I-Day 2011
03/09/11 - Arena Parco Nord, Bologna

E anche quest'anno siamo arrivati a settembre e la scuola sta per ricominciare, ma prima gli studenti che si ritrovano con qualche giudizio sospeso devono affrontare gli esami di riparazione. Sembra tutto calzare a pennello perché sul palco del primo giorno degli IDays 2011 dopo gli emergenti Heike Has the Giggles e Morning Parade, che mi dispiace aver perso a causa degli orari dei treni, toccherà a quattro gruppi che negli ultimi mesi hanno pubblicato album (o solo canzoni che anticipano un nuovo album in arrivo, nel caso dei Kasabian) davvero poco convincenti, e quale location migliore di un palco per recuperare questi debiti?


GALLERY DELL'EVENTO

 

Quando entro nell'Arena Parco Nord di Bologna i The Wombats hanno appena iniziato il loro set ed è già decisamente affollata (andrà comunque riempiendosi fino ad arrivare a un numero di partecipanti tra i 15000 ed i 20000 secondo le stime ANSA), i fans italiani dopo averli visti in quel di Milano a maggio, paiono non voler perdere l'occasione di assistere a un altro show dei loro beniamini. Al trio di Liverpool reduce dalla pubblicazione di This Modern Glitch si possono dire tante cose, io stesso non li ho mai apprezzati, ma non si può certo dirgli che non sappiano tenere il palco e coinvolgere il pubblico, i singoloni infatti sono l'ultimo dei loro problemi e cosÏ durante quasi ogni canzone la platea impazzisce. Non importa che tocchi a Jump Into the Fog, alla hit Techno Fan, a Moving To New York o alla ballad Anti-D, il pubblico canta a squarciagola insieme a Matthew Murphy, mentre il bassista Dan Haggies non si da' pace e su quel palco non sta fermo un secondo. In chiusura la band fa felici i fan con la doppietta Tokyo (Vampire & Wolves) - Let's Dance To Joy Division ed è lì che arriva il delirio con la D, perché in fondo chi non si è mai lasciato trascinare da quella canzone cosÏ maledettamente orecchiabile che esorta a ballare sulle note di Ian Curtis &Co.? "Let the love tear us apart, I found the cure for a broken heart" canta Matthew...quello non so quanto sia vero, ma una cura di certo i Tre l'hanno trovata: quella contro la noia (argomento che ritornerà prepotentemente d'attualità a breve), perché se mi venisse chiesto di descrivere il loro set con una parola sola non avrei dubbi su quale usare, ovvero 'Divertente'.

The Wombats: - This Modern Glitch, voto: 5 - Risultato dell'esame di riparazione: Gli alunni hanno dimostrato che dal vivo i pezzi convincono decisamente più che nelle versioni in studio, pertanto possono passare alla classe successiva.

Mezz'oretta di pausa per il cambio palco e tocca ai White Lies esibirsi. Il gruppo capitanato da Henry McVeigh e la sua voce baritonale sale sul palco alle 18:45 come da programma, un rapido saluto al pubblico e i quattro attaccano subito con uno dei singoli tratti da To Lose My Life, il loro super-hyppato album d'esordio: Farewell to the Fairground, seguita a ruota da uno di quella che reputo il capitolo meno triste del loro ultimo album, Stranger. Lo show procede e come promesso torniamo a parlare di noia, perché il set delle Bugie Bianche è proprio noioso, e sembra essere d'accordo tutto il pubblico o quasi, c'era pur sempre quel loro fan che cantava ogni singola canzone con tutta la voce che aveva, ma è una mosca bianca in mezzo a 15000 persone. Tanti approfittano del loro show per fare uno spuntino, altri per riposarsi sulla collinetta dell'Arena, io approfitto della situazione e mi porto in terza fila sperando di riuscire a mantenerla fino alla fine della serata. I pochi momenti in cui la folla smette di sbadigliare coincidono con i singoli pi˘ celebri del gruppo, ovvero Death (che dal vivo sembra ancora più simile a Rebellion degli Arcade Fire), To Lose My Life (cantata in sintonia con gran parte del pubblico, e sfido a non conoscerla, visto quanto è stata trasmessa in radio ai suoi tempi) e Bigger Than Us, suonata in chiusura. Un'ora davvero, ma davvero scialba, in cui la miglior cosa che mi sia capitata è stata lo scambiare mezza bottiglietta d'acqua con un panino, visto che non avevo niente da mangiare... Se proprio volete il riassunto anche di questo set: "Sbadiglio".

