Voto: 
6.2 / 10
Autore: 
Gabriele Bartolini
Etichetta: 
SYR
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Thurston Moore
- Lee Ranaldo
- Kim Gordon
- Steve Shelley

Tracklist: 

01. Thème de Jérémie
02. Alice et Simon
03. Les Anges au piano
04. Chez Yves (Alice et Clara)
05. Jean-Baptiste à la fenêtre
06. Thème de Laetitia
07. Escapades
08. La Cabane au Zodiac
09. Dans les bois \ M. Rabier
10. Jean-Baptiste et Laetitia
11. Thème de Simon
12. Au Café
13. Thème d'Alice

Sonic Youth

Simon Werner a Disparu...

Dopo circa quattordici anni, i Sonic Youth ci riprovano. Chiunque abbia ascoltato il gruppo del frontman Thurston Moore almeno una volta, ha avuto l' impressione di avere a che fare con qualcosa di sensibilmente figurativo ed espressivo di un ben preciso mood cinematografico, ed è per questo che i quattro pionieri del noise non si sono fatti attendere quando Fabrice Gobert gli ha commissionato l' incarico di realizzare una soundtrack a tema per il suo nuovo film Simon Werner a Disparu..., un thriller drammatico presentato anche all' ultima edizione del festival di Cannes, sebbene piuttosto in sordina. Ma stavolta il gruppo, conscio dell' altra faccia della medaglia e carico per questo di un certo scetticismo venuto fuori anche alla luce di quella colonna sonora per Made in USA del 1987, bocciata in seguito dagli addetti ai lavori e per giunta mai utilizzata, ha messo le mani avanti inserendo questa OST nella loro collana personale Sonic Youth Recordings, comprendente una serie di album all' insegna della ricetta di un rock sperimentale di cui solo loro e pochi altri sembrano essere a conoscenza. Ecco che allora possiamo parlare a tutti gli effetti di Simon Werner a Disparu..., elegante quanto mai appropiata soundtrack per il film omonimo, composta da tredici brani più altri cinque ed un DVD nell' edizione deluxe.

Simon Werner a Disparu..., riprendendo il discorso lasciato in sospeso dal sintetico The Eternal, sembra voler rievocare le sonorità dei primi decantati lavori, passando in rassegna ogni tipo di rumore inventato dall' EP omonimo fino all' ascesa post-grunge di Goo, per poi abbinare questi tunnel di caotico post-punk a pezzi di genere alternative-rock, precisamente quelli di Sonic Nurse e Rather Ripped, che in questo caso però non è stato molto preso in considerazione. Tutte le influenze ricevute dagli avanguardisti europei dell' epoca, come ad esempio Brigitte Fontaine, mantengono il giusto equilibrio nel rapporto con la pellicola francese, altrimenti troppo macchiata dagli americani Branca e Cage, interagendo con un film di chiara matrice noir come quello di Gobert. Ma è proprio quando andiamo ad analizzare le caratteristiche del film che ci accorgiamo con estrema facilità che la scelta dei Sonic Youth non è stata casuale. La loro musica, più che evocare sentimenti di catarsi liberatoria, si è sempre mantenuta sul filone dell' introspezzione tipica della no-wave, inducendo l' ascoltatore ad una indagine sonora riflessa sulle nostre esperienze, fattore che nella maggior parte dei casi ha folgorato una folta schiera di persone, poi diventate loro fan. Ma in questo caso più che di ampie vedute sonore, le composizioni si adeguano in maniera incredibilmente positiva con il film, non disponibile ancora in versione italiana, che risente ( stavolta con risvolti assai negativi) dell' ermeticità delle riprese, tanto che se non conoscessimo in anteprima il genere penseremmo di trovarci di fronte ad un horror, dalle vedute claustrofobiche ed opache. Paradossalmente, il punto di forza della colonna sonora risiede nello stesso luogo dove si possono riscontrare i fin troppo punti negativi del film, ovvero in un' attesa angosciosa e lancinante su cui i Sonic Youth, ormai padroni in questo campo, raccolgono ciò che è stato seminato con i lavori citati in precedenza, ma anche grazie al quale Simon Werner a Disparu... vede arrivare inevitabile la propria rovina.

Analizzando il misfatto in poche righe, Simon Werner a Disparu... è infatti un film drammatico che risente di una staticità incredibilmente pigra ed in alcuni tratti letteralmente noiosa. La trama infatti - che narra di una serie di sparizioni risalenti agli anni '90 avvenute all' interno di un college e rimaste nel mistero - si snoda solo e soltanto all' interno dell' apparato scolastico, dove l' unica evoluzione in termini di narrazione è da riporre negli ultimi venti minuti, quando due personaggi del film dialogano in un boschetto adiacente alla scuola. Davvero troppo poco quindi per una pellicola che prometteva di lanciare con insolenza il cinema francese in un ambito fin troppo ambizioso, ma che può vantare solamente nella continua variazione del punto di vista un punto a suo favore. I lineamenti, le vedute e le riprese delle persone però tutto sommato ben si sposano con un arte visionaria a tutto campo come quella dei Sonic Youth, piena di eccessivi quanto sopportabili francesismi.

Stavolta i veri vincitori sono invece i Sonic Youth, che appena terminata la registrazione regaleranno solamente alcuni piccoli ma pur sempre affascinanti sprazzi al film, di cui vale la pena citare l' indie-rock filtrato da piccole scorie no-wave di Alice et Simon, per poi gettarsi in una promozione continua del loro Simon Werner a Disparu..., presentato come un disco di inedite sample strumentali da cui prenderà spunto il loro prossimo album. Tra i brani proposti, evidenti sono i rimandi al disco cult Confusion is Sex di Thème de Jérémie e Thème de Simon, controbilanciati da una Au Café che pare tributare Leaky Lifeboat ( for Gregory Corso) dal precedente disco. Ansimanti e cariche di pathos Chez Yves (Alice et Clara) e Dans les bois \ M. Rabier, le più complete del lotto, da cui emergono le altrettanto convincenti Thème de Laetitia, un fritto misto di Bad Moon Rising ed EVOL, Jean-Baptiste à la fenêtre e Les Anges au piano, capaci di costruire un vero e proprio intrattenimento con suggestivi rumori e contorsioni stilistiche. Da chiamare in causa anche la dipartita conclusiva di ben tredici minuti corrispondente al nome di Thème d'Alice, ottimo compendio che ricorda il pessimismo cupo delle ultime uscite di stampo indie più diretto ma anche l' eterea The Diamond Sea, dal particolare quanto indimenticabile Washing Machine. Come sempre, qualcosa di eterno e amichevolmente familiare.

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