Paolo Benvegnù
di: 
Gabriele Bartolini
22/04/2011

 

Pochi giorni fa Paolo Benvegnù ha presentato la sua terza meraviglia discografica interpretata dalla band omonima. Hermann, in barba ad ogni teoria Assantiana sul modo di concepire l' album ai nostri giorni, è un concept ricco di idee ma allo stesso tempo ben dosato e dotato di una fruibilità tipica del pop: ecco perchè agli ascoltatori è bastato poco per apprezzarlo appieno. RockLine.it, approfittando dell' occasione, decide di scambiare due parole con Paolo, rivolgendo domande riguardanti il passato, il presente e il futuro dell' artista milanese di nascita e toscano d'adozione...

 

G.B. - Ciao Paolo e grazie per l’ intervista concessa.


Paolo - Grazie a te e a Voi tutti per lo spazio accordatoci... Non è scontato... Grazie perciò davvero... Paolo


G.B. - Parliamo innanzitutto di Hermann: da quale desiderio è nato? In tal senso, quali sono i temi portanti su cui si poggia il disco? Quali dei tredici brani apprezzi maggiormente per il significato?


Paolo - Per noi Paolo Benvegnù, Hermann ha un significato di comprensione. Proprio di Desiderio si tratta. Comprensione perciò del Desiderio e dell'Abisso... Per me, forse Love is Talking è il brano che ne racchiude l'Essenza specifica. Ma è il Disco intero che ne tratta. Attraverso la rilettura dell'Archetipo, nel tentativo di spiegare la Resa Esatta, lo Stupore, e la Crudeltà necessaria e/o supplementare. E il Respiro, il Sole, i Ghiacci eterni, le mani, ecc. ecc... Ma soprattutto i cani.


G.B. - Rispetto alle prime due uscite soliste il sound si è irrobustito notevolmente, facendo risaltare al contempo la narrazione: scelta personale o dettata dal fatto di possedere una line-up tipica di una band?


Paolo - Non saprei... I dischi, come i film, i libri... Si fanno anche un po' da soli.. Poi, io sono esattamente il cantante e uno degli scrittori di un collettivo.. E proprio questo collettivo ha cercato una strada e questa strada si è fatta trovare così com'era... L'unica vera scelta è stata improntata alla presuzione e all'ambizione di scrivere da uomini sull'Essere Umano... Poi il resto si è fatto da solo, stante le nostre insicurezze, le debolezze, le cene infinite, i racconti dei nostri antenati...


G.B. - Ho letto di analogie con Blade Runner in un’ altra intervista: puoi spiegarci meglio questo confronto?


Paolo - Nessuna analogia con Blade Runner... Anzi... Nella Domanda, il mio interlocutore mi chiese il perchè ad un certo punto della vita si sente il desiderio di narrare ciò che si è visto... Ho solo risposto, ed ora lo confermo, che si racconta ciò che si vede per cercare di diventare Ciechi veramente In sè... Nessuna analogia, perciò, con Blade Runner.. Molto, molto di più con la figura di Tiresia, invece...


G.B. - Oltre a te, hanno contribuito anche gli altri componenti nella composizione delle musiche e nel songwriting?


Paolo - E' un lavoro collettivo.. Tutti, nessuno escluso ha scritto, suonato, cercato. ma più nel proprio quotidiano e personale. il resto, come dicevo, è venuto da sè.


G.B. - Quanto tempo è passato tra l’ entrata in studio e l’incisione su disco?


Paolo - Tre mesi tra composizione ed uscita. Venti giorni di Studio. il Resto nelle nostre salette prove e nelle nostre case in affitto.


G.B. - Non trovi ci sia un filo conduttore tra Hermann, Cattive Abitudini e I Mistici Dell’ Occidente?


Paolo - Non conosco così bene gli altri due dischi... Certo è che forte è la volontà dei tre ensamble di andare in profondità e di sfiorare almeno gli Astri. Poi, ognuno ha la propria e Giusta diversità nell'affrontare tutto ciò... Densità e Leggerezza percepiti in modo diverso ed espressi in modo diverso, perciò... Poi, per me tutto, veramente Tutto, dell'Umano, ha un Senso comune...