White Lies: - Ritual, voto: 5 - Risultato dell'esame di riparazione: Gli alunni in un'ora circa di concerto non sono riusciti a risultare meno noiosi rispetto a quanto avevano già fatto notare su disco e non hanno quasi neanche provato a coinvolgere la platea, per queste ragioni mi vedo costretto a bocciarli.

Scesi dal palco i White Lies, è il turno dei Kasabian, che si impossessano da subito della scena. L'ultimo a salire sul palco è il cantante Tom Meighan con i suoi immancabili occhiali da sole, che arriva mentre gli altri membri iniziano a suonare l'intro di Clubfoot, tratta dall'omonimo esordio, il pubblico impazzisce e la canta tutta insieme alla band. Impazzisce è la parola giusta, perché fin da subito le prime file diventano invivibili per quanto spinge la gente da dietro e qualcuno rischia di farsi male, così durante la sempre fantastica Where Did All the Love Go? decido di indietreggiare un po'... Finisce la canzone la situazione si calma (e vengono trovati decine di portafogli per terra), e Tom annuncia il primo, e il più convincente, dei tre nuovi brani in scaletta: Days Are Forgotten, il cui ritornello viene intonato dal pubblico quasi come se fosse una delle loro hit più famose. Dopo Shoot The Runner è il momento di Velociraptor, title track dell'album in uscita a breve, che però non conquista, anzi a me sembra quasi una canzone per bambini solo con un testo un po' più 'violento' ("Velociraptor is gonna find you, It's gonna eat you, it's gonna kill you"). Segue I.D. e, nella pausa prima di Thick as Thieves, Tom incoraggia i già prepotenti cori dei presenti a favore dell'amico italo-inglese Sergio Pizzorno. I 5 di Leicester sono degli animali da palco, Tom salta da una parte all'altra dello stage senza mai fermarsi e Sergio non è da meno e lo spalleggia alla perfezione anche nel canto, lo show prosegue con tutti i classici della band, da Underdog a Fast Fuse, per poi arrivare a Vlad The Impaler e infine a LSF, che scalda definitivamente la platea, ma che segna anche il momento in cui la band esce di scena. Tempo qualche secondo e inizia a sentirsi l'intro tutto elettronico di Switchblade Smile, ultimo brano tratto da Velociraptor in scaletta, sulle cui note il gruppo torna a impossessarsi della scena, per poi suonare l'ultima canzone, l'immancabile Fire, cantata interamente insieme al pubblico, che ad un certo punto si diletta persino nel 'wall of death'. Peccato che in certi momenti del loro set il basso sovrastasse decisamente tutto il resto, però i Kasabian scendono dal palco trionfanti e acclamati da tutti i presenti, antipasto di lusso per chi sta per salire sul palco. Riassunto: "Potente".

Kasabian: - Switchblade Smiles, voto: 5,5; Velociraptor, voto: 4; Days Are Forgotten, voto: 6,5; MEDIA: 5,3. - Risultato dell'esame di riparazione: Come già detto i ragazzi sul palco ci sanno fare, e il pubblico apprezza...e pure parecchio. Non vedo ragioni per cui gli alunni non dovrebbero passare alla classe successiva.

Ed eccoci finalmente arrivati all'ultimo gruppo di studenti, pare che si facciano chiamare Arctic Monkeys, e il loro esame inizia alle 22:00 circa. Alex Turner è sempre uguale, dall'esordio a oggi sembra sempre lo stesso gracile ragazzino inglese, l'unica sostanziale differenza col passato sta nel suo ciuffo rockabilly. Era il 2006 quando Whatever People Say I Am, That's What I'm Not conquistava il grande pubblico con melodie talmente catchy che dimenticarsi una canzone risultava impossibile e brani come I Bet That You Look Good on the Dancefloor e Mardy Bum diventavano già dei classici del XXI secolo. Seguivano un altro successone come Favourite Worst Nightmare e la collaborazione nel deserto con Josh Homme, grazie alla quale sfornavano Humbug, un piccolo gioiellino dell'indie rock contemporaneo, con cui i ragazzi di Sheffield passavano gloriosamente la prova del terzo album. Ma adesso siamo nel 2011 e gli Arctic Monkeys hanno pubblicato da tre mesi e un giorno Suck It and See, un album in cui si salvano davvero pochi brani (That's Where You're Wrong e She's Thunderstorm su tutte) mentre le altre spiccano solo per banalità, probabilmente la più grande delusione degli ultimi anni, viste le qualità e la maturità mostrate nel capitolo precedente, ma a parlarvi di questo lavoro ci hanno già pensato altri, perciò concentriamoci sul live. L'apertura è affidata subito ad un nuovo pezzo, ovvero Library Pictures, seguita da un'acclamatissima doppietta tratta dal loro secondo album composta da Brianstorm e This House Is a Circus. Il pubblico è già in visibilio (ma fortunatamente più tranquillo rispetto a quanto successo durante il set dei Kasabian) e Still Take You Home non può che riscaldare ulteriormente la piazza, che si infiamma per Don't Sit Down Cause I Moved Your Chair durante la quale Alex si diverte a ballare la macarena (esattamente come canta nel verso "do the macarena in the devil's lair"). Poche note dell'intro di She's Thunderstorm e il frontman si accorge di aver saltato una canzone sulla setlist e annuncia Pretty Visitors. Alex canta alla velocità della luce con quel suo accento spiccatamente inglese, mentre il batterista Matt Helders non sbaglia un colpo e si dimostra ancora una volta il secondo centro di attenzione sul palco. Seguono ovviamente She's Thunderstorm e la bellissima Teddy Pickers. Lo show procede e insieme ai pezzi più amati (l'esaltante I Bet You Look Good on the Dancefloor o Do Me a Favour ad esempio) non mancano i nuovi, che vengono più(Brick by Brick, The Hellcat Spangled Shalalala, che poi mi chiedo cosa abbiano di bello questi due brani) o meno (All My Own Stunts) apprezzati dal pubblico. Sulle note di When The Sun Goes Down finisce la prima parte del set, e le scimmie si ritirano nel backstage per riprendere un po' di fiato. Al rientro viene suonata la title track dell'ultimo album, Suck It and See, accolta dal popolo non molto meglio di All My Own Stunts, popolo che però non sa che dietro l'angolo c'è quella Fluorescent Adolescent che tanto ama, ma soprattuto una 505 che posta in chiusura risulta semplicemente perfetta. Prima di uscire definitivamente, Alex regala ai fans un'ultima posa impugnando la chitarra come fosse un bazooka, suona le ultime note e se ne va. Riassunto:"Elettrizzante".

Arctic Monkeys: - Suck It and See, voto: 4 - Risultato dell'esame di riparazione: come già anticipato, l'ultimo capitolo discografico della band si Sheffield è un boccone amaro, e parecchio difficile da digerire, e i brani non risultano certamente migliori dal vivo. Però c'è da dire una cosa: i ragazzi avranno anche dimenticato come si scrive un brano ma non hanno certamente dimenticato come si suonano quelli vecchi, e finché li suoneranno così noi tutti saremo contenti di ascoltarli e io...di promuoverli.

Prima che voi chiudiate questa pagina per tornare su Facebok, però mancano ancora due voti da dare: Il Pubblico, voto: 3 E' in gran parte costituito da ragazzine urlanti, che griderebbero ad una qualsivoglia enfasi di Turner e da persone che sono più interessate a fare casino piuttosto che ad ascoltare il gruppo sullo stage, pogando sulle note dei Kasabian come si farebbe su quelle dei Dead Kennedys, così rendendo difficile godersi lo show ai fans più tranquilli. Organizzazione, voto: 6.5 Dopo l'edizione dello scorso anno che vedeva suonare in territorio bolognese Arcade Fire, Modest Mouse, Fanfarlo e Chapel Club, quest'anno hanno preferito puntare più sui nomi che sulla qualità, che comunque non manca del tutto (vedi Arctic Monkeys e Kasabian), portando gruppi che avrebbero assicurato grande affluenza. I numeri gli han dato ragione, adesso non ci resta che aspettare di vedere quali saranno le strategie per il prossimo IDay.

-SETLIST: KASABIAN Club Foot Where Did All The Love Go? Days Are Forgotten Shoot The Runner Velociraptor! I.D. Thick As Thieves Take Aim Underdog Empire Fast Fuse Pulp Fiction Vlad The Impaler L.S.F. (Lost Souls Forever) Encore: Switchblade Smiles Fire

-SETLIST: ARCTIC MONKEYS Library Pictures Brianstorm This House Is A Circus Still Take You Home Donít Sit Down ëCause I Moved Your Chair Pretty Visitors Sheís Thunderstorms Teddy Picker Crying Lightning Brick By Brick The Hellcat Spangled Shalalala The View From the Afternoon I Bet You Look Good On The Dancefloor All My Own Stunts If You Were There, Beware Do Me A Favour When The Sun Goes Down Encore: Suck It And See Fluorescent Adolescent 505

Reviewer: 
Davide Redondi, foto di Federica Puccica
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