Voto: 
8.3 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
SST Records
Anno: 
1986
Line-Up: 

- Lee Ranaldo - chiarra, voce
- Kim Gordon - basso, chitarra, Moog
- Thurston Moore - chitarra, voce, Moog
- Steve Shelley - batteria
- Mike Watt - basso

Tracklist: 

1. Tom Violence (03:05)
2. Shadow of a Doubt (03:32)
3. Starpower (04:48)
4. In the Kingdom #19 (03:24)
5. Green Light (03:46)
6. Death to Our Friends (03:16)
7. Secret Girl (02:54)
8. Marilyn Moore (04:04)
9. Expressway to Yr. Skull (The Crucifixion of Sean Penn/Madonna, Sean and Me) (07:19)
10. Bubblegum (bonus track) (02:49)

Sonic Youth

EVOL

Dopo l’esplosione No Wave avvenuta a New York all’inizio degli anni Ottanta, anche per i Sonic Youth giunse il momento di transizione, in un periodo di significative trasformazioni musicali per tutta la scena Noise americana. Era il 1986 e la band capeggiata da Lee Renaldo e Kim Gordon pose le basi per allontanarsi gradualmente da tutte le prime influenze punk ed industriali del primo periodo, per raggiungere geometrie più distese ma altrettanto riflessive. EVOL non rappresentò di certo il capitolo della maturità per i Sonic Youth, ancora incerti sulle strade sperimentali da percorrere, ma permise al quartetto newyorkese di varcare nuovi traguardi, arricchendo il filone alternativo che si andava delineando.

In EVOL si mantengono vivi gli elementi che avevano contraddistinto i primi acerbi episodi discografici, ma le dissonanze e l’atmosfera soffocante viene inserita in un nuovo contesto, dove i Sonic Youth si fanno portavoce di una sensibilità più soffusa, testimoniata in particolare da una traccia come Shadows Of A Doubt (debitrice del film L’Altro Uomo di Hitchcock). Resta inalterato comunque il mood nichilista che era stato la colonna portante della No Wave a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta, perché lo spietato realismo dell’opener Tom Violence è tagliente pur nella sua ambientazione onirica.
Cominciano ad emergere le prime strutture Alternative, in tensione tra le reminescenze dei Velvet Underground ed un desiderio di accedere al grande pubblico internazionale. Allucinati sono gli effetti che i Sonic Youth impiegano in canzoni come In The Kingdom #19, claustrofobica e caotica, o Marilyn Moore, scritta insieme a Lydia Lunch dei Teenage Jesus And The Jerks.
La lunga e complessa Expressway To Yr. Skull (The Crucifixion of Sean Penn/Madonna, Sean and Me) garantisce per poco l’apparenza di una traccia Rock canonica con un buon concentrato di melodia, ma l’illusione si dissolve non appena intervengono le solite distorsioni acide ed opprimenti, che cercano di prolungare la canzone verso un ipotetico infinito.
Non mancano suoni di natura industriale sulla settima tormentata Secret Girl, che sembra incastonata in un alone sospeso e delicato, inedito per il sound dei Sonic Youth. Le urla all’inizio di Marylin Moore rimangono però il simbolo indelebile di un disco fondamentale per comprendere cosa è stato della No Wave americana e come i Sonic Youth siano riusciti a farsi spazio in una scena così indipendente e pessimista.

EVOL fu l’album che consentì inoltre all’etichetta SST Records di abbandonare le proprie radici Punk Hardcore per dirigersi verso nuovi lidi, di matrice decisamente più Rock: dal 1986 la carriera dei Sonic Youth prese una nuova via, non rimpiangendo il passato Noise ma prolungando lo sguardo verso orizzonti mai esplorati. Il responso della critica sarà sempre positivo ed entusiasta per i lavori del secondo periodo del quartetto statunitense, frutto di una ricerca sperimentale che unisce il raffinato al trasandato.
L’immagine in copertina della pin-up Lung Leg, tratta da Submit To Me Now del regista Richard Kern, rafforza il senso di trasgressione che permea l’album così come nei capitoli discografici precedenti: la dimensione degli originari Sonic Youth è rabbia e rassegnazione, sogno e disillusione, tensione verso l’infinito ed impossibilità di superare i propri limiti e tale dimensione è esplicata sapientemente da EVOL.

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