Dillinger Escape Plan
di: 
Susanna Moro
31/07/2008



 

In occasione della seconda giornata del Gods Of Metal, i Dillinger Escape Plan rilasciano un'esclusiva intervista a RockLine.it, soffermandosi sulla loro carriera e sull'ultima pubblicazione Ire Works, un vero gioiello nella loro già valida discografia...


S.M. - Ciao ragazzi! State ancora promuovendo il vostro ultimo album, Ire Works, con tours massicci e senza riposo… Qual è stata la risposta del pubblico alla vostra ultima fatica?

Ben - Finora tutto ok, la critica ha espresso pareri positivi verso Ire Works, valutandolo come il nostro miglior lavoro finora e anche le risposte da parte dei fans sono state buone. Ora, grazie anche a loro, siamo molto più grandi di quello che eravamo solo qualche anno fa e ciò non può che farci piacere. A noi personalmente l’album piace molto, ma ad esempio noi amiamo anche il nostro primo album, che quando uscì fu acquistato da pochi... nessuno ci filava… Poi però la gente ci ha apprezzato sempre di più. Poi sai, non puoi mai sapere se l’album è piaciuto a tutti i nostri fans, più o meno lo deduci dai concerti e da quanta gente viene a vederti.

S.M. - Beh, vi siete spostati su una linea decisamente più melodica rispetto agli album precedenti… Have you sold out?

Greg - Ahahah, no assoltamente. Probabilmente con Ire Works abbiamo perso un po’ di fans che prediligevano i nostri album più pesanti, ma abbiamo guadagnato nuovi seguiti di persone che apprezzano materiale un po’ più melodico. Noi abbiamo fatto principalmente quello che ci sentivamo di fare, non quello che ci si aspettava da noi, poi il resto dipende dai fans e dai loro gusti.

S.M. - Che rapporti avete con la Relapse Records? Secondo voi è una buona label per estreme metal?

Ben - Con la Relapse abbiamo ottimi rapporti, è stato una specie di lungo viaggio quello che abbiamo fatto con loro, noi samo cresciuti come band e loro come etichette contemporaneamente. C’è una specie di sentimentalismo con loro, perché lavoriamo assieme da quando noi abbiamo iniziato, sono come nostri “complici di malefatte”. La Relapse è un’ottima etichetta per il Metal estremo, è tutta gente valida quella che ci lavora; lavorano bene e soprattutto fanno lavorere bene noi.

S.M. - Pensate che band come voi e i Converge abbiano contribuito nella creazione di un nuovo genere musicale oltre le barriere tra Hardcore e Metal?

Ben - Guarda, non ho mai fatto caso alle terminologie o ai nomi vari che danno al genere che noi facciamo. Certo, abbiamo molte influenze che derivano dai generi più vari, ma noi siamo solo una band di ragazzi che hanno voglia di suonare, poi non abbiamo mai avuto la voglia ne affrontato la fatica di dare un nome a quello che componiamo.

S.M. - Quali sono al momento i vostri progetti per il futuro?

Greg - Beh io sto adottando un bambino europeo perché ho intenzione di metter su famiglia…

Ben - Non fare l’idiota! Parlando seriamente abbiamo in programma di fare ancora un po’ di touring, visto che ci sono ancora un po’ di posti in cui vorremmo suonare, però senza più stare in giro per degli anni; poi per il resto non programmiamo mai niente, si vedrà. Ah, senza dubbio vorremmo mantenere il batterista e tutti i membri nella band, visto che abbiamo qualche problemino in questo.

S.M. - Mi hai anticipato… Il tributo ai Melvins è stato l’ultimo album inciso con Chris Pennie alla batteria… Come mai avete deciso di troncare con lui proprio allora?

Liam - Beh, perché è uno stronzo!

Ben - Non è stata una decisione studiata, semplicemente eravamo stufi del suo comportamento verso di noi. Era diventato un solista praticamente, pensava solo alla batteria e non alla sua integrazione col resto degli strumenti e con la band in generale.

Liam - Si stava allontanando troppo, si faceva “trascinare dalla corrente”. Poi, se preferisci cercare di suonare Running Wild tutto il giorno invece che 43 % Burnt, allora vuol dire che non hai più niente da fare nella band.

Greg - Ora con Gil si respira un’aria diversa, è molto meglio, non ci sono più lotte o litigi nella band come succedeva prima e suoniamo tutti molto meglio.

S.M. - Vi sareste mai aspettati il successo che state ottenendo?

Ben - Non ti aspetti mai di avere il successo che hai; quando abbiamo iniziato, eravamo molto giovani, ovviamente speravamo di diventare famosissimi e di girare il mondo, insomma di diventare come i nostri idoli. In realtà io speravo anche di avere molti più soldi di quanti ne abbia in realtà adesso! Abbiamo dato tutto per questa band, è da anni che siamo in giro e non abbiamo ancora raggiunto la vetta, ma comunque non molliamo. Stiamo ancora crescendo come band, però già il fatto di essere una band unita e di suonare in giro per il mondo è un gran successo.

S.M. - I vostri shows sono sempre molto intensi. Che emozioni provate nel suonare di fronte ad un grande pubblico?

Liam - Beh, prima di tutto cerchiamo di non vomitare o svenire!

Ben - E’ sempre una cosa fantastica suonare davanti a qualcuno che è li per vedere te. Poi pensiamo a quando eravamo ragazzini e andavamo ai concerti delle nostre band preferite. Pensiamo a quello che i Guns’n Roses erano per noi, o a quello che i Pantera erano per noi. Ecco, anche gli shows dei Pantera erano sempre intensi, heavy e carichi di forza. Quei ragazzi ci mettevano l’anima e noi cerchiamo di fare la stessa cosa, di dare il meglio, di dare il massimo.

Greg - Sì, anche se poi spesso non siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto e cerchiamo di fare sempre meglio, ma in fondo è giusto così, no? Cerchi sempre di migliorare.

S.M. - Qual è il ricordo migliore che concerne la vostra carriera?

Greg - Sicuramente dal momento in cui ci siamo messi in viaggio per andare a registrare Ire Works in California fino a questo stesso istante, è stato il periodo più bello, eccitante ed emozionante della nostra carriera. Poi anche le piccole cose che ci succedono tutti i giorni, come i ragazzi che ci fermano per strada e ci chiedono gli autografi, sono momenti fantastici.

S.M. - Ed ora, per finire, come vi trovate in Italia?

Greg - Beh io ti posso dire di come abbiamo visto crescere il nostro seguito da queste parti; dalla prima volta che abbiamo suonato qui, anni fa, davanti a qualche centinaio di persona ad oggi devo dire che il risultato è molto soddisfacente. Possiamo vantare un discreto numero di fans, e questo è fuckin’ awesome!

Ben - Personalmente ho un rapporto ottimo col vostro Paese, mi piace davvero, ho anche un tatuaggio che dimostra quanto io ami il vostro Paese. Ti direi cosa rappresenta, ma è poco politically correct in questo frangente!

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