Voto: 
7.1 / 10
Autore: 
Gabriele Bartolini
Etichetta: 
Sub Pop
Anno: 
2011
Line-Up: 

-Washed Out - Compositore musiche

Tracklist: 

1. Eyes be Closed
2. Echoes
3. Amor Fati
4. Soft
5. Far Away
6. Before
7. You and I
8. Within and Without
9. A Dedication

Washed Out

Within and Without

Li chiamano anni zero questi qua. In cerca di vere certezze, perse chissà dove in quell'oceano di generi, sottogeneri e next big thing, intanto ci godiamo il passato. Perché noi, del terzo millennio, abbiamo la fortuna di poterci permettere questo lusso (nemmeno così tanto democratico). L'avanguardia e la certezza vanno a braccetto, e come gli opposti hanno il vizio di attrarsi tra di loro. Le riviste (o webzine che siano) si devono continuamente aggiornare per stare al passo con i tempi, ma tutto, in musica, sta correndo più di loro. La sorgente li accomuna, la foce li divide. Eccola, la via: partire da qualcosa di certo per poi evolversi individualmente. Lo specchio di tutto ciò, nel 2011, corrisponde alla chillwave. Allacciate le cinture, si parte: elettro/pop, dream/pop, glo/fi - lo/fi, dream beat, hypnagogic pop, dream wave, balearic pop: la chillwave raddoppia e si aggiudica la vincita. Perché dire chillwave significa riprendere le ceneri quasi spente dei suddetti generi per spargerle su campi immortali quali il pop discotecaro da classifica e lo shoegaze più emotivo e nascosto. La chillwave, alla fine, non vuole essere niente di tutto questo, ma è costretta a farsi etichettare così per il suo modo di scandagliare interiore ed esteriore. E poi perché, diciamolo, ogni musica ha il bisogno di essere etichettata. Con i personaggi che ne stanno alimentando la scena sembra quasi di esser tornati ai tempi delle improvvisazioni, dove tutto partiva da una base per poi evolversi in melodie uniche.

Due nomi odierni per la quale vale spendere questo aggettivo sono sicuramente Washed Out e Twin Shadow, per il modo di miscelare le composizioni. Forse gli unici due artisti a risultare convincenti mantenendo uno status primitivo evoluto senza troppo nerbo. Gli altri sono, almeno sulla carta, qualche passo avanti. A partire da Toro y Moi, successore di Atlas Sound e leader indiscusso di questa elettronica all' ambrosia, con Underneath the Pine prima ancora che con Causers of This. Per poi citare altre zone più estreme, come lo shoegaze fiabesco di How to Dress Well, la bedroom electronic di Neon Indian e Small Black ( quest' ultima con rimandi alla claustrofobica post-punk di Joy Division), il funk filtrato dell' italiano Banjo or Freakout e tutto ciò che deriva da dream grazie a Memory Tapes e Memory Cassette. Ma, se gli ultimi nomi citati possiedono una certa passione per un' astrazione di stampo underground, Ernest Greene e George Lewis Jr. sono due esempi di pop music da alta classifica. La loro discoteca non viene abbagliata però da groove impetuosi o da stomp ritmici, ma bensì dalle emozioni. Proprio così. Within and Without non fa eccezione, innalzandosi nella sua lucentezza anni '80 grazie ad un mood etereo ripetuto fino allo sfinimento che sa parlare solo per giochi di emotività ed esigenze teenageriali. Badate bene, anche Life of Leisure, il perfetto EP registrato in precedenza ( consideriamo High Times una sorta di allenamento), funzionava all' incirca così. Si inventano due giri perfetti ( e solo per questo...) e si aggiungono altri brani più o meno mediocri per raggiungere un sufficiente minutaggio. Solo che Within and Without è il primo vero attacco ad un' etica di classifica che ragiona solo per cliché o royalties: Greene non fa altro che mettersi giacca e cravatta e pulire il suo sound dall' imperfezione lo-fi, che a questo punto sembra l' ultimo vero ostacolo per la conquista di qualcosa veramente importante. Evitando per la prima volta il paragone con l' amico Chazwick Bundick grazie al decurtamento delle movenze più baleariche, il Nostro incentra le nove tracce sull' amore, magari quello condiviso in questi mesi in spiaggia, intrise di puro spirito psichedelico accennato negli anni da Animal Collective e Ariel Pink's Haunted Graffiti, qui trasformato in una serie di bisbigli dance che non hanno eguali. Parte da basi molto vintage, quasi alla Cass McCombs, per poi ricoprire gli strati con sostanze ad alto contenuto calorico: alla fine prevarrà più la cioccolata che lo zucchero.

Within and Without esplora la vostra mente, la apre e ne fa uscire tutte le vibrazioni positive. L' album è facilmente malleabile dal singolo individuo, ognuno ne può trarre l' aspetto che vuole. Ed è proprio qui la sua vera forza, ovvero quella di essere un disco ad uso e consumo dell' ascoltatore, che può decidere se lasciarsi cullare dalle derive chillout, oppure ballare al ritmo di queste note posate e solo all' apparenza indolenzite. Puro romanticismo al servizio di una certa malinconia velata dietro i sinth che oggi fa molto trend. Altra nota di merito dell' album è quella di possedere una propensione alla rifinitura esagerata ma mai fuori dagli schemi, e per giunta riuscendo a non farla mostrare mai. Within and Without infatti sono semplici note, come chiede il genere, vogliose di dare spazio ad un tipo di immaginazione quasi ipnotica perché assiduamente pacifica e fuori da ogni canone da slow o fast life. Gesti comuni che con Washed Out diventano incredibilmente importanti. Si citava prima il fatto che pezzi di alto livello reggessero la corporatura di un album altrimenti troppo sterile, ed ecco che in Within and Without questa caratteristica viene puntualmente ripetuta. Amor Fati, Before e la title-track sono, in questo contesto, tre tracce fondamentali. La prima, tanto per cominciare, è il tormentone estivo annunciato, con quel tiro da falso fricchettone e l' incedere da dancefloor che preannunciano il successo dell' album in questione. Before, non fosse per l' esecuzione unicamente strumentale, sembrerebbe Blessa, con tutti gli orpelli del caso volti a nascondere tradizionalismi fini a sè stessi. Infine la title-track a definire apocalissi interiori sotto forma di spleen in formato tastiera sommessa e timida. Il resto son tutti coloranti, ma non per questo possiamo dimenticarci di citare una Soft che è la naturale evoluzione dei Deerhunter, i bassi puntellanti ed insoliti di Echoes oppure Eyes Be Closed, che sembra la versione techno di Porcelain, seguita da maracas e campanelli alla Caribou di Far Away, dai tormenti languidi di You and I e dalla finale A Dedication, con quel piano struggente, manco fosse la versione tamarra di Perfume Genius.

Within and Without stà tutto qui dentro. Semplice e affatto narcisista, regala sorrisi un pò a tutti per poi cadere in episodi di disagi infantili che se fossero un film una lacrima la strapperebbero anche. Washed Out piazza continui accenni di dance celestiale, quasi sempre mascherata, a cui poi non fornisce un seguito. E questo alla fine è il fattore più importante, ovvero quello di non prendere una posizione, oscillando da una parte all' altra ma proponendo alla fine solo degli assaggi, come vuole la chillwave. Che saranno estremamente saporiti, ma sono sempre assaggi. In ogni caso, a Within and Without va il merito di aver elevato in ambito mainstream una scena di cui gli artisti impelagati sembrano andare estremamente orgogliosi. Estivi, ma con stile.

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