Mind's Eye
(Daniel Flores)
di: 
Edoardo Baldini
17/03/2006



 

I Mind's Eye, a distanza di quattro anni da A Work of Art, ritornano con lo stupendo Walking on H2O, che può concorrere a diventare una delle migliori uscite del 2006 in ambito Progressive. A scambiare con RockLine.it qualche impressione sul nuovo album è il compositore e mente del gruppo, il batterista/tastierista Daniel Flores...


E.B. - Ciao! Come va? Prima di tutto, complimenti per Walking on H2O: l’ho trovato eccellente e molto interessante, non solo per i fan del Progressive. Dunque, raccontaci come avete lavorato dall’uscita di A Work of Art. Quanto tempo vi è servito per comporre il vostro ultimo album?

Daniel - Ciao Edoardo! Grazie per le buone parole, le ho davvero apprezzate. Beh, per essere onesto ci ha portato via un anno per completarlo. Ci sono stati quattro anni da A Work of Art. Quando la band è stata fuori servizio ho scritto qualcosa e in quel periodo scrissi molte delle parti dell’album. C’era l’idea di mettersi al lavoro per un album subito dopo l’uscita di A Work of Art, ma ci furono difficoltà da superare per noi, non ci riuscimmo, ma ora siamo qui, con un componente in meno, ma con una band molto molto più unita. Abbiamo lavorato duramente per riuscire a registrare e pubblicare questo disco, ma ora lo sforzo non ci è sembrato inutile.

E.B. - Qual è il vero significato del titolo? Suppongo sia connesso con quello dell’ultima canzone Poseidon Says, giusto?

Daniel - Giusto, anche se il titolo è proprio perfetto, riassume anche cosa ho voluto dire con i testi: siamo ormai al punto in cui gran parte delle nuove scoperte dei nostri scienziati più capaci sono davvero invenzioni divine, sono convinto che siamo a pochi passi dall’essere dei, e presto forse anche dal camminare sull’acqua.

E.B. - E infatti Walking on H2O è un concept, che parla di evoluzione dell’uomo, scienza, religione e molti altri argomenti come questi. Puoi farci una breve descrizione delle relazioni tra i temi dei testi di ogni canzone e l’intero album?

Daniel - Questo è molto importante, perchè i testi sono proprio la chiave del concept, ovviamente quelli che mancano a molte band oggi sono secondo me proprio i testi. Studiare la relazione tra testi e musica è davvero come lavorare a un film. L’uno è sempre connesso con l’altro. Per esempio, quando ho un testo che dice (preso dal testo di Equally Immortal) “like a pack of wolves searching for food” (“come un branco di lupi in cerca di cibo” n.d.t.) mi piace che l’ascoltatore possa sentire un vento raggelante dentro una foresta mentre ascolta queste frasi. E quale via migliore per farlo che prendere un violoncello e farlo suonare proprio così? Ascolta te stesso. Io lavoro con la musica come un regista, o un pittore se preferisci. Devo sempre essere sicuro che tu ascolti e senti ciò che hai di fronte. Sono innamorato sia della musica sia dei film, quindi penso sia per questo che continuo ad andare avanti in questo modo…

E.B. - La vostra musica è definita come Progressive Metal, ma in molti episodi dei vostri lavori credo si veda un certo feeling rock. Sei influenzato più dal Progressive Rock o dal Metal?

Daniel - Sì, sono d’accordo. Sono cresciuto coi Genesis e gli Emerson Lake & Palmer, scoprendo il Metal verso la fine dell’adolescenza. Credo che molte delle band Progressive Metal sono per lo più Metal, e non Progressive. Abbiamo preso una certa distanza dalla scena Progressive, perché non ci sentiamo néMetal né Rock, non semplicemente suoniamo musica! Anche se ci sono alcuni gruppi in giro che suonano un Prog Rock più duro che mi piace (Last Tribe e Vanden Plas), credo che siamo più vicini a un Rock sinfonico che si fonde con l’AOR, piuttosto che al Metal, o anche al puro Rock.

E.B. - Cos’è cambiato nella composizione dall’abbandono di Fredrik Grünberger? Ha mollato per problemi di tempo, giusto?

Daniel - Beh, in un certo senso…ha abbandonato l’impresa e non si divertiva più a suonare. Penso che tra me e Fredrik ci fosse un’ottima alchimia che andava alla grande, ma penso anche che abbiamo portato questa alchimia ad un vicolo cieco. Non è bello realizzare che un rapporto ha dato tutto, è ancora peggio quando in realtà nulla va male. Noi rispettiamo i suoi desideri e gli auguriamo la migliore fortuna. Naturalmente la mia vena compositiva è cambiata abbastanza dal nostro ultimo album. Cosa è in definitiva cambiato dalla separazione? Non te lo saprei dire, perché non credo siamo cambiati, preferisco pensare che abbiamo preso un percorso diverso. È sempre il nostro sound, dei Mind’s Eye, l’unica perdita è stata la sua amicizia e le sue grandi doti alla chitarra, ma Johan lo sostituisce più che degnamente.

