This Will Destroy You
23/04/2009 - Pippo Club - Bolzano

I This Will Destroy You non hanno certo bisogno di introduzioni. Il loro debut album, uscito nei primi mesi del 2008, ha suscitato fin da subito un forte interesse in ambito Indie, tanto che la stampa specializzata è arrivata a definirlo uno dei migliori episodi discografici dell’anno. Al lavoro in studio i This Will Destroy You accompagnano da sempre un’intensa attività live, grazie alla quale il combo d’oltreoceano è arrivato a suonare anche nel nostro paese. Due le date programmate nel mese di aprile: la prima in quel di Bologna e la seconda, non senza un certo stupore, a Bolzano.

Nel capoluogo altoatesino, da qualche mese a questa parte, sono molti gli eventi organizzati in un nuovo centro giovanile, il Pippo Club. Si tratta senza dubbio di un importante luogo di aggregazione per i giovani bolzanini, i quali non godono certo delle possibilità offerte da tante altre città. Fortunatamente c’è chi, come la sempre più attiva Poison For Souls, dà spesso la possibilità ad appassionati e curiosi di assistere a concerti di notevole spessore, specie in ambito sperimentale, e tutto questo nonostante le molte difficoltà incontrate. La serata di giovedì era di conseguenza un appuntamento da non perdere: l’affluenza al locale, per quanto discreta, poteva (e doveva) quindi essere maggiore.

Ad aprire il concerto finalmente una band nuova, fresca, interessante. Stiamo parlando degli Up There: The Clouds, giovanissimo combo riminese dedito ad un Post Rock strumentale ed affascinante. La formazione del gruppo comprende ben tre chitarristi e questo permette allo stesso di sviluppare strutture complesse e ben articolate, a garanzia di uno stile ricco ed al tempo stesso personale. Infatti, pur operando all’interno di un panorama ormai saturo come quello Post, gli Up There: The Clouds riescono ad erigere un sound distintivo, certamente influenzato dai mostri sacri del genere, ma pur sempre figlio del desiderio di sperimentare nuove soluzioni. La setlist del concerto comprende tutti e quattro i brani presenti su quella che finora è l’unica release targata Up There: The Clouds, un demo EP andato letteralmente a ruba dopo la loro performance. Eseguiti in successione i pezzi evidenziano un songwriting davvero sorprendente, capace di evocare atmosfere oniriche e spesso malinconiche. I cinque romagnoli, pur dovendo comunque accumulare una buona dose di esperienza, possiedono già un ottima base a livello tecnico, il che permetterà loro di crescere e maturare in breve tempo. Una graditissima sorpresa.

Sembra arrivato il momento degli headliner della serata quando il pubblico inizia a stringersi intorno al palco. I This Will Destroy You non si fanno attendere e danno subito inizio alle danze attraverso uno dei loro brani più riusciti, A Three-Legged Workhorse. Fin da subito si ha la netta sensazione che i quattro texani diano il meglio di sé proprio in sede live, dove nulla può frapporsi tra il sound della band ed il suo pubblico. La personalità del combo statunitense emerge unicamente attraverso le sue creazioni musicali: non vi è necessità di alcuna introduzione, discorso o semplice parola. Ed è forse proprio la mancanza di parti cantante che rende l’atmosfera ancor più surreale, in bilico fra l’oscuro ed il sognante. Gli estratti dall’album omonimo e dal primo, indimenticabile EP Young Mountain si susseguono ad un ritmo lento, ma assolutamente incessante. Quello che doveva essere un semplice concerto si trasforma ben presto in un’esperienza sensoriale completa. Musiche, suoni e luci avvolgono lo spettatore, quasi a volerlo distaccare dalla sua banale routine quotidiana. La struttura del Pippo Club appare ideale per uno spettacolo di questo tipo: palco piccolo e soffitto basso, infatti, rendono il tutto molto intimo e quindi ancor più coinvolgente. Inoltre, l’acustica del centro giovanile, sebbene non perfetta, garantisce comunque suoni vivi e fluidi, in pieno stile Post. I This Will Destroy You, dal canto loro, non sbagliano un colpo, sia a livello tecnico sia per quanto concerne la setlist (da ricordare, fra le tante, Quiet e Grandfather Clock), regalando ai propri fan una performance pressoché perfetta. Tutti i presenti sembrano apprezzare considerevolmente e, al termine dello show, richiamano sul palco i quattro texani per una manciata di applauditissimi bis. Rientrando a casa al termine della serata i bilanci sono inevitabili. Si è trattato senza ombra di dubbio di uno dei concerti più suggestivi ed emozionanti dell’anno. C’è ben poco da aggiungere: This Will Destroy You assolutamente magnifici, organizzazione impeccabile, locale ideale, opener band mai così azzeccata. L’unica nota negativa, qualora si voglia proprio individuare, riguarda, come detto, l’affluenza: in una città diversa, forse, molte meno persone si sarebbero lasciate sfuggire un’occasione del genere.

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Foto - Tiberio Sorvillo

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