Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Gabriele Bartolini
Genere: 
Etichetta: 
42 Records
Anno: 
2011
Line-Up: 

- I Cani - Composizione musiche, testi

- Cris X - Composizione musiche in 8

Tracklist: 

1. Theme from the Cameretta
2. Hipsteria
3. Door Selection
4. Velleità
5. Le Coppie
6. Il pranzo di Santo Stefano
7. Post Punk
8. Roma Nord ( feat. Cris X)
9. I pariolini di Diciott'anni
10. Perdona e Dimentica
11. Wes Anderson

I Cani

Il Sorprendente Album D'Esordio Dei Cani

C'è dell' hype nel laziale. Da mesi è andato diffondendosi sul web un fenomeno chiamato I Cani, creatura musicale fondata da ignoti. Molto abili nel riuscire a far parlare di sé grazie a voci messe in giro e testi esclusivi diffusi principalmente sui blog, si viene a creare ben presto un alone di misticità intorno a questo nome. I Pariolini di 18 Anni è la prima sceneggiatura del soggetto in questione. Un brano che, manco fosse uno spirito, inizia a vagare tra webzine e spazi culturali di ogni tipo, innalzando il nome I Cani ad oggetto misterioso ed altrettanto interessante.  Anthem da disco, composta da un mood liquido insipido; e poi il fascismo, la cocaina e il disagio giovanile. Solo una canzone e tutti già puntano gli occhi addosso a questo fantomatico figuro, che, come da nome, preferisce nascondersi dietro ad immagini di cani. Quasi certamente meglio di lui hanno fatto solo i Vaccines, che all' epoca del loro acclamatissimo tour estivo, nel 2010, non avevano ancora registrato niente, anche se la mano santa di NME e soci si è fatta sentire eccome in quel caso. Ma gli affamatissimi musicologi della liminal class non si accontentano. Ed allora, mentre il carbonaro passaparola si sta estendendo praticamente a chiunque, arriva Velleità. Ritmo di poco più teso dalla precedente, apocalisse alle porte e parole, parole curate ed appiccicose. Ottimo. Dopo che il secondo brano è riuscito ad entrare in heavy rotation giornaliera la volpe che si cela dietro al moniker I Cani esce allo scoperto, pubblicando l' album d' esordio, intitolato in maniera del tutto ironica ed umile Il Sorprendente Album D'Esordio Dei Cani.

Il lavoro nella sua totalità non denota sicuramente una complessità degna di elevare lo stesso ad uscita italiana più attesa dell' anno, ma inutile negare che in molti attendevano con spasmodica (ed inspiegabile) ansia questo disco. Viene da chiedere (come quesito di ordine generale), al termine degli scarsi quaranta minuti lungo la quale si protende Il Sorprendente Album D'Esordio Dei Cani, quale misero futuro spetterà alla musica italiana se per alcuni il suddetto album rappresenta la più importante release da qui al termine di Dicembre. La verità è che, come accade ai miliardi di prodotti su cui si vuole speculare, anche il nome I Cani ha monopolizzato l' attenzione grazie ad un ingente campagna di pubblicità, che può variare dalla creazione di un immagine del tutto particolare come quella precedentemente descritta fino al semplice recensore amico (forse proprio quello di cui parla su Post-Punk...). La struttura melodica è praticamente assente, a parte che nei singoli di anteprima (scelti non a caso), e proprio per questo le parti in cui solo la musica è chiamata a riempire gli spazi di silenzio non sono per niente validi e vanno a scadere in strumentali di dubbio gusto, come ad esempio i due minuti condivisi con Cris X in Roma Nord. In questo senso non si può parlare di post-punk, ne di elettronica fatta da tastiere, termini troppo evoluti per delle basi da FL Studio come quelli dei Cani, dove tutto si incentra su un pop retrodatato. Molto riesce invece nel cantato, che pur adottando sempre le stesse tonalità di timbro cattura l' attenzione con testi fantasiosi e coatti, sicuramente al passo con i tempi (considerando temi riguardanti gli indie-kids e affiliati vari) e adatto in particolar modo ad una fascia molto giovane di età che va dai teenager fino agli universitari. In secondo luogo, va precisato che le rime, anche se belle a sentirsi, sono in sé e per sé molto prevedibili, venendo disintegrate se rapportate anche a solo uno dei tanti figliocci dei Uochi Toki. D' altro canto, va dato però il giusto merito all' autore, che con la sua posata voce da Gazzè in erba riesce ad intrattenere al meglio con i personaggi di cui si parla nelle sue prose, frammentarie e piuttosto comuni, descritti sempre con un occhio esterno sbrigativo e piuttosto attento ai dettagli su cui poter ironizzare o comunque risalire all' identikit tipo di persona in modo da poterlo incasellare ed etichettare con uno dei mille luoghi comuni possibili.

Non mancano gradimenti per il modo cinico e tagliente con cui riesce a chiamare in cause le più disparate categorie, da Hipsteria a Le Coppie, ma allo stesso la scena musicale ed artistica italiana non può di certo prescindere da artisti come I Cani, tenendo sempre conto del fatto che altre sono le intessiture e le trame intelligenti e intellegibili. Trova anche il tempo il cane di fare una caricatura da latin lover sprecato a Vasco Brondi, ma in cuor mio spero abbia modo di scusarsi nei confronti dello stesso. Con le sue doti persuasive e ruffiane, evidenziate al meglio con Il Sorprendente Album D' Esordio Dei Cani, potrebbe persino farsi insegnare come strimpellare dodici corde di chitarra per riuscire a mettere insieme qualche degno arrangiamento da accompagnare ai testi adulti e perfetti. Ma per adesso, niente di nuovo in vista.

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