Metal Factory
11/11/06 - Blue Stage - Linarolo (PV)
Reduci dalla trionfale tournee europea di supporto ai Lacuna Coil (assieme a Poison Black), i lombardi Node, una delle formazioni simbolo del thrash/death italiano, si apprestano a chiudere questo ciclo di appuntamenti nazionali con la data dell'11 Novembre al Blue Stage di Linarolo (PV), supportati da opening act emergenti ed interessanti, come i bresciani Eviscerate, già di supporto ai Tankard quest'anno. Ad aprire le ostilità musicali, però, altri due gruppi che stanno muovendo i primissimi passi, tanto da essere ancora in fase di lavorazione del primo demo: gli orobici Infected ed i pavesi Black Spiral.




Rompono il ghiaccio, con un po' poco pubblico (purtroppo), gli 'homeboy' Black Spiral, four-piece che propone un particolare death/black, che sembra ispirarsi ad alcune thrash band teutoni (Kreator in primis), ultimi Immortal ed i nostrani Death Dies, visto che la potenza death è minimalizzata dalla ferocia black/thrash. Discreta la loro prova ed interessante la proposta; purtroppo, suoni non eccelsi ed una formazione ad una sola chitarra, riducono notevolmente l'impatto di una formazione che punta sul suono 'in your face'. Discreta, d'altronde la perizia e precisione esecutiva del singer Voragh e buona quella della batterista Verdiana. Meritano tempo ed attenzione, ma devono lavorare.

Succedono sulle assi del Blue Stage i bergamaschi Infected, quintetto dedito ad un violento e veloce thrash di stampo tecnico Bay-Area americano, con alcune sfumature di death svedese nella struttura dei pezzi; nelle sei corde dei due axe-man lombardi, abili anche nel creare buoni assoli, appare però chiaro un forte riferimento al riffing di Eric Peterson (Testament), ulteriormente potenziato anche da una certa ferocia Destruction-style. Suono, impatto ed esecuzione sono su livelli superiori alla media, ma una prova abbastanza scarsa e deficitaria sotto il profilo della precisione, da parte del batterista (si spera in una semplice 'serata no' del drummer). Peccato, perchè la band sembra meritare molto; più lavoro e cura nei dettagli può far certamente sbocciare un'ottima band: qualche riserva ma da supportare.

Eviscerate: un nome che fa pensare subito ad un brutal/death metal band, con, magari, riferimenti grind. Mai fermarsi alla superficie! Il four-piece di Brescia è una delle più esaltanti e musicalmente innovative proposte del panorama estremo italiano ed internazionale. Già visti in azione ad Ottobre di supporto alla data milanese dei Tankard, il quartetto italiano ha sfoderato un'altra prova maiuscola, fatta di energia, perizia tecnica, fantasia e carattere, come poche formazioni sulla scena possono vantare. La loro miscela calibratissima di thrash e death tecnico, con puntate al prog che richiamano le innovazioni portate da Death e Cynic, unite all'aggressione strutturata che ha come base i Sadus, ma anche formazioni di power e metal classico come Helstar e Agent Steel, risalta nelle complesse ma non stucchevoli trame di chitarra di Nicola Panteghini e Mario Monteverde, quest'ultimo lead singer, supportato anche dal suo compagno di sei-corde, autore della maggior parte degli assoli, veramente di altissima fattura e gusto. La scaletta del concerto s'incentra sul loro mini-CD autoprodotto Shadows Out Of Time, dove risaltano Stolen Heartbeats, Existence e la monumentale (per bellezza) What Was Once...Is Nevermore, impreziosita dalle funamboliche linee di basso di Giancarlo Gaia. Non solo tecnica, però, per gli Eviscerate, che vantano anche una forza d'urto impressionante, come si nota da Invasion e dalla drumming virtuoso e terremotante di Alessandro Todeschini, qui ad una delle sue ultime apparizioni nella band, prima di lasciarla per motivi di studio musicale (accademia jazz). Intensi e creativi, grazie anche ad una prova vocale dilaniante e feroce Mario Monteverdi, perfettamente amalgamata con gli affreschi da incubo di una band sulla quale è lecito puntare molto e, soprattutto, non lasciarsi scappare.

Diffondere la propria idea musicale, specie col metal, è difficile e nel corso di anni, avversità dopo avversità, si può decidere per la linea dura, per uno Shotgun Blast Propaganda....si può dire che la scelta dei Node, con l'ultimo disco, As God Kills, risulta vincente, soprattutto in sede live. Sul palco del Blue Stage come headliner, dopo il trionfale tour continentale con gli amici Lacuna Coil ed i Poison Black, il four-piece guidato da Daniel Botti mette a ferro e fuoco il locale pavese puntando tutto su suoni di prim'ordine e su di una scaletta che si nutre del nuovo disco. Shotgun Blast Propaganda, Cancer, Redrum ed Hellywood arrivano diretti allo stomaco come colpi portati da un peso massimo, con la precisione che il cantante/chitarrista lombardo ed il suo gemello di sei-corde Gary D'Eramo (addetto anche alle voci howling che si alternano al growl di Daniel) hanno sempre dimostrato. Furia con perizia e lucidità, ma sempre tesi all'impatto frontale più devastante: questi sono i Node 2006 su di un palco. La sessione ritmica Klaus Mariano al basso e Marco Di Salvia dietro le pelli, non lasciano un attimo di tregua al pubblico che è leggermente aumentato e si lascia coinvolgere (anche se in maniera fin troppo composta) dalla velocità e dai tempi spezzati del combo brianzolo, per poi lanciarsi in ovazioni di entusiasmo quando fanno la loro comparsa nella set-list i classici Jerry Madder, Das Kapital e History Seeds. La prestazione dei quattro thrasher è impressionante per carica, forza, perizia strumentale e feeling che riescono a creare con un pubblico anche esiguo e ci consegnano una delle band di primo piano del panorama nazionale in forma splendida. Il massacro non è mai stato così idilliaco: inarrestabili.

Report - Andrea "Vash_Delapore" Evolti
Foto - Edoardo "Opeth" Baldini

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