G.B. - Nei vari brani citi Sartre e Melville: di quest’ ultimo soprattutto si riconosce il mare, elemento fondamentale per lo scrittore, e non solo per aver scritto Moby Dick.
Non credi, però, che il tuo disco somigli più a Mardi, suo scritto più filosofico( sebbene mal digerito)?


Paolo - Non saprei. Non saprei davvero. So che alcune parti del disco mi ricordano mia madre. E la Pulsione di Allontanamento e di Vincolo del Sangue. Per questo il Mare, le lacrime, lo sperma. E questi aspetti sono simili in ogni essere Umano, in ogni manufatto... Poi, la digestione dipende dagli stomaci. E la Filosofia la cerco come un bambino la mano di un padre. Meravigliosa e per me ancora assolutamente inarrivabile.


G.B. - Per adesso sei soddisfatto del tour? Ma soprattutto, il livello di partecipazione di fronte a temi di non facile lettura come questi si è dimostrato all’ altezza?


Paolo - Oh... Tutto è all'altezza... Prima parlavo di Presunzione. Ma di Presunzione della Nostra Esistenza. Detto ciò, il Mondo è Bellissimo e Miracoloso in ogni sua manifestazione. Silenziosa o Sbraitante. Questo per dire che Soddisfazione è Altro. Ed è applicabile a campi più ristretti e pragmatici. Io sono Felice. A monte dei concerti o dell'Attesa di questo o qualunque atto che pongo. Sono Felice e Ringraziante e Confortato. I miei Compagni che qui rappresento, penso anche...


G.B. - Durante tutti questi anni, quale la lezione più importante che la musica ti ha fatto capire?


Paolo - La Commozione e la Resa di fronte ai gesti inconsci. La Perfezione meravigliosa e caotica dell'Errore.


G.B. - Elenca una cosa che desideri mantenere ed un’ altra che vorresti perdere del Benvegnù attuale.


Paolo - Ho già avuto tutto ciò che cercavo e tutto ho già perso. Va bene così...


G.B. - Una cosa invece che avresti voluto possedere ed un’ altra che avresti voluto buttare agli esordi?


Paolo - Credi... Non cambierei nulla... Sono stato e sono ridicolo e ingombrante. Ma è la mia Essenza svelata. Un bue e un cane.


G.B. - Quanto ha significato per te il progetto Scisma? Quale l’ album a cui sei più attaccato?


Paolo - Ringrazio ancora i miei compagni dell'epoca per avermi sopportato... La mia Educazione all'Abisso ha trovato sfogo e Desiderio grazie a loro... Penso che Armstrong sia stato un ottimo tentativo di Condivisione. Mancato, come ogni Gesto Umano. E perciò pieno di Vita.


G.B. - Arrivando alla conclusione, ti faccio una domanda di ordine generale: come per molti degli addetti ai lavori, pensi anche tu che questo periodo musicale sarà contrassegnato dalla Sindrome da deficit di attenzione?


Paolo - No... Assolutamente. Penso invece che dovremmo cercare l'Irripetibile senza raggiungerlo mai. Penso che sia risibile cercare nel Tempo e nello Spazio questo piccolissimo punto e provare a valutarlo. Penso che il cibo non ci manca.

G.B. - Come vedi il cantautorato in Italia oggi? Quali sono secondo te gli artisti più meritevoli di attenzione?

Paolo - Lo vedo con occhiali Perfetti e lo spero sempre più cieco. Perchè lì c'è Visione. Come Marco Parente, Alessandro Fiori, Cesare Basile, Massimo Giangrande, ed infiniti altri meravigliosi esseri umani.


G.B. - Hai dei progetti su cui lavorare in futuro?


Paolo - Il Respiro. Da questo, farò...


G.B. - L’ intervista finisce qui, io ti ringrazio per essere intervenuto. Vuoi lasciare un messaggio ai lettori di RockLine.it? In bocca al lupo, un saluto.


Paolo - Io ringrazio Te e i Tuoi lettori... Il messaggio è il Seguente... Se non avete nulla da fare. Andate in libreria, cercate L' Uomo Invaso di Gesualdo Bufalino e leggetelo per ore. Fino alla chiusura della libreria. Grazie buone giornate. Paolo Benvegnù.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente