Dropkick Murphys
(Matt Kelly)
di: 
Jacopo Prada
25/10/2006



 

RockLine.it ha il piacere di intervistare una band a dir poco sensazionale. Si tratta dei Dropkick Murphys, pionieri di un suond davvero singolare, fatto di sonorità Punk ed elementi tipicamente Folk. A parlare con noi c’è Matt Kelly, batterista del gruppo, che si rivela una persona simpatica, disponibile e sempre pronta a scherzare. Non mancano comunque allettanti anticipazioni e simpatici retroscena, da cui si evince la totale genuinità alla base del progetto Dropkick Murphys…

J.P. - Ciao, benvenuti su RockLine.it. Vi ringrazio innanzitutto per la disponibilità! Come va?

Matt - Ciao e grazie a voi! Io sto benone, è sempre un piacere fare interviste.

J.P. - Dire innanzitutto di partire parlando di The Departed, film di Martin Scorsese nella cui colonna sonora figura anche un vostro brano, I'm Shipping Up To Boston. Come è nata l’idea?

Matt - Martin Scorsese è uno dei grandi del mercato cinematografico americano. Ha un eccellente orecchio per la musica che si adatta ai suoi film e quando uno dei nostri amici ha proposto di usare una canzone dei Dropkick Myrphys per The Departed, lui ha scelto I’m Shipping Up To Boston per lo spirito che evoca.

J.P. - Ora qualcosa del vostro passato: come sono nati i Dropkick Murphys?

Matt - I Dropkick Murphys sono nati nel 1996, nel seminterrato di un barbiere dell'East Milton (Boston). All’inizio suonavamo parecchie cover dei gruppi che amavamo ed un pezzo nostro: Barroom Hero.

J.P. - Da cosa nasce invece il nome Dropkick Murphys?

Matt - Dropkick Murphy era un pugile, un wrestler ed un giocatore di football che aprì una clinica per alcolizzati nell'area di Boston. Era un luogo fatto soprattutto di leggende e storie popolari, specialmente per gente a cui piaceva bere alcol! Abbiamo pensato quindi che il nome si adattasse perfettamente alla band, oltre che mantenere un certo Boston-style.

J.P. - Vi è venuto spontaneo mescolare due generi quasi opposti come il Punk e il Folk?

Matt - All'inizio fu quasi un errore. Qualcuno disse che suonavamo come i Ramones ed i Pogues messi insieme. Fu solo nello stile di stesura e nel fraseggio delle parole che il nostro Punk - Folk ebbe inizio. Dopodiché per noi fu decisamente più chiara l’idea di ricavare un sound originale per il gruppo.

J.P. - Come band, vi sentite più legati al Punk tradizionale o all’Oi!?

Matt - Beh, l'Oi! apparteneva all'East London ed è nato appunto da lì. Reality Punk, Street Punk, o in qualunque modo tu voglia chiamarlo lì ebbe origine e solo successivamente si sparse in tutto il mondo. Ci sono molte Oi! band cui stile è incorporato nel nostro, ma dire che siamo legati all'Oi! come gruppo mi sembra esagerato. Sì, alcuni dei nostri complessi preferiti sono i Cock Sparrer, i 4 Skins, eccetera, ma allo stesso modo amiamo i Clash, i Sex Pistols, i SLF, i Jam, i Ramones, i Dictators, e così via. Non penso che ci importi molto appartenere ad uno o all’altro filone. Siamo semplicemente una band americana influenzata da molti stili diversi. Secondo me, l'Oi! fu un movimento nella scena Punk inglese dove i kids si ripresero la musica dai ragazzi delle scuole d'arte della classe media. Io penso che siamo stati classificati così a causa della nostra attitudine e del nostro suono da “bravi ragazzi”, per le nostre origini proletarie e per l’attaccamento di alcuni di noi alla scena Oi!. I Dropkick Murphys non sono mai stati un gruppo Oi!, ma soltanto una band molto influenzata da questa corrente.

J.P. - Che genere di musica ascoltate solitamente? Quali sono le vostre band preferite?

Matt - Personalmente ascolto di tutto. Tra i miei preferiti ci sono Iron Maiden, AC/DC, The Templars, Led Zeppelin, Count Bishops, The Who, Rose Tattoo, Bad Brains, The F.U.'s, Negative Approach, Poison Idea, Saints, Radio Birdman, Burn, Headed For the Smoke, Nabat e molti altri.

