Bad Ambition
(Matteo Babini)
di: 
Beppe Diana
23/01/2006



 

Ed ecco finalmente l'intervista ai melodic rockers Bad Ambition band proveniente da Ravenna artefice di due spelndidi album intrisi di venature hard rock dai rimandi seventies, l'ultimo dei quali Storm Signal passato di recente sulle nostre pagine. Un'intervista in cui il cordiale Matteo Babini, cantante nonchè portavoce della band nostrana, ci svela molti dei retroscena legati alle fasi salienti della nuova release, elementi che portano a galla le difficoltà oggettive con cui molti artisti dediti a questo elitario genere musicale devono fare fronte, nonostante la presenza sul suolo italico di una label specializzata nel settore. Quindi come si dice in questi casi, occhi ed orecchie ben aperte, anche perchè i Bad Ambition hanno tutti i numeri giusti per diventare la next big sensation in campo AOR, indi per cui...


B.D. - Ciao Matteo e benvenuto sulle pagine di RockLine.it; vorresti introdurre i Bad Ambiton ai nostri lettori delineando le tappe cruciali della vostra storia di rock band partendo magari dal vostro primo album di qualche anno addietro? E, se non è troppo, che ne è stato del contratto discografico che vi legava alla label che ha ripubblicato Daydream?

Matteo - Ciao! Allora, la band nasce nel 1998 e dopo vari cambi di formazione, la line up si assesta a quella che nel 2000 darà luce al nostro primo album autoprodotto: Daydream. Nel 2001 firmiamo un contratto per la Midnight Records, che è solo un altro nome della Northwind records, ma con intenti di creare un rooster di band hard & melodic rock. La label ristamperà così l’album, con un diverso artwork, mentre la distribuzione è affidata alla Frontiers. Dopo ancora vari cambi di formazione, nel 2002, suoniamo al Frogstock Festival, aprendo per gli Uriah Heep e nel 2004 giungiamo finalmente al nuovo album: Storm Signal. Per quanto riguarda la Midnight Records, abbiamo appunto dovuto aspettare che scadesse il contratto per pubblicare un nuovo album. Direi che la separazione è stata consensuale, in quanto noi avremmo voluto un’etichetta che ci curasse più attentamente, mentre dal canto loro, direi che si è trattato di un fuoco di paglia, in quanto oltre a noi e ai russi Tolerance, tutto è caduto nel vuoto e della Midnight Records non se ne è più sentito parlare.

B.D. - Ok capisco, ma come mai avete optato per una nuova auroproduzione? Sai, ascoltando bene il vostro disco ho pensato che le vostre potenzialità artistiche avrebbero potuto fare gola a ben più di qualche etichetta specializzata nel settore, non trovi?

Matteo - Avendo le idee chiare su tutto il progetto Storm Signal, artwork compreso, abbiamo optato come in precedenza per produrre noi stessi l’album al fine poi di trovare una label disposta a ristamparlo e a prenderci sotto la propria ala protettrice. Siamo nel rooster della Soundlake Agency, che ha il compito di promuoverci all’indirizzo di etichette specializzate. Purtroppo è già passato un po’ di tempo dall’uscita dell’album ed ancora non abbiamo ricevuto grosse novità, ma la speranza rimane.
B.D. - Quindi vuoi farmi capire che nonostante la presenza sul suolo italiano di un'etichetta di prestigio internazionale, una band che mette in risalto una serie di aspetti tutt'altro che di secondari come professioanlità e maturità compositiva, debba per forza accontentarsi di ricevere soltanto qualche gratificazione personale?

Matteo - Credo che tu riferisca alla Frontiers Records, vero? Beh, non posso negarti che quella era label alla quale puntavamo maggiormente, essendo una band italiana ed avendo loro distribuito il nostro primo album. Sinceramente, non riesco a capire, perché Storm Signal non ci stia dando le soddisfazioni che ci aspettavamo, sì, grandiose recensioni da tutte le parti del mondo, ma ancora non abbiamo centrato l’obbiettivo dell’etichetta.

B.D. - Quindi, quanti sacrifici e non solo economici vi è costato portare a termine un’operazione di queste proporzioni?

