Storia dell'Hard Rock - 2

 

LE CARATTERISTICHE E LA FASE DEL CONSOLIDAMENTO (1971 - 1976 circa)

E' necessario a questo punto delineare le sembianze che il genere andava sempre più assumendo, individuandone le caratteristiche più o meno comuni che - dopo essere state gettate ormai le fondamenta - avrebbero costituito i pilastri su cui si sarebbe retta nel corso degli anni l'intera struttura dell'hard rock. L'indurimento del sound, ottenuto principalmente con un riffing più pesante, tagliente ed elettrico, chitarre distorte e ritmiche più incalzanti e potenti rispetto ai canoni precedenti, fu naturalmente la conseguenza più visibile di tale processo di codificazione, mentre il timbro vocale si andava sempre più assestando su tonalità aggressive, enfatiche ed alte, ricercando spesso l'acuto straziante alla stessa stregua dell'assolo tecnico. Meno generalizzato fu invece il processo che portò all'inserimento della tastiera o dell'organo in gran parte dei gruppi hard rock, che andavano così a stravolgere la classica formazione rock fondata sul trio chitarra, basso e batteria.

Si consideri però che l'hard rock nasce e si mantiene sempre all'interno di un più vasto macrogenere-contenitore qual è il rock (inteso nella sua accezione più ampia ed onnicomprensiva), ragion per cui esso non soltanto si modellava sulle influenze del passato, in un percorso che coinvolgeva il rhythm and blues afro-americano, il rock n' roll degli anni '50, il british blues/rock, ma nel suo processo evolutivo e formativo ha contestualmente subito e attirato a sé le contaminazioni derivanti dagli altri generi facenti parte del suddetto macrogenere. Impossibile infatti non sentire i chiari echi del rock psichedelico, genere che aveva dominato il decennio precedente, in quasi tutte le band dedite all'hard rock nei primi anni '70 (Led Zeppelin, Deep Purple, Uriah Heep), e persino con il progressive rock, rispetto alle cui cerebrali divagazioni proprio l'essenza più diretta e sanguigna dell'hard rock sembrava volersi porre in contrapposizione, esisteva una sorta di interrelazione reciproca che contribuì a portare nell'hard rock dei vari Deep Purple, Led Zeppelin, Uriah Heep e compagnia, arrangiamenti più curati, pur conservando tuttavia quanto di spigoloso e grezzo era stato ereditato dal rock n' roll, e soprattutto il virtuosismo tecnico, sul quale però maggiormente influì l'avanguardismo chitarristico dei vari Jimi Hendrix e Santana.

Il chitarrista assume così un ruolo da co-protagonista principale (da spartire con il cantante) che gli permette di salire in cattedra con l'esecuzione dell'immancabile assolo, spesso veloce, tecnico e posto al centro del brano, tanto che qualsiasi band che si rispetti espone tra le sue maggiori credenziali proprio il nome del suo "guitar-hero", da Jimmy Page (Led Zeppelin) a Ritchie Blackmore (Deep Purple, Rainbow), da Angus Young (AC/DC) a Eddie Van Halen (Van Halen) e Steve Clark (Def Leppard), e via dicendo. Tutte queste caratteristiche sono più o meno riscontrabili nei vari dischi hard rock dell'epoca, e molte di esse si conserveranno anche negli anni successivi.