J.P. - Quali invece hanno influenzato maggiormente il sound dei Dropkick Murphys?

Matt - Ce ne sono davvero moltissimi, ma penso di poterti citare almeno Pogues, Ramones, AC/DC, The Who, Gangreen, Rolling Stones, The Freeze, Stiff Little Fingers, Clash, Rose Tattoo, Cock Sparrer, Cockney Rejects, Van Morrison, Swingin' Utters, Slade, Macc Lads, Slapshot, The Replacements, The Neighborhoods, La Peste e The 4 Skins.

J.P. - Se dovessi consigliare ad una persona che non vi conosce un vostro disco quale sceglieresti?

Matt - Forse The Warrior’s Code o Sing Loud, Sing Proud, perché sono i due che ci piace suonare di più dal vivo, e anche Singles Collection II, in quanto contiene un mucchio di cover di band che ci hanno influenzato parecchio. Mi spiace, non posso sceglierne altri!

J.P. - A quale invece ti senti più legato?

Matt - E' difficile rispondere a questa domanda. Ogni volta che andiamo in studio, il valore delle canzoni di un album diventa il nostro principale interesse. Esso diventa senza dubbio una vera forza vivente. Penso che ogni volta che incidiamo un album, ci leghiamo di più a quello.

J.P. - I vostri testi spesso parlano della classe operaia e ne difendono i diritti. Vi sentite proletari a vostra volta?

Matt - Beh, la maggior parte dei componenti della band proviene da famiglie della working class, quindi noi la sentiamo come una cosa importante. Ci sono tanti tipi di band che parlano dell’alcool, degli scontri con la polizia, di anarchia e via dicendo, ma credo (con qualche eccezione) che le nostre canzoni parlino invece di vita reale. Le classi medie e lavoratrici sono SENZA DUBBIO parte della vita reale negli Stati Uniti. Noi parliamo di questo e dell'importanza del proletariato come un elemento vitale della società ed anche come un'entità culturale.

J.P. - A livello di band vi sentite schierati politicamente oppure tentate di unire le persone attraverso la vostra musica?

Matt - Penso che metà di noi non abbia opinioni sulla politica oppure non si interessi ad essa, l'altra metà invece ha idee molto diverse, talvolta contrastanti. Noi non cerchiamo di imporre le nostre personali convinzioni sulla folla. Gli ideali a cui ci rifacciamo sono la moralità ed il fare quello che si ritiene giusto e ciò per cui si è portati.

J.P. - Al contrario di molti vostri colleghi non prestate troppa importanza al look. E’ per apparire più genuini possibile oppure non vi interessa minimamente essere identificati come Punk, Skinhead o così via?

Matt - Penso che makeup e trucchi da donna appartengono unicamente alle donne... Noi siamo solo dei ragazzi che fanno musica. Non è che non ci interessa il look (d’altronde siamo persone che si vestono in maniera molto elegante, hahaha!), semplicemente non vogliamo identificarci con una precisa sottocultura. Sono uno Skinhead e lo sono da sedici anni, ma non ho bisogno di indossare degli anfibi o una Fred Perry per sentirmi tale. Penso che praticamente tutti nella band la vedano così.

J.P. - Che rapporto avete con Boston, una città che, come voi, è molto legata alla vecchia Irlanda?

Matt - Abbiamo senz’altro uno stretto legame con la nostra città. Nel corso degli anni abbiamo suonato ad eventi sportivi, parate e cose di questo genere. In realtà non so quanto oggi siamo effettivamente legati alla vecchia Irlanda, forse lo eravamo qualche generazione fa! In ogni caso, c'è un gran numero di emigrati irlandesi che si sono stabiliti a Boston nei secoli scorsi e le persone che vivono qui lo sentono.

J.P. - Che rapporto avete con i vostri fan? E’ importante per voi mantenere un contatto diretto con loro?

Matt - Ci piace avere un rapporto personale con i fan ed abbiamo sempre provato a farlo nel corso degli anni, nonostante a volte sia strano come alcuni fan ci trattino da rockstar o qualcosa del genere, è una cosa che ci mette a disagio. Siamo ragazzi normali e ci piacerebbe essere trattati come tali!

