Miracle, The
(Fabry)
di: 
Jacopo Prada
11/02/2007



 

Nel 2006 i The Miracle hanno date alle stampe una fra le migliori uscite in ambito Hardcore dell’anno. RockLine.it ha perciò deciso di raggiungerli per scambiare qualche battuta con Fabry, chitarrista della band, al fine di conoscere qualcosa in più sul talentuoso complesso lombardo…

J.P. - Ciao Fabry, ti ringrazio subito per la disponibilità. Benvenuto su RockLine.it! Come va?

Fabry - Ciao Jacopo! Tutto bene grazie, siamo appena tornati da alcune date in Inghilterra.

J.P. - Spiegaci chi sono i The Miracle

Fabry - Allora, i The Miracle nascono nella primavera del 2004 da un’idea mia e di Gio, il bassista, e subito ci troviamo d’accordo nel chiedere a Fabio, cantante, e Stizzo, batterista, di far parte del progetto. All’inizio il gruppo procede in quattro, poi si aggiunge Mauro dei NoMoreFear alla chitarra, che tuttavia lascia la band dopo poco tempo. In seguito abbiamo provato un bel pò di chitarristi, arrivando all’inizio del 2006, quando Stefano entra a far parte della band. A fine estate Fabio parte per l’America per raggiungere la ragazza e per cercare lavoro oltreoceano. Dopo ampie ricerche Sacha, gia cantante degli Strong Enough, diventa il nuovo cantante dei The Miracle.

J.P. - Parliamo ora di Not Just Words. Credo sia un album veramente valido e le canzoni contenute in esso tutte molto belle. Tu cosa ne pensi? Sei soddisfatto di quanto avete fatto? Gli altri ragazzi della band che dicono?

Fabry - Ti ringrazio per il buon giudizio dato a Not Just Words. Personalmente a me piace, lo considero un buon album, ma sicuramente si può migliorare molto. Sai, io sono uno sempre molto critico. Gli altri sono soddisfatti e speriamo di avere un buon riscontro anche al di fuori della nostra cerchia di amici.

J.P. - Quali sono i brani che preferisci all’interno del disco? Personalmente adoro Guilty e My Rights, No Rights

Fabry - Direi Guilty sicuramente, e poi You Lost My Trust. Anche My Right, No Right mi piace molto, ma forse manca di qualcosa….

J.P. - Sono curioso di sapere come è nata l’idea di inserire, prima di We Will Fight You, una brave introduzione parlata. Da cosa è tratta? Che valore ha?

Fabry - Allora, l’intro di We Will Fight You è tratto dal film Il Padrino, in quanto il testo di quella canzone si schiera contro alcune politiche guerrafondaie che sono state adottate dall’amministrazione americana. L’introduzione parlata è infatti un dialogo in cui si dice che tutti gli uomini di potere abusano della propria autorità per scopi personali, a volte anche in maniera non molto limpida, come è avvenuto in alcune occasioni nella realtà americana, e non solo.

J.P. - Cosa mi dici invece riguardo a The Silver Note? Sono rimasto molto stupito da una canzone del genere in un disco come Not Just Words. Come mai avete deciso di inserirla nell’album? L’avete scritta voi?

Fabry - Ehehe, anche io sono rimasto stupito da The Silver Note. Pensa, l’ho improvvisata io un giorno a casa di Gio, che ha un bel pianoforte. L’abbiamo registrata e abbiamo detto: ”Perché non metterla come intermezzo?!?”, e cosi è stato. Diciamo che spezza un pò il baccano del disco…

J.P. - Della copertina cosa puoi dirmi? A me personalmente piace molto, così come il booklet. Chi l’ha scelta e che significato ha?

Fabry - Allora, la copertina è stata dura da decidere: in principio volevamo fare una cosa differente, un disegno non araldico, ma poi non eravamo tutti d’accordo, così, visto che il tempo stringeva e volevamo fare qualcosa che richiamasse anche le nostre vecchie magliette raffiguranti l’emblema di Milano, abbiamo fatto fare questo disegno ad una ragazza, Alice (grazie mille!). Il booklet l’abbiamo studiato insieme a Fra della Still Life, che ha fatto un ottimo lavoro a mio parere.

J.P. - Il contratto con la Still Life vi ha aiutato nel vostro percorso musicale? Che rapporto avete con la label? Come è nata questa collaborazione?

Fabry - Sicuramente la Still Life Records è un ottima etichetta e il contratto con loro ci ha aiutato, e non poco, a farci conoscere al di fuori nel circuito italiano. Con Fra abbiamo un buonissimo rapporto, anche perché prima di essere il Fra della Still Life per noi è un buonissimo amico. Quindi il rapporto di amicizia che ci lega ci ha aiutato anche nel buon lavoro svolto fino a questo momento. Per quanto riguarda la nostra collaborazione, essa è nata dopo l’uscita dell’EP True Spirit. Fra mi ha chiamato e abbiamo parlato un pò dei The Miracle, e cosi poi abbiamo decisodi lavorare insieme.

J.P. - True Spirit, il vostro EP d’esordio, è stato ristampato su cd l’anno scorso da una label brasiliana, ciò significa che in Sud America siete apprezzati. Questo ti sorprende?

