Dredg
(Dino Campanella)
di: 
Edoardo Baldini
31/08/2008



 

Prima che gli americani Dredg, divenuti negli anni uno dei gruppi più affermati in campo alternativo, partano per il tour che li porterà in Italia il 30 Agosto 2008 in occasione dell'Estragon Festival a Bologna, il batterista e tastierista Dino Campanella rilascia un'intervista esclusiva a RockLine.it, raccontando la sua esperienza come musicista e presentando il nuovo capitolo discografico...


E.B. - Ciao Dino! Grazie per averci concesso quest’esclusiva per parlare della vostra prossima data in Italia. Iniziamo con la presentazione del nuovo disco, dato che state lavorando a nuovo materiale. Quando verrà pubblicato e che timbro avrà?

Dino - Ciao! Speriamo che venga pubblicato per febbraio. Siamo attualmente in studio a registrare. Credo che sembrerà diverso da qualsiasi altro disco da noi finora composto, perché appare più oscuro e cupo. Stiamo registrando molte più tracce strumentali rispetto al passato perché ci esaltano.

E.B. - Ma accanto alle canzoni strumentali credo saranno presenti anche le classiche tracce cantate… Di cosa tratteranno i testi? Puoi preannunciarci il titolo del disco?

Dino - Sì ci saranno ovviamente brani cantati, ma non abbiamo ancora un titolo. Secondo quello che mi ha detto Gavin, i testi si ispireranno ad un saggio scritto da un novellista abbastanza famoso. Includeranno una storia e una sotto-trama romanzata.

E.B. - Come procedete solitamente a comporre le canzoni?

Dino - Di solito ci chiudiamo in sala prove e cominciamo ad improvvisare. Gavin inserisce i testi da lui scritti, Mark prova i suoi temi di chitarra e io mi occupo delle linee di tastiera o di basso insieme a Drew. Cerchiamo di costruire qualcosa che possa sembrare interessante; poi a me piace spesso delineare una parte vocale di ogni brano.

E.B. - Com’è cambiato il vostro sound dal primo periodo della vostra carriera, secondo te?

Dino - Penso che tutta la musica che abbiamo ascoltato attraverso gli anni abbia cambiato il nostro approccio a comporre, come anche le nostre esperienze di vita, l’essere cresciuti, le situazioni. Prima ci sentivamo una band più aggressiva e pesante ma ora, diventando più vecchi, le nostre influenze sono cambiate, e così la nostra musica. Se mi avessi detto a sedici anni che un giorno avrei amato le band della Motown non ci avrei mai creduto, ma ora è così. Questa è la caratteristica che contraddistingue la band: cerchiamo sempre di saltare a stili musicali diversi, perché è divertente imparare nuove cose ed applicarle al nostro sound.

E.B. - Come descriveresti l’ultimo vostro Live At The Fillmore? Parlaci dell’esperienza del live album…

Dino - E’ stato divertente realizzarlo perché era uno show casalingo dove erano presenti tutti i nostri amici e le nostre famiglie. Avrei desiderato fare due serate per registrarle entrambe perché purtroppo ho sbagliato a suonare un paio di canzoni che quindi non sono potute comparire sul disco. Ahah. Ma l’esperienza è stata splendida, per essere poi la prima volta di una registrazione live. Non abbiamo sentito troppa pressione, eravamo in tour in quel periodo e quindi suonare veniva naturale.

E.B. - Siete attivi sin dal 1996. La vostra carriera può essere considerata come una serie di successi. Credo siate soddisfatti dei risultati…

Dino - Ci lusinghi! E’ sempre bello sentire gente come te che si congratula con noi, perché siamo abbastanza duri con noi stessi e crediamo che siamo ancora lontani nella via per raggiungere i nostri scopi. Ma suonare al Fillmore e vendere la registrazione è stata un’esperienza fantastica. Quindi, come un ragazzino, ti risponderei che sono davvero lusingato!

E.B. - Puoi descrivere brevemente il significato della simbologia usata sul vostro sito e la connessione con l’artwork della copertina di Catch Without Arms?

Dino - Il simbolo usato è di origine cinese e rappresenta il cambiamento. E’ qualcosa che può applicarsi alle persone come anche a noi stessi. Si salta nello sconosciuto e si va incontro a nuove sfide. Non si deve aver paura del cambiamento come invece capita a molte persone. Ovviamente questa è la mia interpretazione.

E.B. - Credo che voi Dredg abbiate rivoluzionato l’Alternative Rock. Vi sentite parte di questo stile musicale?