J.P. - E’ ormai tanti anni che lavorate per la Hellcat. Avete un buon rapporto con la vostra label?

Matt - Oh sì.

J.P. - In passato avete inciso un gran numero di split. Ce ne è uno a cui ti senti più legato rispetto agli altri?

Matt - Sono state tutte bellissime esperienze, quindi non posso sceglierne uno in particolare. Solitamente incidiamo split con nostri buoni amici, perciò è sempre un po’ magico!

J.P. - Per la realizzazione di Unity avete avuto la possibilità di incontrare e lavorare personalmente con gli Agnostic Front? Che ne pensi di Roger e compagni? Che impressione ti hanno fatto?

Matt - Gli Agnostic Front sono nostri grandi amici da un sacco di tempo, oltre che essere degli ottimi compagni di tour. Abbiamo lavorato insieme per diversi progetti nel corso degli anni, dalla vecchia band di Al Barr (The Bruisers), alla collaborazione vera e propria gli Agnostic Front, passando per quella con i Madball di Freddie, fratello di Roger, ai tempi in cui ci militavano anche Vinnie Stigma, Matt Henderson e Will Shepler. Io stesso ho suonato la batteria su alcuni demo di Roger e sui primi lavori dei Disaster (il progetto parallelo di Roger Miret, NdR), oltre che prestarmi agli Agnostic Front stessi in un paio di occasioni. Ad ogni modo, l’unico fattore di unità che abbiamo raggiunto è stato l’andare d’accordo, e per gente di Boston e Ney York non è poco! Hahaha!

J.P. - So che spesso vi esibite per raccogliere del denaro da donare poi in beneficenza. Penso che ciò vi faccia veramente onore. Come è nata quest’idea?

Matt - E' semplicemente la cosa giusta da fare, chiaro e semplice. L’idea deriva perlopiù dal fatto che siamo diventati una band popolare a Boston e di conseguenza possiamo trasmettere dei messaggi positivi ad un ampio numero di persone.

J.P. - Qualche tempo fa siete stati a suonare in Italia, a Milano più precisamente. Come vi è parso il nostro Paese? So che due miei amici erano venuti, divertendosi davvero tantissimo…

Matt - Siamo stati in Italia diverse volte e c’è sempre stato un gran casino ai nostri concerti! Finiamo sempre per vedere molti amici ed incontrare tantissime altre band. Per di più il cibo è squisito e non manca mai da bere…

J.P. - C’è una città o un paese dove vi piace particolarmente suonare dal vivo?

Matt - Tra le nostre preferite ci sono Londra, New York, San Francisco e molte città in giro per l'Europa. Penso che per alcuni di noi, a parte la lunghezza del volo (più di 18 ore), l'Australia e il Giappone siano altri due luoghi fantastici dove suonare. L’Australia perché così lontana ma così simile, il Giappone perché incredibilmente diverso, strano.

J.P. - Come è stato dividere il palco con i Bad Religion? Una bella esperienza?

Matt - E' stato un vero onore condividere il palco con una band leggendaria come loro. I Bad Religion creano sempre un suono che spesso viene imitato, ma mai superato. In più, ho incontrato Brian Baker (il chitarrista, NdR) che precedentemente aveva fatto parte di una delle mie band preferite, i Minor Threat.

J.P. - Quali sono i vostri progetti per il futuro? Avete già qualcosa in mente riguardo al prossimo album?

Matt - Saremo in tour nel Regno Unito a novembre, poi stiamo organizzando per l'Europa, l'Australia e la costa occidentale degli Stati Uniti e, ovviamente, la nostra data nel weekend di San Patrizio a Boston. Per quanto riguarda il nuovo disco, sì, abbiamo già scritto alcune canzoni e buttato giù molte idee. Attualmente stiamo lavorando tantissimo, in particolare su un paio di canzoni. Non vedo l'ora di registrare, ma al momento non c’è nulla di definito.

J.P. - E’ stato un vero onore per il sottoscritto scambiare qualche parola con una band del vostro calibro. Termina pure l’intervista come meglio credi. Complimenti ancora per la vostra grinta e a presto! Ciao!

Matt - Grande! Mille grazie per l’attenzione riservata alla band, apprezziamo l’interesse ed il supporto! Grazie ancora e a presto! Ciao!

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