Atreides
(Marco Turco)
di: 
Jacopo Prada
08/04/2006



 

Breve chiacchierata con Marco Turco, batterista degli Atreides, band della provincia di Cuneo che propone un Heavy Metal sulla scia dei gruppi degli anni '80, debuttando con il demo d'esordio 2k6...


J.P. - Ciao Marco, benvenuto su RockLine.it! Come stai?

Marco - Direi... benissimo, e mille grazie a te e a RockLine.it per l'occasione che ci offrite!

J.P. - Facci una breve presentazione della band, magari accennandoci qualcosa della vostra storia.

Marco - Vuoi sapere chi sono gli Atreides? Sono cinque ragazzi che suonano Heavy Metal, solo Heavy Metal, nient'altro che fottuto Heavy Metal! Gli Atreides nascono a metà del 2004, dalle ceneri di un'altra band, ma la formazione si è stabilizzata solo un anno dopo. La scelta è quella di guardare al vero Heavy: Judas Priest, Iron Maiden, primi Savatage, ma anche Riot, o Omen... La storia è quella di tutte le band: le prime composizione, prove su prove e tanta voglia di fare. L'estate-autunno 2005 sono passate all'insegna dei concerti (ovunque si poteva), e il 2006 si è aperto con il primo demo.

J.P. - L'intero gruppo è felice del vostro demo da poco pubblicato?

Marco - Direi felici e fieri. Siamo felici per ogni piccoli risultato che ci arrivano, e fieri che sia al 100% merito nostro. Perché per questo lavoro non abbiamo usato altro che le nostre risorse, senza tecnici professionisti o studi di registrazione.

J.P. - 2k6 significa 2006, giusto? Perché avete deciso di scriverlo in questo modo? Perché non un altro titolo?

Marco - Sì, significa solo quello. La "k" è l’abbreviazione standard del greco kilos (1000). Una nota arcaica per indicare qualcosa di moderno. È il primo lavoro della band, volevamo che fosse indicata prima di tutto la data in cui è uscito. Cercavamo un titolo che non fosse "forzatamente" pomposo ma neppure banale, magari un po' criptico: con 2k6 crediamo di aver trovato....una buona soluzione!

J.P. - Personalmente trovo la copertina davvero splendida. Avevate già in mente un'idea a riguardo o vi siete affidati in tutto e per tutto a Francesco Bianco?

Marco - Francesco è un amico di vecchia data a cui abbiamo chiesto una mano... e ci ha regalato un capolavoro! L'idea dell'immagine è nostra, e si riferisce al testo della prima track del cd, Moon Eclipson (una leggenda molto cupa che parla di sacrifici di neonati all'interno di un antico "culto della luna"... una vicenda per nulla piacevole). Quando ci ha fatto vedere la prima bozza... ci è salita la salivazione! Il rapporto con lui continuerà ogni volta che ne avremo occasione.

J.P. - Penso voi siate in cerca di una label. Come sta andando la vostra ricerca?

Marco - Stiamo cercando quanti più contatti e responsi possibili. Io credo che oggi i modi per “promuoversi” agli occhi di una label siano molti: il demo, il sito (www.atreidesmetal.altervista.org) che curiamo il più possibile, l’impatto live... Vanno sfruttati tutti. E ovviamente...speriamo di trovare qualcuno interessato!

J.P. - E' dura incidere un demo in proprio, come avete fatto voi?

Marco - È dura se vuoi farlo "sul serio"... ma lo è anche suonare, credere in ciò che fai nonostante nessuno ti consideri e via dicendo. Fa parte del gioco. Sicuramente rivolgersi a un tecnico e pagare uno studio ti toglie molti problemi. Così invece abbiamo rischiato, ricercando noi il suono e i dettagli. Sapevamo che poteva essere una penalizzazione: ma questo è stato uno stimolo ancora maggiore.

J.P. - Da quanto traspare dal foglio che mi avete allegato a 2k6 sembra che siate davvero orgogliosi di aver registrato il demo per conto vostro, è vero?

Marco - Siamo orgogliosi di averci provato. Non spetta a noi dire se il lavoro sia riuscito bene o male. In questo modo noi ci assumiamo tutte le "colpe" per qualsiasi difetto che ascolti in 2k6, ma anche tutti i meriti per i suoi pregi. Significa che siamo in grado di mettere in pratica ogni nostra idea, compreso il suono che vogliamo ottenere. Oggigiorno sono sempre più le band che già alla prova-demo si affidano a tecnici a pagamento e si fanno costruire il suono... da altri, prendendo magari modelli esterni. Noi no. Noi abbiamo voluto dimostrare a noi stessi che siamo in grado di costruirci il suono da soli. E... si, ne siamo orgogliosi.

J.P. - Perché avete deciso di chiamarvi Atreides? Siete per caso appassionati della storia e della mitologia greca?

Marco - Atreides è il nome di due casate. Una è quella della storia e del mito greco: i figli di Atreo, quella a cui appartenevano Agamennone e Menelao. L'altra è quella dei protagonisti di "Dune", il ciclo fantascientifico di Herbert (che molti conosceranno grazie al film di Lynch). Noi... lo riferiamo all'una e all'altra, ehehe!

J.P. - Gli Atreides provengono dalla zona di Cuneo. Dal punto di vista di musica Metal quanto offre la vostra provincia?

Marco - È sorprendentemente ricca! Nessuno lo direbbe (e difatti nessuno la considera...), ma è una scena straordinaria, che meriterebbe più possibilità di quelle che ha. Il problema sono gli spazi in cui esibirsi, ovvero i locali.

J.P. - E' stato difficile in una cittadina così piccola provare ed esibirvi on stage?

Marco - Lo è sempre: al di fuori dei festival o dei concorsi, si suona sempre con le stesse band. Il "giro" è grosso, ma statico.

J.P. - Dal vivo suonate anche cover di complessi più famosi? Se sì, quali prediligete?

Marco - Qualche volta sì: i ragazzi sotto al palco apprezzano sempre i pezzi storici che già conoscono. Quindi la scelta è stata facilissima: i classici dei Judas Priest!

J.P. - Suonate senza dubbio Metal classico, assolutamente Heavy. Che ne pensi di generi più estremi come il Black o il Death?

Marco - Personalmente, adoro tutto il metal, in ogni sfaccettatura! Amo i Savatage quanto i Darkthrone, i Death quanto gli Helloween, gli Slayer quanti i Bathory, i Nevermore quanto gli Obituary.... tutto! Il mio "angolino" preferito rimane però l'epic degli anni d'oro (Manowar, Virgin Steele, Manilla Road, Cirith Ungol...).

J.P. - Da dove nascono i vostri testi? Chi li scrive?

Marco - Nascono da idee o ispirazioni che provengono tutta la band, senza nessuna imposizione. Non abbiamo alcuna tematica ricorrente: possiamo parlare di situazioni reali come di fantasia, storia, mitologia, sensazioni varie, rock-attitude...

J.P. - Come nasce una canzone degli Atreides?

Marco - Mettendo insieme le idee di cinque teste che hanno un desiderio comune: scrivere musica metal, imponente ed esaltante. Sembrerà una risposta stupida... ma è la più sincera che posso darti.

J.P. - Pensate che il rapporto fra il gruppo e l'ascoltatore debba essere molto diretto? Alludo anche al guestbook presente sul vostro sito…

Marco - È più che importante! Il feedback da chi ti ascolta è fondamentale: un musicista non può né deve fare a meno dell'ascoltatore. Chi dice di "fottersene delle critiche"... beh, sta confondendo attitudine con snobbismo. Avere un contatto col pubblico non vuol dire svendersi. Vuol dire farsi conoscere e accettare le opinioni.

J.P. - A proposito del sito, da quanto è online? Chi se ne occupa? Ricordo inoltre ai lettori che su www.atreidesmetal.altervista.org c'è la possibilità di ascoltare per intero il vostro demo.

Marco - È on line da circa sei mesi, il webmaster è Davide, il singer. Sul sito si possono ascoltare tutti i nostri pezzi, votare, commentarli. È il sistema di promozione migliore che esista, al giorno d'oggi. Ti permette di essere accessibile a chiunque, dentro e fuori dall'Italia.

J.P. - Preferisci leggere una rivista specializzata o navigare su un portale di musica, anche Metal, come il nostro? Quali sono, secondo te, i pro ed i contro dell'uno e dell'altro?

Marco - Io seguo sia le riviste che il web. Il pregio di un cartaceo è che chi lo acquista (avendolo pagato...) lo legge interamente e con più attenzione. Il difetto, ovviamente è la diffusione limitata. Un sito invece ha un'accessibilità enorme, è una finestra che si apre su tutto il mondo. A sua volta però è più dispersivo, pertanto chi vi accede di solito va "mirato" e ignora tutto il resto. Entrambi sono dunque ottimi mezzi di diffusione, complementari.

J.P. - Cosa ne pensi della tecnologia, ed in particolare degli mp3, nel mondo della musica?

Marco - Una rivoluzione, e come tutte le rivoluzioni porta dei cambiamenti che fanno incazzare chi non li ha voluti... tipo le grosse label. Gli mp3 sono un meraviglioso mezzo di diffusione per le giovani band: i nostri pezzi vengono scaricati da ovunque, e questo era impensabile fino a una decina di anni fa.

J.P. - Quali sono i tuoi cinque album preferiti di sempre?

Marco - Argh! Domandaccia...
1) (a parimerito!) MANOWAR - Into Glory Ride – Hail to England – Sign of the Hammer
2) BATHORY - Hammerheart
3) VIRGIN STEELE – Noble Savage
4) SAVATAGE – Gutter Ballet
5) .... altri dieci!

J.P. - Da ragazzino avresti mai pensato di diventare il musicista di una Metal band?

Marco - Beh... si, io ascolto metal da quando avevi 13-14 anni... quindi sì! Ma voglio precisare che non mi considero niente di più di quanto ero allora: un ragazzo che ama l'heavy e che vuole suonare la sua musica.

J.P. - Quali grandi band del passato vi hanno indotto ad intraprendere la carriera di musicisti?

Marco - Ehi, quale "carriera"?? La nostra è solo voglia di suonare! Comunque, le nostre influenze sono da ricercare nell'heavy anni '80, semplicemente quello. Poi ognuno ha le proprie personali passioni.

J.P. - Che musica ascoltate invece ora? Esclusivamente Metal?

Marco - In realtà non abbiamo mai ascoltato "solo" quello: la crescita musicale è fondamentale se vuoi anche solo provare a scrivere una canzone. E non cresci certo fossilizzandoti su un genere. Ascoltiamo qualunque genere di musica, dal rock dei Queen all'hard di Van Halen, ma anche prog rock, blues, cantautori italiani e non...

J.P. - Con che gruppi ti piacerebbe suonare dal vivo?

Marco - Non credo di avere particolari preferenze. O meglio: ne ho troppe!

J.P. - Hai altre passioni al di fuori della musica?

Marco - No. Ho degli hobby, degli interessi, delle preferenze. Mi piace l'epica (non necessariamente fantasy, di recente troppo "molle" per i miei gusti) e la mitologia, soprattutto quella nordeuropea. Ma la passione è e sarà sempre la musica, la mia batteria e la voglia di suonare.

J.P. - Cosa ne sarà degli Atreides in futuro? Avete progetti in cantiere? Anticipaci qualcosa!

Marco - Continuiamo sulla nostra strada. Dopo il tempo passato alla registrazione dei brani su “2k6” sentivamo il bisogno di scrivere nuovo materiale: diversi nuovi pezzi sono già pronti, non è escluso che presto registreremo anche quelli e li metteremo sul sito. L'attività live è al momento "ferma" a causa degli impegni di lavoro di uno dei chitarristi, per cui stiamo... preparando la scena per il ritorno on stage in estate.

J.P. - Penso che possa bastare. Ti ringrazio enormemente per la disponibilità e ti auguro tutto il meglio per il futuro degli Atreides! Saluta i nostri lettori come meglio credi. Hail!

Marco - Grazie mille a te, è stata una bellissima intervista. Grazie ancora a RockLine.it per lo spazio che ci dedica, a tutti coloro che hanno anche solo minimamente supportato gli Atreides finora... e stay heavy!

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