Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Gabriele Bartolini
Genere: 
Etichetta: 
Picicca Dischi
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Dario Brunori - Voce, composizione musiche
- Dente - Voce in 5
- DiMartino - Voce in 8

Tracklist: 

1. Il Giovane Mario
2. Lei, lui, Firenze
3. Rosa
4. Una Domenica Notte
5. Il suo Sorriso (con Dente)
6. La Mosca
7. Bruno mio dove sei
8. Animal colletti (con DiMartino)
9. Tre Capelli sul Comò
10. Fra milioni di Stelle

Brunori Sas

Vol. 2 - Poveri Cristi

Solo pochi giorni fa, a proposito di una new entry, I Cani, avevo posto l'attenzione su quello che si potrebbe definire il disco italiano più atteso dell'anno. Dal punto di vista dell' appassionato di cantautorato medio, il secondo disco in studio di Brunori Sas potrebbe essere uno dei papabibili vincitori di questa speciale (quanto inutile) classifica, con rispetto dei vari Capossela, Benvegnù, Donà ed altri. Costruito su solide idee di base, il progetto di Dario Brunori riuscì ad aggiudicarsi infatti nel 2009 il premio Ciampi come migliore esordio. Targa di buon auspicio, considerando che chi è riuscito a vincerla sta conducendo una carriera musicale di tutto rispetto adesso. Ma, al di là di ogni statistica, Vol. 1 aveva tutte le carte in regola per ricevere gli elogi ricevuti, ricco dell' antica ricetta di calda ed umile scrittura com'era. Irresistibili i passi autobiografici come Guardia '82 e Nanà, accativanti ed ironici pure i riferimenti all' Italian Dandy, convincenti soprattutto per l'appeal radiofonico da musica leggera.

Nel Vol. 2 invece, Brunori Sas si libera dello status di eterno e finto allegro per cercare una nuova evoluzione, destinata inevitabilmente a mostrare oltre che un aspetto adulto di Dario anche una maggiore capacità di scrittura e narrativa. Meno rime fantasiose e felici quindi, ma più attinenza al cinico scorrere del tempo odierno, che si porta con sè le simpatiche avventure italiane ma soprattutto i disagi degli over fourty in crisi di identità e i fallimenti in amore, raccontati con uno spirito ironico e disilluso oppure con un taglio triste ma putroppo anche più veritiero. Si sente che durante lo scorrere delle dieci tracce Brunori è più consapevole e sicuro di sè: la voce è meno squillante o tremolante, per niente preoccupata di toccare modelli vocali già noti, ma anzi riesce anche a giocare benissimo con gli illustri due ospiti presenti sul disco, ovvero gli altrettanto promettenti Antonio DiMartino e Dente. Importanti altresì le parti melodiche, rappresentate da composizioni orchestrali della musica pop che molto spesso nascono dalla tipica sezione acustica di Vol. 1, liberandosi a sprazzi in manifestazioni di fiati, flauti e violini, deliziosi e perfetti per accompagnare i testi più spensierati. Si pesca sempre dal quotidiano, ponendo lo sguardo verso un Italia sempre più obbligata a confrontarsi con l'instabilità delle nuove famiglie, alle prese con l' incertezza di un lavoro precario e mal pagato, ma riguardanti anche la morte (più precisamente il suicidio), gli amori ed una ricerca della quotidiana felicità (considerando che quella eterna sembra ormai essere trattata nei libri di filosofia).

Ad aprire Vol. 2 - Poveri Cristi è Il giovane Mario, efficace storia (una delle tante) di chi non sopporta più vivere nella povertà e nella crudeltà di una routine senza sorprese, cantata con personalità e garbo dal direttore in accomandita semplice. Lui, lei e Firenze è più cinematografica, con quel savoir faire pop che ricorda temi retrò, o che comunque la accomuna al Mauro Ermanno Giovanardi del disco solista, solo un pò più sognatore. Rosa, per il folk 'n' roll elettrizzante, ha rimandi sin troppo evidenti ai Pan Del Diavolo, prima ancora che a Rino Gaetano, di cui sembra sentire ovviamente la voce, mentre Una Domenica Notte è cullante nel mood, molto simile a quello degli ex compagni di etichetta Dilaila, ma rassegnata da un mal di vita nel testo, che abbraccia per la prima volta il tema della partenza. Sgargiante e simpatico il duetto (d'altri tempi) con Dente in Il Suo Sorriso, scazzata e melodica, come vuole lo stile dell' artista di Fidenza, qui un pò più in versione Bugo. La Mosca ci riporta in pieno Vol. 1, con quella struttura solo acustica sorretta dalle melodie vocali dell'ex imprenditore, mentre Bruno Mio Dove Sei è un'invocazione struggente di una donna che ha capito il valore della felicità solo dopo aver perso il marito. Animal Colletti ironizza, nella festosa disperazione palermitana di DiMartino, sul tema del suicidio facendo da contraltare a Tre Capelli Sul Como, che mischia realtà e cabaret alla maniera dei Perturbazione. Finale riservato ancora una volta a ritmi tradizionali con Fra Milioni Di Stelle, che come Stella D' Argento del precedente disco chiude narrando le milioni di stelle che ogni giorno animano il paese più suggestivo ed istrionico del mondo, legato alle dicerie popolari quanto ai profeti.

Ancora una volta Brunori Sas domina l'attenzione, con quel suo modo tutto particolare di trascinarci lungo i sobborghi e le periferie d' Italia, mostrando problemi e felicità fugaci. Vol. 2 - Poveri Cristi è il successivo e naturale step di Vol. 1, che migliora per la parte musicale ma che non si dimentica della prosa e del racconto tipico solo a chi ha scelto di fare il mestiere del cantautore. Romantico, sarcastico e, all' occorrenza, anche diretto: non manca proprio nulla a Dario Brunori, che in questo suo personalissimo carosello di quaranta minuti non si dimentica proprio di nessuno, coinvolgendo ogni frangia del popolo nostrano. Ribadendo ancora una volta di essere uno dei pochi ad avere tanti assi e poche figure nel proprio mazzo. Chapeau.

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