicazioni. Avete lavorato parecchio sull’ambito live, per perfezionare la dimensione dei suoni oppure è stato un processo scaturito naturalmente?

Lin - Quello che puoi udire durante le nostre apparizioni è esattamente ciò che è stato inciso sui supporti audio delle nostre pubblicazioni, senza differenza alcuna. E’ quindi cosa normale e naturale che suonino del tutto simili, sebbene siamo coscienti del fatto che MoRtO, dal vivo, sia evocativamente superiore a causa dei limiti fisicamente ed economicamente imposti dalle modalità di registrazione vigenti sulla Terra.

E.B. - Negli anni avete condiviso il palco con altre realtà promettenti dell’ambito sperimentale italiano. Vi sentite connessi a questa scena o credete che Morkobot sia un progetto a parte, che vuole mantenere una propria identità?

Lin - Questo è un interrogativo che non ci siamo mai posti. Ognuno è libero di assegnare il Verbo di Morkobot alla sc(i)en(z)a che più gli aggrada. Per noi cambia poco o nulla. Abbiamo però constatato che esiste proporzionalità diretta tra l’aumento della soddisfazione di noi messaggeri di MoRkObOt e l’aumento delle varietà delle realtà incontrate durante il percorso.

E.B. - La Supernatural Cat sta rivestendo il ruolo che la Southern Lord ha nel panorama sperimentale estremo d'oltreoceano. Qual è il vostro rapporto con quest’etichetta e come ne siete entrati in contatto?

Lin - Morkobot, giunto sulla Terra cinque anni or sono, è stato per un periodo in cerca di esseri umani particolarmente affidabili, volenterosi, creativi, e con la più corretta attitudine a diffondere il suo verbo. Una volta trovati i ragazzi di Supernatural Cat, tramite un subliminale lavaggio del cervello, ha fatto in modo che essi trovassero in Lin, Lan, Len (i messaggeri di Morkobot) individui apparentemente idonei per compiere una missione comune. Forse un incontro del genere dalle vostre parti è chiamato semplicemente “fortuna sfacciata”.

E.B. - Lin, Lan e Len hanno altri progetti musicali al di là dei Morkobot o si dedicano pienamente solo a questo gruppo? In caso di risposta affermativa, potreste presentarci questi progetti?

Lin - Nonostante le nostre menti siano ottenebrate dal volere di Morkobot è capitato (e capita tutt’ora) che (all’insaputa di MoRkObOt stesso, lui non deve sapere, o per noi la disintegrazione è pressoché assicurata! D'altronde ancora in parte umani siamo! Ssssssh!) compiamo atti impuri flirtando con altre formazioni dedite alla stesura del suono (più che altro per studiarne i comportamenti), quali BarbeMatte, Viscera///, Udo Caramba, berlikete, e alcune altre negli anni più addietro. Non è da escludere che altre saranno in futuro.

E.B. - Le vostre copertine sono permeate di un alone o acido o oscuro, che testimonia perfettamente le sensazioni trasmesse da ciascuna opera. Chi le ha ideate/disegnate e qual è il loro significato?

Lin - La grafica di Morkobot (il primo album) è tratta da un disegno di DEM, un artista e amico che stimiamo molto per via di tutti i suoi arti contemporaneamente dediti alla rappresentazione di spettacolari forme di vita. Mentre per MoStRo e MoRtO le copertine sono state realizzate da Malleus Art. Lab (che poi non sono altro che i ragazzi di Supernatural Cat), sono interamente stampate e numerate a mano in preziose edizioni limitate. Morkobot deve molto a loro e crediamo che probabilmente li proteggerà per tutte le loro generazioni a venire.

E.B. - Come scegliete i titoli dei vostri album e cosa significa il moniker Morkobot?

Lin - Noi non abbiamo scelto il nome Morkobot in quanto è stato lui a scegliere noi come suoi araldi. Pensala come vuoi, deridici pure (come fanno molti tuoi simili), ma sappi che questa è la verità, quel nome è uscito dalle nostre labbra senza che ce ne rendessimo conto, così è stata la prima manifestazione di Morkobot, esattamente un lustro fa.

E.B. - Progetti per il futuro? State lavorando al successore di MoStRO? Oppure vi state solo dedicando alla dimensione live attualmente?

Lin - Trascorriamo intere serate rinchiusi nella Fortezza della Scienza a compiere nuovi eccezionali esperimenti scientifici, tra un’apparizione e l’altra. A essi volte portano a risultati inediti, altre conducono l’andamento della serata verso la perdizione. Dobbiamo però ammettere che l’esito delle ultime prove di laboratorio sta portando nella direzione sperata. Ma è presto cantar vittoria (anche perché non abbiamo una voce), dovrà passare ancora molto tempo. Nel frattempo traiamo nuova linfa dalle apparizioni nel luoghi più disparati.

E.B. - Pensate che in futuro il sound dei Morkobot si modificherà profondamente rispetto a ciò che è stato prodotto fino ad oggi?

Lin - Ancora non ci è dato sapere. Siamo comunque sempre alla ricerca di nuove, sofisticate ed elaborate apparecchiature di riproduzione sonora.

E.B. - Un’ultima curiosità: puoi spiegarci com’è avvenuto il vostro avvicinamento alla musica e quali sono state le origini del progetto Morkobot?

Lin - Ragazzo, crediamo che tu stia chiedendo troppo ora. Sappi solo che noi tre, prima, eravamo dei semplici esseri umani che trascorrevano di tanto in tanto (ma molto in tanto) allegre serate chiusi in quella che poi diverrà la Fortezza della Scienza a mettere a dura prova i propri apparati digerenti. Poi quel giorno è comparso Morkobot, il quale ci ha donato un delay ed un ring modulator. Da allora le nostre serate non sono più state allegre.

E.B. - Grazie per averci concesso quest’intervista e per la tua disponibilità. Vi auguriamo un in bocca al lupo per le prossime esibizioni e i prossimi traguardi. Puoi concludere l’intervista come preferisci. Ciao da RockLine.it!

Lin - Per chiudere l’intervista nel modo più spettacolare ci piacerebbe concludere con una frase a caso di Joey DeMaio: "Adepti rockliniani, siate pazienti e siate forti. Non perdete la vostra incredibile fede in Morkobot e continuate a viaggiare con più amici possibile (???). Il fatto di vedere gli adepti viaggiare verso altri stati di coscienza per vedere i Lin, Lan, Len fa incazzare i nemici del Getal. Questo li costringerà a mettere da parte la loro avarizia e dare a voi quello che meritate. Il giorno sta per arrivare e non dimenticate che se è troppo potente (???), allora è Morkobot!". Lodi a Morkobot!

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