Khymera
(Daniele Liverani)
di: 
Salvatore Sciumè
08/03/2008



 

Nati come side-project per volontà del poliedrico musicista nostrano Daniele Liverani e del cantante dei Kansas Steve Walsh, oggi i Khymera, dopo aver raggiunto già dal precedente A New Promise una line up stabile che può contare sul talento di Dennis Ward, Tommy Ermolli e Dario Ciccioni, hanno raggiunto il traguardo del terzo album, grazie all’ottimo The Greatest Wonder. E’ proprio Daniele Liverani a parlare a RockLine.it dei progetti presenti e futuri dei Khymera...

S.S. - Ciao Daniele e complimenti per The Greatest Wonder, davvero un buon album, a mio avviso il migliore dei tre che finora avete dato alla luce. Ti trovi d’accordo con questo mia personale considerazione?

Daniele - Beh ti ringrazio, e credo proprio di sì, forse questo disco è il più maturo dei 3, oramai il team è affiatato. E si cominciano a vedere i risultati a mio avviso.

S.S. - Al processo di songwriting hanno partecipato i fratelli Tom e James Martin, che negli anni hanno collaborato anche con House Of Lords e Ted Poley. Soddisfatto del loro lavoro? Non pensi che ciò abbia causato in alcuni frangenti, pur mantenendo sempre un vostro stile, una certa assonanza con questi artisti, ad esempio in A Beautiful Life che ricorda un po’ l’ultimo Ted Poley solista?

Daniele - Direi che di base abbiamo lasciato a loro la più ampia libertà di scrivere songs nel loro stile molto melodic rock, abbiamo poi selezionato le song che più ci sembravano adatte per il nuovo disco, e loro ci hanno mandato versioni demo che poi abbiamo imparato ed assimilato prima della produzione vera e propria del disco. Credo che sia naturale qualche assonanza con altri lavori per i quali hanno scritto brani, ma ad ogni modo la nostra rielaborazione ha comunque dato qualcosa di personale ai brani e credo che non ci siano problemi in questo senso.

S.S. - La mia impressione è che i Khymera ne siano usciti migliorati dall’avvicendamento tra Steve Walsh e Dennis Ward, il quale sembra aver contribuito a rendere più corposo un sound che agli esordi pur se piacevole risultava un po’ morbido. Dato per scontato che si tratta di due grandi vocalist, qual è il tuo pensiero al proposito? Quali sono le differenze tra i due? E con quali dei due ti sei trovato meglio?

Daniele - Diciamo che all’inizio tutto andava a meraviglia, ma poi ci sono stati problemi di varia natura con Steve Walsh che sfortunatamente hanno impedito la possibilità di poter continuare con lui questa avventura Khymera. Inizialmente Steve si è dimostrato molto disponibile e modesto a livello artistico devo dire, ma poi durante il periodo promozionale ci sono state delle incomprensioni e dei comportamenti che hanno irrigidito i rapporti con Frontiers, e che purtroppo hanno reso impossibile la continuazione della collaborazione con lui come singer dei Khymera. Non so, forse a giochi fatti Steve ha fatto un passo indietro e non voleva identificarsi troppo con il progetto Khymera rimarcando la sua performance come guest appearance e non come membro del project a tutti gli effetti, ma credo che accettando di cantare un album intero sia inevitabile che da parte dei fans e della stampa ci sia un certo tipo di attribuzione di ruolo, non trovi? Al di là di come lo si promuove a livello di media/press da parte della label...ad ogni modo è andata così, adesso guardiamo avanti. Dennis si è dimostrato molto professionale e amichevole da subito, oltre che di grande talento ovviamente, e devo dire che il suo timbro vocale si è rivelato perfetto per il sound che cercavamo con i Khymera. Ward è sicuramente più melodico e meno graffiante di Walsh, ma per la direzione che ha preso il sound della band è decisamente più adatto come stile e come approccio.

