Infernal Poetry
(Daniele Galassi)
di: 
Paolo Bellipanni
03/08/2005



 

Forti dell'uscita di Beholding the Unpure e delle ultime date con grandi band internazionali, i marchigiani Infernal Poetry, attraverso il chitarrista Daniele Galassi, scambiano qualche parola riguardo le proprie idee stilistiche e musicali, dimostrandosi molto aperti mentalmente negli ascolti e distinguendosi dalla maggior parte delle bands Death in questo ambito...


P.B. - Ciao Daniele. Innanzitutto grazie per la disponibilità che ci hai offerto per questa intervista. Parlaci un po’ della tua avventura con gli Infernal Poetry.

Daniele - Beh… questa è una domanda un po’ vaga…diciamo che io e Christian, l’altro chitarrista siamo i due fondatori del gruppo, nonché gli unici superstiti della line up iniziale, che risale a 1996. Da lì di cose ne sono successe molte, ma comunque dal '98 la formazione non più cambiata, eccetto per l’uscita del batterista che risale ad un anno fa circa.

P.B. - La critica vi definisce una delle band più importanti della scena death italiana, tanto da farvi superare le barriere dell'underground. Credete di meritarvi questo vostro grande successo?

Daniele - "Grande successo" è sicuramente un’iperbole, diciamo che siamo molto considerati a livello di critica. Credo che abbia pagato la nostra volontà di non fare passi falsi, cioè di aspettare magari di più ma fare dischi senza riempitivi e senza fretta.

P.B. - "Poesia Infernale". Il nome della band è riconducibile allo stile immesso nelle lyrics?

Daniele - No, nasce piuttosto come corollario della proposta musicale che prevedva un accostamento di parti brutali ad aperture melodiche che lasciavano più spazio all’emozione.

P.B. - Com'è stata l'esperienza con i Dark Lunacy nello split album Twice?

Daniele - Molto stimolante ma anche molto utile…visto che come ti dicevo tra un disco e l’altro passa parecchio tempo, quello è stato un ottimo modo per mantenere in circolazione il nome e continuare a fare date su date.

P.B. - Con quali altre band italiane o internazionali avete collaborato?

Daniele - Moltissime…tra le estere abbiamo fatto un tour europeo di sedici date con Impiety, Rotting Christ suonando occasionalmente con altre band come Anorexia Nervosa, Enthroned a molte altre che ora mi sfuggono. Poi ci sono state belle esperienze coi Behemoth, Destruction, Dismember. Per l’Italia abbiamo suonato con tantissimi gruppi, ci conosciamo un po’ tutti.

P.B. - Sentite un distaccamento musicale tra il primo album Not Light but Rather Visibile Darkness e quest'ultimo appena uscito?

Daniele - Direi che c’è un abisso!

P.B. - Soggettivamente quale preferisci dei due?

Daniele - Fermo restando che sono due album per certi versi complementari ma per altri completamente diversi e che a qualcuno può piacere più il debut, noi siamo fermamente convinti che non ci sia paragone. Il nuovo capitolo è molto più personale ed originale, porta a galla una serie di inflessioni e attitudini che il debut non poteva avere per forza di cose. Beholding the Unpure è notevolmente migliore sia dal punto di vista della produzione tecnica che artistica, oltre che essere molto più curato…inoltre è un gran bel balzo in avanti a livello di ricerca e sperimentazione sonora.

P.B. - Da quali artisti vi ispirate maggiormente? C'è un tuo musicista in particolare al quale sei legato?

Daniele - In passato molto dai soliti nomi del metal estremo…oggi da tutt’altra parte…nessuno di noi ascolta più metal estremo da anni. Per fare cose originali in questo campo, è meglio guardare altrove e declinare secondo il proprio gusto.

P.B. - Da quanto tempo suoni la chitarra?

Daniele - Una decina d’anni, ma non dedico più molto tempo alla tecnica. Ultimamente ho ripreso a studiare ma non mi metto a sweeppare come un matto o spaccarmi le dita sui tapping…non mi interessa proprio…sto cercando di acquisire più confidenza con la teoria musicale e con la chitarra in sé…ma non è facile!

P.B. - Quali sono, secondo te, i gruppi più validi della scena italiana?

Daniele - Scusami ma preferisco non rispondere mai a questo domanda, per ragioni di fair play!

P.B. - Il vostro tour è finito da qualche settimana, ora cosa credete di fare? Siete più propensi verso una pausa o verso un'immediata ripresa dell'attività musicale?

Daniele - Mah, noi non ci fermiamo mai…nel senso che quando capitano date ecco che le facciamo, nel frattempo componiamo…stiamo già lavorando al terzo full lenght, stiamo esplorando nuove sonorità e abbiamo pronti già tre pezzi…sono rough version ma rendono già bene l’idea della strada che siamo intenzionati a battere..alcuni hanno detto che il debut era più immediato e che Beholding the Unpure è più geniale…vorremmo trovare la via per creare una genialità immediata! Certo è che sarà ancora un passo in avanti, stavolta ancora più deciso, per uscire dagli angusti confini del Death Metal. A costo di ricevere bottigliate faremo un disco veramente strano, promesso.

P.B. - A cosa è dovuto il vostro cambio di formazione? Ad una semplice esigenza musicale, o a causa di rapporti instabili?

Daniele - Entrambe le cose. Andrea, il vecchio batterista, voleva introdurre molti elementi che a noi non interessavano al momento, come campionature, basi e metronomi dal vivo. Inoltre aveva troppi impegni.

P.B. - Qual è per te la migliore uscita Metal del 2005?

Daniele - Non ne ho idea, non ascolto Metal da anni. Però adesso che ci penso mi è piaciuto molto Mesmerize dei System of a Down. Dal vivo dicono che facciano cagare (io on li ho mai visti), ma su disco sono dei professionisti.

P.B. - Cosa ascolti principalmente? Ti piacciono anche altri generi, o vivi solo per il Metal?

Daniele - Direi che ti ho già risposto! Il Metal per me, come per gli altri, vive ormai solo come ambito nel quale dire la propria. E’ come cucinare carne essendo vegetariani. Affrancarsi dagli schemi di un genere è secondo noi il primo passo per poter far evolvere certe sonorità e per noi l’evoluzione sonora è tutto. Per noi non ha senso fare due album uguali.

P.B. - Qual è stato il concerto in cui avete attirato più persone?

Daniele - Bella domanda…non saprei a dire il vero…ci sono stati bellissimi concerti dove facevamo da headliner o coheadliner in festival, ma anche date singole con molta meno gente che però si divertiva comunque…meglio 50 persone scalmanate che 500 addormentate, poco ma sicuro…certo sarebbe sempre bello fare un pienone, ma non si può pretendere una cosa simile a questi livelli.

P.B. - Speriamo vivamente che il vostro futuro musicale prosegua su questa strada fantastica. Complimenti, e grazie per la disponibilità che ci avete concesso. Puoi concludere l'intervista come vuoi. Ciao!

Daniele - Ciao a tutti allora, oltre a dirvi che ci si vede on the road e che su www.infernalpoetry.com trovate un po’ di tutto, mi faccio un po’ di auto-pubblicità extra-musicale e vi dico che tra poco uscirà il mio primo romanzo per Prospettiva editrice…aspettatevi sempre qualcosa di poco convenzionale! se a qualcuno interessa, su www.danielegalassi.com trovate più informazioni…nel frattempo stay Unpure!

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