Matteo - Una volta capito la potenzialità del materiale che compone Storm Signal, non abbiamo avuto esitazioni nello sforzarci il più possibile per ottenere il massimo del risultato che ci era dato, sia a livello di suono, che a livello di grafica. Abbiamo passato notti intere a vedere crescere l’album, mentre il giorno successivo ci aspettava come sempre il lavoro quotidiano (sigh), per non parlare del lato economico del progetto; una vera follia. Ma ci abbiamo creduto fino in fondo e niente ci avrebbe fermato.

B.D. - Passiamo ad altro, dunque, mi spiegheresti quanto tempo avete dedicato al nuovo Storm Signal fra stesura dei brani, arrangiamenti, e registrazione? e se non è troppo c’è qualche simpatico aneddoto capitatovi in studio che puoi raccontarci?

Matteo - Fra tutto, abbiamo impiegato all’incirca un anno. Beh, direi che non è successo nulla di particolare, ma sorrido ancora nel pensare a certe scene, come le espressioni incredule di Mirko Guerra nel cercare di fargli capire tutti i rumori e le situazioni che volevo dentro l’intro Faded Dream, oppure la fatica nel far passare l’Hammond M 100 dell’additional musician Stefano Olivi, dalla porta dello studio!

B.D. - Quindi mi pare di capire che per il nuovo arrivato volevate che tutto fosse curato nei minimi dettagli, giusto?

Matteo - Certo, non volevamo sentire la differenza che può esserci tra un’autoproduzione ed una produzione professionale. Ma soprattutto non volevamo commettere certi errori, che in fase di missaggio abbiamo compiuto su Daydream. Stesso discorso vale ad esempio per la grafica: la carta che compone il booklet di Storm Signal era la più costosa che potevamo scegliere, ma a noi piaceva quella e non abbiamo esitato.

B.D. - Classica domanda, potete ritenervi soddisfatti di come sia venuto fuori il "prodotto" finale, o con il senno del poi cambiereste qualcosa?

Matteo - Siamo soddisfatti al 100% di Storm Signal, se proprio dovessi cambiare qualcosa, sostituirei il brano No More Love con un altro dei pezzi nuovi che abbiamo, ma non lo ritengo un difetto. Per il resto nulla, tutto è venuto fuori come lo intendevo: la mia voce, il suono e l’artwork, che è stato veramente difficile realizzare.

B.D. - Infatti ascoltando le dieci tracce del disco, credo che abbiate dato tutto di voi stessi, mettendo in risalto un'evoluzione stilistica che ha premiato la vostra caparbietà e il vostro amore per certe sonorità Adult Oriented Rock, ti trovi d'accordo con me?

Matteo - Certo, abbiamo messo tutto noi stessi per ottenere il massimo risultato, soprattutto a livello di suoni e di esecuzione che in alcune parti, tutt’altro che semplici, ci ha messo veramente a dura prova. Ci siamo anche impegnati ad ottenere un album diverso da Daydream, a livello di sonorità. Quel album era ok per il periodo in cui eravamo, ma adesso come adesso non rispecchia a pieno i Bad Ambition attuali, anche perché i brani erano per lo più concepiti dal nostro ex chitarrista. I brani che compongono Storm Signal, sono molto più maturi ed anche in sede di arrangiamento il lavoro svolto è stato molto più curato.

B.D. - Un disco che richiama alla mente le sonorità frizzanti di band provenienti dal nord europa come Treat, Dalton o gli stessi Europe più melodici, ti ritrovi in questi paragoni illustri? e se non è troppo, quali pensi siano state le band che hanno influenzato i Bad Ambition in tutti questi anni?

Matteo - Mah, sai, ognuno nella musica ci sente quello vuole ed io ritengo che questa sia una delle cose più belle. Non conosco tranne che di nome Treat e Dalton, quindi non possono averci influenzato. Per quanto riguarda gli Europe, sì, li abbiamo ascoltati, ma il nostro intento non è quello di creare brani così radiofonici, quindi non direi siano una delle nostre primarie influenze. Abbiamo tutti noi un background a 360° in ambito rock, ma se ti devo citare le nostre principali fonti d’ispirazione direi: Brazen Abbot, Deep Purple, House Of Lords, Kansas, Kharma, Yngwie Malmsteen e Toto. Per quanto riguarda me personalmente, tre nomi su tutti: Paul Rodgers, Glenn Hughes e Goran Edman.

