Storia della Dark Wave

 


LA MORTE DELLA PRIMA ONDATA DEL PUNK INGLESE

Le metropoli inglesi, Londra in particolare, si erano trasformate alla fine degli anni Settanta per via di quel senso di alienazione che caratterizzava tutti i gruppi giovanili e che trovava un naturale sfogo nella musica e nella cultura ad essa legata. Gli anni compresi tra il 1974 e il 1978 verranno ricordati come il periodo dell’esplosione del Punk, un genere che musicalmente nacque nella East Coast statunitense come continuazione del Garage del decennio precedente: dal punto di vista culturale il Punk si radicò ben più velocemente in terra britannica, diventando sinonimo di ribellione contro il sistema e di stile di vita trasandato. I Sex Pistols plasmarono in poco tempo l’immagine del vero Punk, giovane dissidente anarchico e nichilista, vestito con giubbotti di pelle, cultore della logica delle borchie, adoratore della violenza e della fisicità. Tale ideale sconvolse ben presto l’intera Inghilterra, perché un numero sempre maggiore di ragazzini aderì ad un movimento che sembrava rappresentare l’unica via d’uscita contro la rassegnazione che permeava le periferie cittadine.
Dopo lo scioglimento dei Sex Pistols, caduti in disgrazia a seguito all’improvvisa dipartita di Johnny Rotten, e dopo la morte per overdose (o per suicidio forse) dell'icona Sid Vicious, le speranze di una generazione svanirono temporaneamente: il leggendario mondo del Punk vacillò e sembrò crollare per gli adolescenti che avevano fermamente creduto nei suoi ideali.
Solo una piccola fetta dei musicisti della scena Punk inglese riuscì a reagire, decidendo di ispirarsi ad acts più underground e sperimentali come David Bowie e i Roxy Music. Era il punto di avvio del Post-Punk, genere che pose le basi della nascente New Wave britannica, una realtà che raccolse sotto un unico nome un calderone di bands dalle caratteristiche più disparate ma accomunate da una nuova sensibilità verso i problemi giovanili.

La Dark Wave fu una costola di questo vasto movimento, distinguendosi per il suo originario desiderio di rimanere all’ombra di un panorama che stava assumendo tratti dediti al commerciale e poco fedeli alle promesse iniziali. Da un lato si situava l’ormai vecchio Punk, con le sue mode e i suoi cliché, con i suoi scandali e i suoi tradimenti, dall’altro si stava sviluppando un desiderio di tralasciare le tematiche sociali, per concentrarsi sull’intimità dell’individuo. In Inghilterra, dove il genere prese forma, la Dark Wave si fuse presto con la denominazione “Gothic”, derivante dalla letteratura pre-romantica dalle ambientazioni cupe ed incentrata sui conflitti interiori o sulle storie del paranormale.
Le band Dark infatti seguivano questi modelli apparentemente intellettuali, presentando un timbro figlio del Post-Punk ed intriso di un fascino tenebroso, che stregò coloro che conducevano le loro battaglie in privato e non si abbandonavano alla logica anarchica del Punk.
Tali sonorità erano state preannunciate negli anni Settanta proprio in Inghilterra da gruppi come Black Sabbath e Black Widow, che fecero propria del loro stile la devozione verso tematiche occulte, mai toccate direttamente invece dalle band Dark Wave.

Siouxsie And The Banshees

Il passaggio naturale dal Post-Punk al Dark fu raffigurato dall’opera dei Siouxsie And The Banshees, capitanati dalla regina oscura Susan Janet Ballion (in arte Siouxsie Sioux), ragazzina adoratrice dei Sex Pistols e nota nella scena Punk inglese per il suo stile di vita volutamente trascurato e provocatorio. Abiti fetish, bondage e glam erano l’elemento distintivo di una giovane solitaria e dall’infelice storia familiare, amante della musica d’oltreoceano di Lou Reed e degli Stooges ed assidua frequentatrice delle discoteche gay locali.
Nonostante queste note personali che si riveleranno poco piacevoli per la cantante durante tutta la sua carriera, il gruppo riuscì presto a guadagnarsi un cospicuo successo anche al di fuori del Regno Unito, per il suo sound sperimentale ed oscuro (debitore dei Velvet Underground) e per la presenza alla batteria nella line-up originaria (nel 1976, ancora durante il periodo di piena espansione del Punk) proprio di quel Sid Vicious che caratterizzò con il suo carisma il panorama inglese della fine dei Settanta.
Il debutto The Scream fu da subito considerato come una fusione di Punk britannico, Noise americano e Kraut tedesco, capace di costituire un’alternativa a qualsiasi altra realtà del periodo di decadenza del vecchio Punk.
Nel 1979 alla band si unì temporaneamente per un tour il chitarrista della formazione che supportava i Banshees nelle varie date, ovvero Robert Smith dei Cure. La storia dei Siouxsie And The Banshees dei primi anni fu infatti abbastanza contorta, sia per quanto riguarda gli abbandoni da parte dei musicisti (Morris e McKay), sia per le questioni poco felici che circondarono la fama del gruppo, come la proposizione della cover di Deutschland, Deutschland über alles o l’esposizione di svastiche naziste in alcuni concerti.
La finalità di Siouxsie non fu mai politica, bensì provocatoria, ma la critica britannica non accolse benevolmente tali soluzioni azzardate. Gli altri album chiave della carriera dell’act londinese furono Kaleidoscope e Juju, con cui Siouxsie affinò il cantato e con cui la direzione timbrica cambiò verso i lidi del nascente Gothic Rock.



 

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