Dino - E’ sempre stato difficile per me descrivere la nostra musica, ma appartiene sicuramente al filone alternativo. Noi deriviamo da un convenzionale four-piece di matrice Rock e per questo se ci cerchi su I-tunes credo compariremo come “Rock”. Tornando ancora più indietro si arriverebbe al Blues, ma comunque noi amiamo sperimentare. In definitiva, definirei il nostro timbro come Rock sperimentale.

E.B. - Il tuo stile nel suonare la batteria è unico secondo me. Quali emozioni provi mentre ti esibisci su un palco?

Dino - Beh, continuo a ringraziarti per le belle parole. Cerco di essere unico, perché è il solo modo attraverso cui ho imparato a suonare. Io sono autodidatta e quindi non mi posso definire “completo” anche se mi sforzo di diventarlo gradualmente. Quando sto suonando live sento emozioni che neanche provo nella vita di tutti i giorni. Mi reputo fortunato di poter suonare per il mondo, è un carburante per la mia vita e la mia felicità. Quando finisco un tour è un bel colpo per me, perché devo riabituarmi alla vita di tutti i giorni. Se non avessi quest’opportunità del palco sarebbe frustrante per me, sono come dipendente dalle performance. Ahah, forse senza questa tua domanda non l’avrei scoperto da solo!

E.B. - Usate molti oggetto particolari come strumenti. Potresti descriverci il più originale secondo te? Da dove deriva questo desiderio di sperimentare con questi suoni?

Dino - Questo desiderio deriva semplicemente dall’aver ascoltato uno strumento esotico e sconosciuto e aver pensato “Che cazzo è quello?”. E’ come un’avventura per noi. Per esempio tra quegli strumenti che uso, consiglierei le percussioni vietnamite, molto più speciali del semplice rullante.

E.B. - So che sei cresciuto in una famigliari musicisti (specialmente tua madre). Parlaci delle tue prime esperienze e contatti con la musica…

Dino - Sì mia madre è una fantastica accordatrice di pianoforti. Mi ha insegnato a suonare il piano quando ero giovanissimo e mi ha incoraggiato a prendere lezioni per anni. All’epoca poi lei suonava il piano nella chiesa locale e quindi doveva esercitarsi ogni notte a casa. Inconsciamente l’ho ascoltata per anni e sono davvero grato per il suo incoraggiamento. Non avrei fatto il musicista senza di lei.

E.B. - Ora torniamo al presente e parliamo finalmente della data che sosterrete a Bologna il 30 Agosto. Cosa ti aspetti dal pubblico italiano?

Dino - Sono eccitato all’idea dello show, ma più che altro sono entusiasta di tornare in Italia. Non sono stato più da voi dall’ultima volta che ho suonato a Milano. Alla fine voi siete la “mia” gente, perché al concerto ci saranno alcuni miei parenti. Non so di preciso come si svolge quel festival a Bologna, non ho mai letto nulla a riguardo e quindi sarà un’esperienza nuova anche per me!

E.B. - Difatti tu sei il membro “italo-americano” della band. Qual è il tuo rapporto con il nostro Paese e quali sono i tuoi ricordi delle tue esperienze qui?

Dino - L’ultima volta che abbiamo suonato a Milano è stato grandioso! Era il nostro primo show in Italia. Tra una canzone e l’altra la gente urlava “Viva Dino!” ed è stato divertentissimo. Tutti sapevano che sono italiano e quindi è stato stupendo essere accolto da persone così calorose.

E.B. - Hai altri progetti al di fuori dei Dredg?

Dino - No, al momento no. Ho composto due colonne sonore per film; una, con Mark alla chitarra, è chiamata Waterborne (www.waterbornethemovie.com) e l’altra, creata solo da me, è per una commedia chiamata Carbabes (www.carbabesthemovie.com).

E.B. - Come vanno i rapporti con la Interscope?

Dino - L’Interscope è un’etichetta grandiosa. Sfortunatamente siamo stati costretti a separare le nostre vie recentemente per molti fattori. E’ stata comunque il massimo per la nostra band.

E.B. - Qual è il responso del pubblico nella zona in cui abitate, cioè a San Francisco?

Dino - San Francisco è una città calorosa, perché la gente ci supporta anche quando scompariamo per diversi mesi. Ora suoniamo in tutte le città in America, da costa a costa. Ci divertiamo ed è come un sogno che si avvera.

E.B. - Grazie per la tua gentilezza, Dino. Ti auguriamo un grande successo con il nuovo album e ci vediamo a Bologna il 30 Agosto! A presto!

Dino - Grazie mille RockLine.it! Ci vediamo presto, ciao!

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