B.D. - Scusami se posso sembrarti invadente, ma che generi di argomenti trattano le vostre liriche? Ti andrebbe di fare un breve escursus sui vari brani del disco?

Matteo - Durante la fase di scrittura dei testi dell’album, stavo attraversando un particolare periodo della mia vita, che incombeva su di me come un macigno, quindi le tematiche di Storm Signal sono praticamente a senso unico e cioè riguardano conflitti sentimentali. L’unico brano che affronta una tematica diversa e lo si può distinguere anche dalla propria intro e outro, è Destination Unknown, che si occupa invece di un argomento al quale in quel periodo e tutt’ora avevo fatto particolarmente caso: la drammatica situazione delle popolazioni del centro e sud Africa ed in particolar modo dei bambini del Ruanda.

B.D. - Come nasce di solito un classico brano dei Bad Ambition, chi ha l'onore o l'onere di dare lo start iniziale?

Matteo - Otto delle dieci tracce che compongono l’album, provengono prevalentemente dalla mia penna. Metto giù la struttura principale del brano, poi la propongo a Mirko Guerra ed insieme dopo averla analizzata, le diamo la forma finale. Solo per Destination Unknown e Where is your Heart? non è stato usato questo procedimento, in quanto i brani sono risalenti alla precedente line up.

B.D. - Ok, se non sbaglio il disco è fuori da qualche tempo oramai, ti va di tirare qualche piccola somma?

Matteo - Come ti ho detto, pur essendo totalmente soddisfatti dell’album, non posso nasconderti un’amara delusione nel constatare fino ad ora lo scarso interesse di una label di una certa importanza. Siamo nelle mani della Soundlake Agency e vedremo se arriverà qualche buona notizia. Sono conscio, comunque, di aver fatto tutto il meglio possibile per Storm Signal e le ottime recensioni che ci sono giunte ovunque, dal Nord Europa al Sud America, me lo confermano. Credo che l’essere in Italia e l’affrontare un genere così poco trendy siano i due fattori principali di questa grande difficoltà ad emergere dall’underground.

B.D. - Quanto è difficile essere una band di rock melodico in un Paese come l'Italia dove a farla da "padrone" sono sempre e comunque i generi più duri del versante rock?

Matteo - Concordo a pieno con te, quando dici che i generi più duri qui da noi la fanno da padroni. In Italia c’è una scarsa cultura musicale e di conseguenza un generale disinteresse nell’ascoltare un certo tipo di sonorità meno conosciuta di altre e soprattutto band nuove. Noi siamo però coerenti con la nostra idea di intendere la musica e quindi facciamo questo genere prima di tutto per noi stessi e poi se deve arrivare qualche risultato in più, ben venga, ma non potremmo mai esimerci dal comporre musica che si discosti da quella che proponiamo.

B.D. - Nonostante tutto e tutti di band valide in giro per la penisola se ne vedono, stò pensando agli Eva del mitico Paolo Morbini, i neonati Borgogna, o i grandiosi Edge of Forever, conosci qualcuna delle realtà da me nominate?

Matteo - Ammetto la mia ignoranza nel confessarti che non conosco le band da te citate, se non per gli Edge Of Forever, che ho sentito nominare, ma che però da quel che so, non sono una band totalmente italiana, ma non vorrei sbagliarmi. Sinceramente, per quanto riguarda sempre il campo hard rock in Italia, l’unico del quale conosco il materiale e lo apprezzo, è Dario Mollo con i suoi progetti Cage e Voodoo Hill, anche se lui si avvale di nomi di grandi del rock.

B.D. - Com'è la situazione live in una città per una band come i Bad Ambition? Avete delle possibilità per suonare dal vivo? Puoi spiegare ai nostri lettori che non hanno avuto la possibilità di vedervi in un vostro concerto, come si snoda una vostra classica serata live?

Matteo - E’ praticamente impossibile suonare un genere come il nostro se non si è supportati da una label, che quindi ti permetta di aprire per qualche nome conosciuto. Sarebbe per me desolante relegare i Bad Ambition a suonare in qualche pub o comunque in luoghi frequentati da un pubblico completamente estraneo all’ambito della sfera rock. Ciò potrebbe essere frainteso come snobbismo, ma credimi non lo è. E’ invece solo una nostra linea di pensiero che vogliamo mantenere. Nelle nostre comunque non frequentissime performances, proponiamo i brani che meglio si prestano alla dimensione live, oltre a qualche cover che estrapoliamo dal nostro repertorio, ad esempio: Heart of Stone degli Europe, Wishing Well dei Free o Nuclear Attack di Gary Moore.

B.D. - Da fan della band ricordo con piacere che in passato avete supportato una band della caratura degli Uriah Heep che ricordi hai di quell'esperienza? e se non è troppo, con quale band stilisticamente affine alla vostra ti piacerebbe condividere il palco per una serata?

Matteo - Ah, non potrò mai dimenticare quel giorno. E’ stata un’esperienza importantissima, prima di tutto per l’occasione che ci si presentava davanti e poi perché siamo dei fan accaniti degli Uriah Heep. Aver poi ricevuto i complimenti in persona da Bernie Shaw è stato commovente. E’ stato tutto perfetto, c’era tantissima gente e palco ed impianto come ovviamente mai c’era capitato prima. Abbiamo sfiorato altre volte quell’occasione, con Hughes Turner Project, Ufo, Gotthard, Dare, ma purtroppo per un motivo o per l’altro non se ne è fatto niente. Di certo sarebbe stato meraviglioso aprire a Milano, l’estate scorsa per Kansas e Styx, due band che adoriamo e che rappresentano molto da vicino il nostro modo di fare musica, oppure per i Journey, freschi del nuovo album, che speriamo vengano finalmente in Italia.

B.D. - Altra domanda da fan, so che in passato molti di voi hanno avuto delle esperienze artistiche con altre formazioni più o meno titolate, quindi pensate ai Bad Ambition come ad un side project o come ad una band dotata di una sua identità ben definita?

Matteo - Come ben hai detto, le esperienze più o meno importanti che abbiamo avuto, appartengono al passato. Per tutti noi i Bad Ambition sono l’impegno principale, almeno in studio, poi alcuni di noi si dilettano con delle cover band e comunque le nostre precedenti esperienze si discostavano molto da quello che i Bad Ambition propongono, quindi senza dubbio direi che la band è un’identità più che definita, soprattutto poi per quanto riguarda me, Mirko Guerra ed Andrea Palli, che siamo anche i produttori di “Storm signal”.

B.D. - Cosa c'è nel futuro prossimo dei Bad Ambition? Non dirmi che per un nuovo disco dovremmo aspettare altri tre anni!!!

Matteo - No, non credo si debba aspettare tanto, in quanto proprio in questi giorni abbiamo deciso di metterci al lavoro su una manciata di nuovi brani che andranno a comporre un mini cd promozionale. Ti posso anticipare inoltre che i nuovi brani avranno un approccio leggermente più hard e testi improntati più sull’attualità che su tematiche personali.

B.D. - Ok Matteo, siamo veramente alla fine, ti ringrazio di cuore per averci dedicato parte del tuo tempo prezioso, concludi l'intervista nel modo che ti aggrada di più, non prima d'aver fatto un saluto ai nostri lettori!

Matteo - Vorrei ringraziare in primo luogo te e RockLine.it, per lo spazio per noi così indispensabile che gentilmente ci hai concesso e naturalmente tutti quelli che leggendo la recensione del nostro album e questa intervista, si sono incuriositi e quindi interessati ad una band che in Italia si ostina a proporre un genere tutt’altro che di moda. Vorrei ricordare a tutti che nel nostro sito web si possono ascoltare e scaricare gratuitamente tre brani di Storm Signal. Grazie di cuore a tutti.

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