E.B. - Ma quindi tu, Andreas e Johan avete soltanto rapporti di lavoro o siete anche amici? Ci puoi dire quali sono gli svantaggi e i vantaggi di essere una band a tempo pieno?

Daniel - È difficile essere creativi rimanendo in una sola band, penso che side-projects e side-sessions siano necessario per i componenti. Il vantaggio è che suonando in un solo gruppo non hai altro a cui pensare musicalmente parlando, è più semplice. Da un certo punto di vista noi siamo grandi amici. Credo che ci debba essere un piccolo spazio tra l’essere amici e l’essere “soci d’affari”. Se si è troppo buoni amici si perde il rispetto che serve in una band, e se si è troppo distaccati l’uno dall’altro si corre il rischio di andare a prendere un grosso granchio. Cerchiamo di trovarci il più possibile, ma essendo musicisti a tempo pieno non c’è abbastanza tempo. Comunque ci divertiamo un casino quando ci troviamo, e poi ci chiamiamo sempre per tenerci informati su cosa ognuno di noi sta facendo, come vada con la famiglia e con gli amici.

E.B. - E tu dove hai preso le idee per comporre l’intero album? È incredibile che tutte le canzoni sia state create da una sola mente!

Daniel - Grazie! Ad essere onesto non saprei se posso prendermi tutto il merito, perchè gli altri ragazzi ci hanno sempre messo del loro, tanto da poter dire che le canzoni sono nostre, piuttosto che soltanto mie. Ciò che mi ha fatto scrivere quest’album è stato il fatto che avessi così tanto materiale che aspettava solo di essere registrato. Dall’ultimo lavoro avevo più di venti canzoni pronte ad uscire dal mio cassetto. Quando la Lion Music mi propose il contratto, ho pensato: che diamine! Mettiamoci a fare un altro album targato me!

E.B. - Com'e il vostro rapporto con la Lion Music? Personalmente penso sia una delle migliori etichette Progressive di oggi…

Daniel - Personalmente amo i loro lavori. Sono senz’altro la migliore etichetta con cui ho lavorato nel corso della mia carriera. Non posso sapere se sono i migliori, non ho lavorato con la Inside Out ancora, e anche loro sembra che si occupino bene delle proprie band. Lasse è un grande amico e possiamo parlare di tutto quando ci incontriamo, non soltanto di musica e dei Mind’s Eye. Il mio rapporto con questa label è più che semplicemente di lavoro,e mi fa sentire del tutto a mio agio. Vorrei anche mettere in risalto il fatto che Lasse stesso è un musicista, e quindi può apprezzare più cose rispetto ad altri di altre case discografiche, e questo è un grande vantaggio per me.

E.B. - Come si sta sviluppando la scena prossime svedese? Le band più famose sono attualmente proprio quelle della Inside Out… Pain of Salvation e Evergrey per esempio, ma voi e altre buone realtà della Lion Music state guadagnando terreno!

Daniel - Molte band stanno emergendo oggi. Sebbene alcune non possa chiamarle Progressive, ne apprezzo alcune. La Lion Music è in forte competizione con la Inside Out, e penso che la Lion Music stia lanciando molte band interessanti più della Inside Out. Fate attenzione alla Lion Music!

E.B. - Dei tuoi album con i Mind's Eye due sono stati pubblicati sotto Lion Music. Quale preferisci maggiormente? Per me quest'ultimo è il più interessante e maturo…

Daniel - Grazie ancora. Per me ognuno dei due album più recenti ha qualcosa di speciale, ma credo che anche per i ragazzi il preferito sia l’ultimo. In A Work of Art abbiamo trovato noi stessi, e in Walking on H2O siamo partiti da lì per andare ancora oltre. Maturare è molto importante per noi…non vogliamo sembrare ventenni che fanno il loro secondo album…indubbiamente sono soddisfatto riguardo i nostri ultimi tre album, ma non posso più dire che mi piaccia il primo.

E.B.
- Cambiando discorso...ho trovato molte somiglianze col sound dei Pain of Salvation in capitoli come The Nazca Lines, anche se il vostro stile è comunque diverso. Mi sono pure piaciute canzoni come A Rabbit in the Hat e Equally Immortal. Ci potresti dire come le hai composte?

Daniel - Uhhh! I Pain of Salvation non fanno per me, ma rispetto la loro abilità musicali. Trovo che i testi di Daniel Gildenlöw siano buoni, ma non abbastanza per farmi comprare i suo lavori… Comunque, scrivo la maggior parte della mie canzoni alla tastiera, a poi cerco di far venir fuori il lavoro di chitarra attorno ai miei accordi, facendoli suonare nel modo che desidero. Spesso scrivo i testi dopo aver terminato la musica, altre volte capita che le scrivo prima. Poi alcune volte compongo partendo da delle linee di batteria, come per esempio in The Nazca Lines, una canzone che ho scritto alla base di una parte per batteria, e le altre sono venuto dopo, lavorandoci in studio. Tra l’altro io registro anche per altri artisti, e spesso mi saltano fuori idee che non necessariamente hanno a che fare con la loro musica, e quindi le registro e le tengo per i Mind’s Eye, ho già adesso dieci canzoni completate per il nuovo album dei Mind’s Eye.