Fabry - No, non mi sorprende affatto: molte buonissime Hardcore band italiane sono andate di recente in tour in Sud America. Lì l’Old School Hardcore ha ancora molto piglio sui ragazzi, invece qui in Europa va molto più il Metalcore. Quando Thiago della No Mercy mi ha chiesto di ristampare il disco in Sud America quasi non ci credevo, per noi è stata davvero una figata poter avere un disco che circola anche lì.

J.P. - Purtroppo Fabio ha dovuto lasciare il gruppo. A me dispiace tantissimo, perché penso sia anche merito suo se Not Just Words si è rivelato un ottimo disco. So che avete già trovato un sostituto comunque. Penso che l’abbandono di Fabio vi abbia penalizzati? Il cambio di formazione influenzerà il vostro sound?

Fabry - Sicuramente l’abbandono di Fabio è stato un colpo per noi, sopratutto per l’amicizia che ci legava. Io suonavo con lui già negli Shotgun Formation. Ci siamo fermati un attimo e ci siamo chiesti cosa volevamo fare, e abbiamo deciso di continuare anche senza Fabio. Sono sicuro che anche lui lo avrebbe voluto, non voleva che il gruppo si sciogliesse per “colpa sua”. A livello strettamente musicale, penso che il cambio di formazione influenzerà un pò il sound dei The Miracle, perché Sacha (il nuovo cantante) ha un timbro di voce diverso da Fabio. Penso che comunque non ci metteremo a fare Metal…

J.P. - Ti piace suonare dal vivo? Come è stato a Bolzano a novembre? Sei rimasto soddisfatto?

Fabry - Suonare dal vivo è la cosa che mi piace fare di più. A Bolzano è stato figo qualche tempo fa con i Cro-Mags. Loro sono dei grandi!

J.P. - Cosa vuol dire per te Old School Hardcore? Quali sono le band che meglio lo rappresentano? Che cosa ha in più rispetto all’Hardcore di nuova scuola?

Fabry - A me non piace molto la definizione Old School Hardcore, ma ultimamente si tende a confondere un pò ciò che è Hardcore da quello che neanche si avvinica lontanamente ad esserlo. Io ho sempre concepito l’Hardcore come aggettivo del Punk, nel senso di stile di vita, e l’Hardcore per me vuol dire testi che trasmettono qualcosa, non solo riff impazziti e batteria a mille. Le band che a mio parere rappresentano al meglio l’Hardcore a livello italiano sono assolutamente i Sottopressione, a livello mondiale invece i Sick Of It All, perché hanno sempre continuato negli anni a portare avanti una vita “Hardcore”, anche se gli ultimi dischi non mi dicono nulla.

J.P. - Ascolti anche altri generi musicali al di fuori dell’Hardcore? Quali sono i tuoi gruppi preferiti attualmente? E in passato?

Fabry - Io ascolto davvero un pò di tutto, dal Jazz, alla Classica, dal Punk al Metal, passando chiaramente per l’Hardcore. Ora come ora i miei gruppi preferiti sono i Misery Signals, una band americana con ex membri di 7 Angels 7 Plagues, e a livello italiano gli Abel Is Dying (il loro EP è fighissimo secondo me).

J.P. - Cosa puoi dirci della scena HC nella zona di Milano e dintorni? Sbaglio o è in costante fermento? C’è qualche valido complesso che ti senti di raccomandare ai nostri lettori?

Fabry - Nella zona di Milano c’è sempre qualcosa di nuovo che esce e sinceramente non riesco a starci dietro come vorrei. Personalmente mi sento di consigliare gli Stop Talking!, cui promo è veramente figo. Comunque i gruppi validi sono veramente molti...

J.P. - So che avete aperto i concerti di Champion e Comeback Kid. Dal momento che sono fra le mie band preferite ti chiedo di raccontarci qualcosa a riguardo…

Fabry - Ad essere sincero non mi ricordo nulla di eclatante. Ricordo però che il chitarrista dei Champion era molto simpatico ed era venuto da noi a parlare per farci i complimenti. Una grande soddisfazione per me, in quanto i Champion sono anche tra i miei gruppi preferiti!

J.P. - Tu sei Straight Edge, vero? Da quanto? Cosa significa per te seguire questa filosofia di vita?

Fabry - Sì, sono Straight Edge da circa sette anni. Per me è semplicemente una scelta personale, che non deve ledere le libertà altrui, come gli altri non devono farlo con la mia. Non ho mai pensato alla filosofia Straight Edge come qualcosa da imporre agli altri, è giusto che ognuno faccia quello che vuole.

J.P. - Progetti per il futuro? Tornerete a Bolzano? Qualche idea per il nuovo disco?

Fabry - Per il futuro stiamo pensando ad un nuovo 7”, che spero uscirà prima dell estate. Vorremmo fare anche un tour in Brasile, ci tengo molto. Speriamo di tornare presto a Bolzano, ci siamo divertiti di brutto con i Cro-Mags!

J.P. - Beh, direi che può bastare! Grazie di tutto e saluti da parte mia e da tutta la redazione di RockLine.it! Ti concedo qualche riga per lasciare un messaggio ai nostri lettori. A presto, ciao!

Fabry - Jacopo, ti ringrazio tantissimo per quest’intervista. Mi ha fatto piacere conoscerti a Bolzano e ti ringrazio per averci dato la possibilità di farci conoscere ai lettori di RockLine.it. Grazie e alla prossima!

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