Nel volgere di pochi anni una serie di imperdibili capolavori portarono alla definitiva affermazione dell'hard rock, che divenne in tal modo uno dei generi più amati e seguiti, si trattava di veri e propri masterpiece che rimarranno per sempre scalfiti nella storia del genere, come IV (1971) dei Led Zeppelin, noto anche come Untitled o ZOSO, contenente la leggendaria hit Stairway To Heaven, universalmente riconosciuta come una delle canzoni più belle della storia del rock; Killer (1971) e Billion Dollar Babies (1973) di Alice Cooper, sui quali compaiono le prime hit del reverendo, come Under My Wheels, Be My Lover, No More Mr. Nice Guy; Machine Head (1972) dei Deep Purple, che passerà alla storia per il celeberrimo riff di Smoke On The Water e che sarà tra gli album più influenti per lo sviluppo dell'hard. A ciò si aggiunsero gli innumerevoli esordi di alcune delle più importanti hard rock band, grazie agli omonimi album di Thin Lizzy (1971), gli irlandesi capitanati dal cantante Phil Lynott e che riprendevano la lezione blues di Jimi Hendrix integrandola con quel folk celtico proprio della loro terra; Budgie (1971), act ingiustamente caduto nel dimenticatoio, dopo aver rilasciato un paio di altri album che meriterebbero di essere rivalutati, come Squawk (1972) o Never Turn Your Back on a Friend (1973); Nazareth (1971), gruppo scozzese che lasciava trasparire tutta la sua devozione per i Rolling Stones; Blue Oyster Cult (1972), una sorta di risposta americana ai Black Sabbath, con le sue tematiche e le sue atmosfere metafisiche ed aliene da B-movies, una band che infatti influenzerà buona parte del metal americano, compresi Queensryche e Metallica; Aerosmith (1973), band che coniugava il rock n' roll dei Rolling Stones all'hard n' blues dei Led Zeppelin; Queen (1973), gruppo inglese che levigava il suo hard con influenze pop, glam e progressive; Bad Company (1974), fondati dall'ex Free Paul Rodgers. Sempre in quegli anni, si assiste inoltre alla prima volta degli inglesi U.F.O. con UFO 1 (1970) o dei glamsters britannici Slade con Slayed? (1972), e soprattutto dei tedeschi Scorpions con Lonesome Crow (1972), primo gruppo dell'Europa continentale ad inserirsi in una scena totalmente dominata dal binomio "Regno Unito - Stati Uniti". A tal punto il boom incomincia ad assumere dimensioni assai vaste, tanto che in concomitanza al moltiplicarsi delle band e degli album si inizia ad assistere anche ad una frammentazione che genera una susseguente suddivisione.
 

 


Scorpions

All'interno dell'hard rock iniziano a distinguersi allora varie correnti:

- una corrente "tradizionale", che poi è quella più folta, e che ha anche creato una lunga schiera di epigoni più o meno fedeli agli stilemi di Led Zeppelin e Deep Purple, i due mostri sacri del genere, diversi tra loro ma pur sempre legati da radici comuni, come Aerosmith, Nazareth, Bad Company, Thin Lizzy, U.F.O., Scorpions, Rainbow, AC/DC;

- una corrente "Glam", i cui membri si distinguevano anche per l'immagine agghindata ed ambigua, tra ammiccamenti, teatralità sarcastica ed allusioni sessuali, influenzati nello stile oltre che da Alice Cooper anche da David Bowie e T-Rex, e dove vanno ad inserirsi i Kiss, gli Slade, gli Sweet, i Queen (solo in parte) ed ovviamente lo stesso Alice Cooper, il quale però si fregia anche del meritato titolo di padre fondatore dello "Shock/Horror Rock", anticipando di tantissimi anni il glam metal dei primi anni '80 prima ed artisti come Marilyn Manson poi;

- una corrente "Southern", circoscritta ad un preciso territorio, cioè il sud reazionario degli Stati Uniti, e che si riallacciava alla tradizione blues e boogie, particolarmente predisposta per le lunghe e tortuose jams, anche se l'appartenenza di tali gruppi all'hard rimane in alcuni casi dubbia, o quantomeno si dovrebbe spartire in maniera equa tra hard rock e blues/boogie rock; si tratta di formazioni come ZZ Top, una delle poche di questa corrente a sopravvivere alla fine degli anni '70, Mountain, Allman Brothers Band, Marshall Tucker Band, Bachman-Turner Overdrive, Lynyrd Skynyrd, Cactus, Grand Funk Railroad, Steppenwolf.

In linea di massima, si può notare come la corrente tradizionale, che fa più affidamento sulla tecnica sopraffina, in particolare su quella dei guitar hero, e su una maggiore aggressività, elementi che alla fine del decennio troveranno massimo compimento nell'epopea dell'heavy metal, si stabilisca principalmente in Europa, mentre la spettacolarità del Glam e le improvvisazioni jammistiche e le accentuate radici blues del Southern si sviluppano quasi esclusivamente negli Stati Uniti.