E.B. - Addirittura? E seguirà il sound di Walking on H2O oppure state cambiando il vostro stile?

Daniel - Non siamo mai felici di rimanere in un sol posto. Ci piace evolvere continuamente e questo porta la nostra musica in nuovi luoghi, luoghi in cui non eravamo mai stati prima. Anche se credo che cambieremo, non sarà così radicalmente come quando uscimmo col secondo album. Il prossimo sarà più oscuro e più duro. Stiamo proprio per scrivere l’ultima canzone e te lo posso dire, sarà qualcosa di diverso, ma pur sempre col marchio Mind’s Eye.

E.B.
- Intanto a seguito dell'’uscita di Walking on H2O ci sarà un tour?

Daniel - Lo spero. Stiamo parlando con vari promoter che si stanno muovendo in quella direzione. Sarò onesto. Siccome ora siamo in tre, abbiamo bisogno di due o tre ragazzi per i live, e abbiamo ottimi musicisti che ci hanno detto di sì, ma senza un budget decente questo sarà impossibile… Speriamo che le cose si mettano per il verso giusto, e che ci sia abbastanza denaro per sfamare i figli di tutti.

E.B. - Siete mai stati in Italia? Sarà possibile per i fan italiani del Progressive Rock/Metal vedervi suonare nel nostro Paese?

Daniel - Sono stato in Italia quattro volte, due delle quali per suonare, le altre due in vacanza. Come ho detto, sarebbe fantastico se potesse succedere, ma sinceramente, vedendo com’è la situazione del business musicale…lasciami dire che sto annaspando. L’Italia è meravigliosa e ho molti amici lì, mi piacerebbe suonarci coi Mind’s Eye nel futuro! Teniamo le dite incrociate!

E.B. - Ora una domanda personale. Ho ascoltato anche Electric Stalker, il nuovo album dei Speedy Gonzales, l’altro tuo progetto. Cosa proponi con questo progetto?

Daniel - Beh, quello è il progetto di Tommy Denander e Thomas Wikström, al quale io e Marcel Jakob ci unimmo alla fine delle registrazioni. Tommy mi chiese di suonare la batteria e sono stato entusiasta di farlo. Le canzoni erano già state scritte quando vi entrai, penso fossero state scritte già negli anni '80 o giù di lì. È stato un grande sogno che si è realizzato per me, suonare con questi ragazzi e vedere che il mio stile piaceva loro. Tommy è un’icona nell’AOR, e un buon amico.

E.B. - Infine, una curiosità…puoi dirci qualcosa sulla tua evoluzione musicale (come hai iniziato a suonare la batteria e la tastiera, e poi a pubblicare album per i tuoi numerosi progetti)?

Daniel - Bene… ho iniziato a suonare la batteria verso i 15-17 anni, ma mai seriamente fino ai 19, quando presi il mio primo set completo di batteria (così potei cominciare a far pratica). La tastiera dovetti impararla a suonare quando studiavo al Conservatorio Musicale di Stoccolma. Dovevo suonare un secondo strumento, e ho scelto il piano, una scelta di cui vado fiero, perché non potevo scrivere musica prima si questo. Le offerte di suonare con altri artisti vennero dopo l’uscita del nostro primo album Into The Unknown, ma ho sempre rifiutato perché non voglio fare il session-musician, semplicemente voglio suonare coi Mind’s Eye. Dopo il terzo album A Work of Art ci siamo presi un lungo stacco e ho cominciato di nuovo a ricevere offerte, così le accettai e iniziai una carriera in quell’ambito. Così ho suonato coi Speedy Gonzales, con Hubi Meisel, coi Tears of Anger e molti altri dal 2002, e oggi ho suonato in più di 60 album… Non posso credere che mi arrivino ancora offerte, e le cose continueranno così probabilmente. Ho di recente vinto il premio come miglior batterista dell’anno su www.melodicrock.com, e questo ha di certo aiutato la mia carriera. Ora ricevo ancora più offerte di prima!

E.B. - Bene, grazie mille di averci concesso questo tempo rispondendo alle nostre domande! Ti auguro un futuro di successo con Walking on H2O. Puoi finire l’intervista come preferisci. Ciao!

Daniel - Grazie per aver letto quest'intervista. I Mind’s Eye ringraziano tutti quelli che ci hanno supportato. Abbiamo lavorato a quest’album per i fan, e i fan sono davvero la ragione per cui siamo ancora qui dopo dieci anni. Per più informazioni, clickate sul nostro sito www.roundrec.com. Grazie! Edoardo, è stato un piacere chiacchierare con te! Buona fortuna e continua a seguirci!

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