Callisto
(Markus Myllykangas e Ariel Björklund)
di: 
Paolo Bellipanni
27/04/2007



 

I finlandesi Callisto, con la pubblicazione di Noir, hanno scosso il panorama Post Metal già segnato da gruppi come Isis e Neurosis. A parlare a RockLine.it la storia del progetto sono il cantante/chitarrista Markus Myllykangas e il batterista Ariel Björklund in un'intervista esclusiva...


P.B. - Ciao ragazzi! Grazie in anticipo per questa intervista, cominciamo con le domande. Markus, potresti per favore parlare della storia della tua band, così da presentarvi agli utenti di RockLine.it?

Markus - Cominciammo a suonare nel 2001, con il gruppo originariamente composto da quattro elementi. Veniamo tutti dalla stessa città e parte di noi si conosce da molto tempo. Io e il bassista facevamo parte anche di un’altra band (1997-2000). Il tastierista, Arto, fu aggiunto a noi all’inizio del 2005. Abbiamo pubblicato due EP e due album, oltre ad un demo risalente al 2001. Non sono tanto bravo a raccontare, ma credo abbiate capito la storia. Con i nostri tour abbiamo siamo stati in Inghilterra, nei Paesi Baltici, in Europa, oltre a qualche concerto negli States e in Canada un po’ di tempo fa.

P.B. - Siete una delle band più interessante degli ultimi anni e il vostro nome è spesso associato a Isis, Pelican, Neurosis, e altri. Ma quali caratteristiche vi distinguono da queste altre band?

Markus - Non c’è niente di sbagliato con queste band, ma se ascoltate bene la nostra musica potete sentire un distinto sound finnico in essa. Con questo voglio dire che nelle atmosfere che creiamo c’è sempre un sentore melancolico che speriamo riesca a separarci dalle altre band che hai menzionato. Però se la gente non coglie questa differenza, allora capisco perché ci associano a queste altre band.

P.B. - Parliamo di Noir. Perché avete scelto proprio questo titolo per il vostro album? È un concept?

Ariel - Di sicuro c’è una relazione con i film noir. Esiste un’atmosfera caratteristica di quei film, e volevamo trasportarla leggermente dentro la nostra musica. Non è un gran titolo per un concept album, ma perlomeno funge da nastro che collega assieme gli elementi visuali, musicali e testuali di esso.

P.B. - Di che cosa parlate nei vostri testi?

Markus - Credo sia giusto dire che i testi sono ispirati dal modo di vivere di noi finnici. Più specificamente la gente e l’ambiente con i quali veniamo a contatto. I temi parlano di vittime di circostanze, solitudine ed altre. Alla fine sono tutti temi importanti che sentivamo fosse giusto fare sapere all’ascoltatore.

P.B. - Noir è un ottimo album, pieno di influenze e strani suoni. Ve lo sentite dentro questo desidiori di creare musica che sia diversa da quella di ogni altro gruppo?

Markus - Quest’ultimo è molto diverso. Non ci consideriamo una rock band, o un gruppo che intrattiene la gente durante la loro solita serata al bar. Noi vogliamo solo fare musica che rimanga importante per noi, e se piace anche ad altra gente allora vuol dire che abbiamo raggiunto un obiettivo che non avevamo predetto.

P.B. - Qual è la vostra canzone preferita tra le perle che compongono Noir?

Marcus - Direi Wormwood e The Fugitive.

Ariel - Per me Wormwood e forse Pathos.

P.B. - Il vostro album precedente, Even True Nature Unfolds, è molto bello e intenso. Quante differenze ci sono tra esso e Noir? Il vostro stile è ancora in fase di evoluzione?

Ariel - Certo, siamo ancora in fase di sviluppo. Siamo una band relativamente giovane. Come persone e come musicisti, dobbiamo seguire le nostre intuizioni come parte del processo apprenditivo. Non mi è mai interessato suonare sempre lo stesso genere. C’è così tanta buona musica in giro e tante buone influenze da incorporare.

P.B. - Siete stati etichettati come un gruppo post rock/metal. Siete d’accordo con questa visione della vostra musica?

Markus - No. Odio questi “etichettamenti”. Penso che nella nostra musica ci siano del metal, del progressive, e delle vie di mezzo. Se la gente si trova meglio ad includerci in un certo gente, allora mi va bene, ma secondo me è solo una perdita di tempo.

P.B. - Pensate che il vostro stile cambierà col tempo? Che cosa ci dovremo aspettare dai vostri prossimi album?

Markus - Abbiamo progredito e modificato il nostro sound con ogni album che abbiamo pubblicato. Ma credo che l’atmosfera sia la stessa da quando abbiamo pubblicato il nostro primo demo nel 2001. Ammiro gruppi come Ulver che fanno quello che vogliono senza perdere le loro origini. Quindi è esatto, il terzo album rappresenterà un altro passo avanti nella direzione che vorremo prendere, ma rimarrà sempre un album dei Callisto, o almeno spero.

P.B. - Quanto è importante l’emozione nello scrivere una canzone? La vostra musica rispecchia il vostro stato interno?

Ariel - E’ molto importante. Non riesco a pensare ad un altro modo di farlo. La musica come qualsiasi altra forma d’arte è sempre un modo di esprimere te stesso e mostrare a tutti i tuoi sentimenti. Facendo questo sono sicuro che regali un pezzo di te al pubblico.

P.B. - Avete del materiale per un nuovo album? Ci state lavorando o siete in un periodo di stallo?

Markus - Abbiamo due canzoni pronte e stiamo lavorando ad altre tre-cinque, le quali hanno bisogno di un po’ di lavoro e un sacco di idee nuove. Abbiamo fatto meno concerti questo autunno proprio per concentrarci sul nuovo album.

P.B. - Che musica vi piace ascoltare nel vostro tempo libero?

Ariel - Qualsiasi cosa. Ho appena ascoltato gli ultimi degli Hidden e dei Fu Manchu. Ma non posso ancora darti un’opinione su di essi.

P.B. - Voi siete finlandesi, quindi vorrei sapere se ci sono altri gruppi che suonano musica come la vostra…

Ariel - Un gruppo finlandese che suona musica come la nostra? Non saprei, però si può dire che siamo vicini a gruppi come i Plain Fade, i Magyar Posse, i Kolt e i Soundsleep. La maggior parte di questa gente sono grandi amici e ottimi musicisti.

P.B. - Qui in Italia molti gruppi fanno fatica a farsi conoscere. È lo stesso nel vostro Paese?

Ariel - Credo che dipenda molto da che musica suonano. L’heavy-metal è un genere di grande successo qui in Finlandia, ma secondo me è lo stile meno interessante che abbiamo qui. Quante volte puoi cantare dell’inverno, del gelo e del kalevala senza annoiare a morte chi ti ascolta? La scena indie finlandese è abbastanza interessante e si merita più attenzione con artisti del calibro dei Plain Fade, i Magenta Skycode, Paavo Harju, Magyar Posse, Samae Koskinen, ecc. Purtroppo non so molto sulla scena musicale italiana, a parte sullla scena dark progressive negli anni ‘70.

P.B. - Quando potremo vedervi suonare in Italia? Ve lo chiedo perché penso sappiate che il vostro pubblico italiano è in continua crescita. Vi piace la cosa?

Ariel - Certo che ce piasce! Nel nostro ultimo tour europea abbiamo fatto un concerto a Bolzano, e devo dire che la reazione del pubblico è stata molto calda e passionale, il che mi ha fatto sorridere visto che è proprio il modo in cui ci piace pensare della nostra musica.

P.B. - Cari Callisto, l’intervista è finita, grazie mille per la vostra gentilezza e buona fortuna per il futuro! Un ultimo saluto ai lettori di RockLine.it? Ciao!

Markus - Citando Samuel Durling: “Preparatevi. La fine è vicina”.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente