Burst
(Robert Reinholdz)
di: 
Edoardo Baldini
11/09/2007



 

RockLine.it ha il piacere di intervistare i Burst, innovativa realtà proveniente dalla Svezia e nota soprattutto al pubblico Metalcore e Progressive. A parlare è il chitarrista Robert Reinholdz, che si sofferma in particolare sul futuro della band, senza escludere il passato di album come Prey On Life e Origo...


E.B. - Ciao Robert! Come va? Grazie mille per averci concesso questa intervista e congratulazioni per il tuo lavoro con i Burst.

Robert - Sto benissimo! La mia vita sta andando bene, nonostante i grandi difetti del mondo.

E.B. - Parliamo della vostra musica, che spesso è classificata sotto Progressive Metal ma penso che non sia così semplice definire il vostro stile, date le sue innumerevoli influenze. Da che cosa traete ispirazione e come etichetteresti il vostro sound?

Robert - Prima di tutto, non classificherei il mio sound per il gusto di classificarlo. Intendo che se la maggior parte della musica di un album è Metal, ma è presente un tratto di musica da camera e poi su un altro full-lenght ci sono influenze electro ed acustiche, cosa siamo allora? Siamo Metal? Siamo un gruppo di musica da camera? Avant-Garde? Certamente la dominante della musica dei Burst è la sua base Rock: basso, chitarra e batteria. Quindi, per rispondere alla tua domanda, direi che siamo una band Rock con vari interessi timbrici.

E.B. - Credo che voi siate una delle formazioni più innovative in contratto con la Relapse Records. Qual è il tuo rapporto con questa etichetta? La vostra collaborazione continuerà in futuro?

Robert - Beh, loro ci pubblicano gli album. E nel caso in cui i nostri vincoli si deteriorassero perché non riescono ad offrirci altri contratti interessanti, la collaborazione finirebbe.

E.B. - Ho assistito alla vostra performance a Milano durante il tour con gli Opeth. Il vostro sound live è abbastanza potente e più aggressivo rispetto al cd. Come descriveresti il vostro approccio live?

Robert - Facciamo il meglio che possiamo, considerando le circostanze. E se non ci sono le circostanze giuste, non riusciamo a realizzare i nostri intenti.

E.B. - Venite dalla Svezia e ci sono numerose formazioni sperimentali nel vostro Paese. Come reagisce il pubblico svedese alla vostra musica?

Robert - Non lo so, davvero. Abbiamo vinto un premio l’anno scorso, quindi c’è stato un riconoscimento ufficiale per i Burst. Ma sai, i premi vogliono dire poco. Non sono neanche andato alla cerimonia di premiazione, ma penso che quello ci sia servito per guadagnarci alcuni buoni festivals nel 2006.

E.B. - Origo è stato pubblicato due anni fa. State lavorando a nuovo materiale ora?

Robert - Oh certo! Le prove si susseguono, ma presto registreremo. Più di metà del prossimo album è stato scritto e stiamo componendo altra musica. Speriamo che possa veder luce la prossima primavera.

E.B. - Come si svilupperà il vostro sound in futuro?

Robert - Si sta sviluppando e si svilupperà verso le direzioni e i timbri che i Burst vogliono raggiungere, non importa cosa siano. Se in un album decidiamo di suonare senza chitarre, accadrà anche quello.

E.B. - Tornerete in Italia? Cosa ne pensate del nostro Paese?

Robert - Se ci vorrete noi amiamo l’Italia! Tutti noi la adoriamo. L’Iltalia, la Grecia e la Spagna sono i Peasi che preferiamo e per noi è sempre una festa. Non ho altro che bei ricordi dell’Italia e pertanto, se ci vorrete, torneremo!

E.B. - Come procedete solitamente per comporre una canzone?

Robert - Compongo la maggior parte della musica con Jonas. In pratica, ho parecchie idee per ciascuna canzone, tra armonie e sezioni ritmiche. Poi durante le prove le connettiamo ed inseriamo i colori individuali in ogni brano. Poi riproviamo e cambiamo qua e là, aggiungendo parti ed eliminandone altre.

E.B. - Penso che l’impiego delle chitarre clean riesca a creare delle magiche atmosfere nelle vostre canzoni, come per esempio in Fourth Sun. Cosa ne pensi?

Robert - Sono d’accordo con te, hai ragione.

E.B. - Come mai avete scelto Burst come moniker?

Robert - Mi sono unito alla band nel 1998 e quindi non ho partecipato alla decisione del moniker. Comunque ti risponderei così: l’han scelto perché sono stupidi. Ahah.

E.B. - Origo era un concept? Di cosa parlavano I testi?

Robert - No, Origo è solo una raccolta di canzone indipendenti l’una dalle altre. Ciò che hanno in comune è che sono state scritte all’interno di una cornice temporale e quindi abbiamo lo stesso approccio, pur mantenendo varie direzioni. I testi non posso commentarli perché non li ho scritti io. Jonas e Jesper li hanno scritti per Origo e fanno lo stesso quasi per ogni canzone dei Burst.

E.B. - Se tu dovessi confrontare Origo con Prey On Life, che differenze evidenzieresti?

Robert - Ti risponderei dicendoti che Origo non è altro che il passo successivo dopo Prey On Life. Almeno secondo me.

E.B. - Bene, direi che siamo giunti alla fine di questa intervista. Grazie ancora e a presto da RockLine.it! Puoi chiudere come preferisci!

Robert - Grazie a te! E ricordate sempre di volere bene ai vostri fratelli e alle vostre sorelle sparse in tutto il mondo, creando qualcosa di positivo. Non importa quanto piccolo possa essere. Lo chiamiamo amore cosmico!

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