S.S. - E’ giusto dire che The Greatest Wonder segue la stessa scia del precedente A New Promise raggiungendo tuttavia risultati migliori e davvero eccelsi? A cosa è dovuto questo miglioramento?

Daniele - Sicuramente al fatto che la lineup non è cambiata e questo ha portato ad un consolidamento stilistico e dell’identità musicale della band, e credo che questo abbia contribuito al conseguimento di un buon risultato.

S.S. - La line up è ormai stabile e adesso avete anche deciso di intraprendere il vostro primo tour. Dietro a ciò c’è forse la volontà di trasformare quello che era nato come un side-project in una band stabile con cui intraprendere un percorso comune e a lungo termine? Almeno è quello che ci auguriamo noi amanti dell’AOR…

Daniele - Decisamente sì, vedremo cosa succederà in futuro, si sa che nel music businness tutto è molto difficile e aleatorio, ma speriamo che i nostri sforzi abbiano un concreto riscontro.

S.S. - Puoi darci qualche anticipazione su questo vostro primo tour? Sapete già quando si svolgerà e quali paesi toccherà? Sarete anche qui in Italia?

Daniele - Al momento non ci sono ancora dati definitivi, nel nostro myspace troverete tutte le news comunque aggiornate giornalmente: www.myspace.com/khymeraband

S.S. - Il merito di The Greatest Wonder è quello di contenere melodie eleganti e di gran classe, ma mai eccessive, che evitano costantemente di scadere nel risentito o nel banale, un AOR dalle lievi tinte Pomp che mi ha ricordato un po’ i mitici Giuffria. Prendo spunto allora per chiederti se anche voi avete avuto questa mia sensazione e delle vostre influenze, se ci sono.

Daniele - Direi che anche in questo caso sono in sintonia con il tuo parere, personalmente ho ascoltato molto hard rock e AOR anni ‘80, e questo background credo si senta negli arrangiamenti di questo nuovo Khymera. Gruppi come Journey, Toto, ma anche gli stessi Bon Jovi ed Europe hanno comunque influenzato la mia vena piu’ rock a livello di sonorità.

S.S. - Al di là invece delle influenze, quali sono stati gli artisti che hanno segnato la tua vita umana e professionale?

Daniele - Sicuramente la mia anima musicale è più progressive metal, direi che i Dream Theater sono stati davvero una rivoluzione per me, sia a livello umano che musicale, con la loro musica hanno davvero scosso il mio animo ed influenzato il mio modo di creare e concepire musica.

S.S. - Borderline, Burn Out, la title-track, The Other Side, sono tutte stupende canzoni, potenziali hit che confermano la qualità di The Greatest Wonder. Quali responsi vi aspettate da esso? Come pensate sarà accolto? Ci sono dei brani che preferisci e che vorresti segnalare?

Daniele - Di base mi auguro che chi ascolterà questo The Greatest Wonder provi delle belle senzazioni e possa passare qualche momento di buon ascolto, personalmente una delle mie song preferite è No Sacrifice, credo che contenga una malinconia ed una potenza incredibili.

S.S. - Di cosa parlano le vostre canzoni? Quali sono gli argomenti che ispirano i vostri testi?

Daniele - I testi sono molto vari, si parla di sentimenti, di relazioni difficili, di introspezione, di esperienza di vita di base. Tutti testi molto adatti al sound, a tratti molto melodico ed emozionale a mio parere. E’ molto facile parlare di sentimenti in questa tipologia di canzoni.

S.S. - Sempre sulle pagine di Rockline ho avuto il piacere di occuparmi del buon album dei Twinspirits, in cui ti prodighi in sonorità progressive elaborate che molto si distanziano da quelle dei Khymera. Ciò conferma le tue doti poliedriche, ma viene spontaneo chiederti come fai a transitare tra stili così distanti? Quali sono le differenze con cui ti approcci e ti raffronti con i diversi generi?

Daniele - Khymera è un contesto molto diverso rispetto a tutti gli altri nei quali sono coinvolto. Questa è l'unica situazione dove non mi occupo del songwriting, e sicuramente questo aspetto mi rapporta diversamente con il modo di suonare ed arrangiare i brani. C'è una ricerca specifica atta a non distorcere l'idea iniziare della song che è stata scritta dai songwriter esterni alla band, essendo io stesso un compostiore autore, capisco quanto sia importante atteneresi all'idea di base che l'autore ha scritto quando si lavora alla produzione ed all'arrangiamento di una song altrui. Parlando quindi del mio playing è chiaro che in questo contesto si attiene ad un approccio più semplice ed essenziale, direi attinente allo stile delle songs. La mia band Twinspirits che hai menzionato è tutta all'insegna della orchestrazione e della ricerca progressiva a livello tastieristico...ed è qualcosa nella quale ho avuto la libertà massima di sperimentare e di gestire ogni aspetto creativo e compositivo, ovvimente ne deriva un approccio diverso e molto più istrionico come hai menzionato.

S.S. - Puoi parlarci degli altri tuoi progetti? Quali pensi di portare avanti? Pensi di dar vita anche a dei nuovi progetti?

Daniele - Di nuovo che bolle in pentola c'è il progetto Cosmics, che è una nuova line up strumentale che vede Virgil Donati alla batteria, Rufus Philpot al basso e Tommy Ermolli alla chitarra ed il sottoscritto alle keys/songwriting. (C'è gia comunque un myspace con previews e info sul concept attivo su www.myspace.com/cosmicsproject), Il disco instrumental concept The Cosmics Year di questi Cosmics è previsto per il 18 Aprile 2008 su Lion Music/Finlandia. Sto curando poi la produzione del secondo disco dei Twinspirits, con i quali sarò in giro per una serie di lives in centro/nord italia (info nel nostro myspace www.myspace.com/twinspiritsband), e sto poi riprendeno in mano la chitarra seriamente per un nuovo album chitarristico (il terzo dopo Viewpoint e Daily Trauma), che vedrà la luce l'anno prossimo sicuramente....Come vedi non sto con le mani in mano hehe...

S.S. - Vogliamo spendere anche qualche parola per il talentuoso Tommy Ermolli? Cosa puoi dirci di lui e com’è nata la vostra collaborazione?

Daniele - Il ruolo di talent scout mi è sempre piaciuto, sin dai tempi degli Empty Tremor, anche essi tutti giovani talenti, credo infatti che collaborare con musicisti di talento sconosciuti sia un modo per dare novità e freschezza alla musica che si produce, e dire qualcosa di nuovo. Tommy è un grande talento che ho scoperto nel 2002, e che si è rivelato in tutta la sua potenzialità in questa band e non solo, non vedevo l'ora di presentarlo al mondo rock/metal, perchè davvero se lo merita, anche per l'impegno e la passione che ci ha messo in questi anni, un po come è successo per l'altro talento che ho conosciuto all'epoca della genesi di Genius che risponde al nome di Dario Ciccioni, che è il batterista appunto di questo progetto Khymera e di tutti i Genius e del mio disco solista chitarristico Daily Trauma. Anche se tecnicamente è davvero preparatissimo, il vero asso nella manica di Tommy è comunque il senso melodico e il tocco incredibilmente elegante che ha già sviluppato nonostante la sua giovane eta' (19 anni)...la sua espressività e davvero unica a mio parere.

S.S. - Avete già materiale o idee pronte per un nuovo album dei Khymera o è ancora troppo presto per parlarne?

Daniele - Direi che al momento è troppo presto per affrontare questo argomento ...

S.S. - Bene Daniele non rimane che ringraziarti per la tua disponibilità e salutarti. In bocca al lupo per tutti i tuoi progetti! Ciao.

Daniele - Grazie a te e a tutti i lettori di Rock line! ROCK!

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