L'hard rock si afferma sempre più come genere di massa, giovanile e ribelle, edonistico, grezzo e diretto, sfrontato ed irriverente, tendente alla soddisfazione personale ed egoistica più che ad ogni altra cosa, con la principale se non unica aspirazione di piacere e di piacersi. Per tutta la parte centrale degli anni '70 continuano quindi ad uscire, con un'elevata frequenza, tanti ottimi album ed anche alcuni capolavori ascrivibili non solo al genere considerato, ma alla musica rock tutta, e che vanno così ad aggiungersi ai precedenti. Tra i tanti meritano di essere citati: Salisbury (1971) degli Uriah Heep; Tres Hombres (1973) dei ZZ Top, LP in cui si trovava La Grange, uno dei loro brani più famosi; Second Helping (1974) dei Lynyrd Skynyrd, rimasto nella storia anche grazie all'indimenticabile anthem-rock Sweet Home Alabama; Destroyer (1976) e Love Gun (1977) dei Kiss, dei quali si ricordano brani come Detroit Rock City, la ballad Beth, God Of Thunder, Shock Me, anche se gran parte dei loro lavori usciti tra il 1974 ed il 1978 meritano una certa attenzione; Toys In The Attic (1975) e Rocks (1976) degli Aerosmith, il primo dei quali includeva brani epocali come Sweet Emotion, Walk This Way e la struggente You See Me Crying; Jailbreak (1976) dei Thin Lizzy, impossibile in tale occasione non citare The Boys Are Back In Town, Cowboy Song, la title-track o Emerald; Phenomenon (1974) e Force It (1976) degli U.F.O., ma anche per loro si potrebbe fare lo stesso discorso già fatto per i Kiss; Welcome To My Nightmare (1975) di Alice Cooper, dove spiccano la title-track, Steven e Only Women Bleed; Agents Of Fortune (1976) dei Blue Oyster Cult, di cui si tramanderà negli anni l'inquietante ed al contempo suadente (Don't Fear) The Reaper; Razamanaz (1973) e Hair of the Dog (1975), in cui è la ballad Love Hurts a primeggiare incontrastata, dei Nazareth; In Trance (1975) e Virgin Killer (1976) degli Scorpions, album che mostrano le grandi qualità di uno dei migliori e più longevi gruppi che la storia dell'hard n' heavy possa annoverare.

 


ZZ Top
 

 

Tra il 1975 ed il 1976 si assiste poi agli esordi del virtuoso guitar-hero di Detroit Ted Nugent con Ted Nugent (1975), che presto raddoppia con il più valido Cat Scratch Fever (1977), degli Y&T con Yesterday And Today (1976), dei Rainbow con Ritchie Blackmore's Rainbow (1975), in cui Ritchie Blackmore ed un certo Ronnie James Dio alla voce sfondano con un heavy rock che non poco influenzerà alcuni gruppi degli anni ‘80, mentre si assiste allo scioglimento dei Deep Purple dopo la sfortunata parentesi con Tommy Bolin (morto d'overdose nel 1976), e soprattutto l'esordio degli australiani AC/DC, i quali rielaboreranno l'hard rock sia nel sound, ricollegandosi al principio dello stesso, cioè al rock n' roll e al blues, dando alle stampe TNT (1975, distribuito solo in Australia) e High Voltage (1976), sia nell'immagine, offrendo di loro quel tipico ritratto da rocker ribelle, sporco e trasandato, che si affermerà molto presto nell'immaginario collettivo. Un discorso a parte invece meriteranno i Boston, il cui esordio del 1976 spalancherà le porte alla nascita e alla scalata dell'AOR, e i britannici Magnum, che nel 1978 con Kingdom Of Madness iniziano ad elaborare e perfezionare il loro Pomp/Hard, rifacendosi a sonorità hard e progressive influenzate da band come Kansas, Angel e Rainbow.



 

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