Björk

ANNO TITOLO STILE AUTORE
2011 Biophilia Cantautorato, Elettronica Vincenzo Ticli

Biophilia, di Björk, non nasce come un semplice album, ma come un progetto che ha la pretesa di essere mastodontico: usando chimerici strumenti musicali partoriti dalla fantasia di Björk stessa, affidandosi alla tecnologia di Ipod e Ipad al punto da costituire il primo vero app-album della storia, esplicitando intenzioni didattiche, il tema affrontato è uno di quelli da sempre a lei cari, ovvero la fusione tra Natura e Scienza, argomento spesso presente in molte altre canzoni della cantante ma qui espresso al massimo delle sue potenzialità.

2009 Voltaïc Elettronica Paolo Bellipanni

Un live, due dvd, un intero cd di remix: per l'ultima fatica discografica, pare che Björk ci sia andata piuttosto forte.

2007 Volta Elettronica Paolo Bellipanni

Tra atmosfere ambient, soundscapes elettronici marziani e disorientanti, labirinti vocali ultraterreni, Björk si è innalzata come una delle figure di riferimento dell'avanguardia pop di questi ultimi anni. La sua carriera parla chiaro, e dischi come Debut (1993), Post (1995), Homogenic (1997) e Medulla (2004) non sono altro che limpide testimonianze del genio di un'artista unica, bizzarra, al di fuori di qualsivoglia schematizzazione musicale e stilistica.

2004 Medùlla Elettronica Vincenzo Ticli

Fiumi scuri e densi, rivoli d'inchiostro, l'oceano buio e insondabile, sangue coagulato: è tutto ciò che viene in mente ascoltando Medùlla di Björk, del 2004.

1997 Homogenic Elettronica Paolo Bellipanni

Iniziare una recensione di Björk non è mai semplice, figurarsi se lo è il riuscirci senza lasciarsi trasportare dal suo nome, dalla sua voce, dalle sue atmosfere, da quell'universo astratto e avvolto nel mistero che nella sua musica si porta a compimento.

1995 Post Elettronica Vincenzo Ticli

Con Post, Björk supera a pieno titolo lo sbarramento del secondo album che, ben più spesso di quanto non sembri, è decisivo per la carriera futura di un artista.
Mentre Debut si divideva quasi equamente tra suggestioni dance e coloriture world, Post sembra non avere affatto una direzione e l'interpretazione realmente istrionica della cantante viene ad essere l'unico collante di un set di undici canzoni estremamente differenti tra loro e contaminate in mille modi diversi.

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