Cryptopsy
21/02/2006 - Transilvania - Milano
La serata estrema organizzata dalla Get Smart! al Transilvania di Milano il 21 febbraio ha sopreso positivamente per le prestazioni di band quali Aborted e Dew Scented, senza trascurare ovviamente gli headliner Cryptopsy, approdati in Italia dal Canada proprio per l'occasione.




Cryptopsy: la nuova frontiera artistica, tracciate da cinque serial killer con talento musicale smisurato. Per chiunque ritenesse questa definizione esagerata, si consiglia di vedere on stage la band canadese…o di fidarsi di ciò che vi stiamo per raccontare, su quanto è accaduto al Transilvania Live di Milano, il 21 Febbraio, data di una delle due tappe italiane del tour del five-piece nordamericano, accompagnato da illustri opening-act, come Grave, Dew Scented, Aborted, Vesania e Hurtlocker.
Capitolo primo di quest’apoteosi del massacro virtuosistico: a scriverlo tocca ai semi-sconosciuti (almeno per chi vi scrive ed ammette la propria pecca) Hurtlocker, quintetto di Chicago dedito ad un Death Metal abbastanza canonico, anche se suonato con perizia e buon coinvolgimento emotivo. Il pubblico non è ancora numerosissimo, i loro pezzi non sono né conosciuti né sembrano destinati all’immortalità Metal, ma l’energia e la "professionalità" dei cinque statunitensi strappa più di un applauso ed, alla fine, si può dire tranquillamente che abbia superato la prova. Una buona band live, che non sarebbe brutta idea cercare di conoscere meglio.
L’atmosfera cambia (e non solo per via del genere) quando a salire sul palco sono i polacchi Vesania, forse la band meno integrata nel contesto di quest’evento estremo. Già il look con cui si presenta il five-piece dell’Europa dell’Est è ligio ai dettami del più aristocratico ed intransigente Black Metal, anche se la loro miscela mostra un particolare ibrido tra symphonic Black alla Dimmu Borgir del periodo Enthroned Darkness Triumphant ed una certa potenza e corposa ruvidità che può rifarsi ai Dissection, unita all’operato vivace delle chitarre ed alla voce del frontman, nonché secondo chitarrista Orion, che ricorda i Behemoth, (non a caso, Orion è anche bassista della suddetta band polacca), con l’aggiunta del drumming devastante di Daray (Vader). Una formazione, quella polacca, che mostra, come dicevamo, una rivisitazione più brutale e dinamica del sound Black, visti anche i brani tratti dalla loro ultima fatica God The Lux, sicuramente accattivanti non solo per i patiti del genere, ma anche per chi mastica altre varianti di Metal estremo, qualità questa che emerge e copre eventuali piccole debolezze del songwriting, come alcune sfumature d’influenza troppo ingombranti. Performance buona e che sicuramente solleticherà l’interesse di molti che non conoscevano questa formazione.

Si torna nei "ranghi" della serata, ma si fa un balzo in avanti, dal punto di vista qualitativo e dell’intensità musicale, assolutamente ragguardevole con i belgi Aborted, una band tra le band più interessanti dell’attuale scena Brutal/Death internazionale. Dotati di una tecnica esecutiva di altissima qualità e di una freschezza ed energia nel songwriting davvero invidiabili, il combo delle Ardenne aggredisce frontalmente l’auditorio del Transilvania Live (cresciuto notevolmente nel frattempo) con una forza d’urto che contribuirà a rendere il loro show tra i migliori in assoluto della serata. Utilizzando, come "strumenti chirurgici", i pezzi della loro ultima fatica The Archaic Abbatoir, il five-piece europeo mostra una notevole capacità di coniugare la propria devastante natura brutal, con strutture complesse ed impreziosite da una performance delle due ‘asce’ Matty e Seb, che aumentano l’impatto e la spettacolarità della loro proposta, già estremamente efficace grazie all’inarrestabile furia di brani quali Dead Wreckoning o A Cold Logistic Slaugther. Tra le novità della band (oltre ai due nuovi chitarristi), spicca anche la presenza della bassista Olivia (ex-No Return, band Thrash Metal francese) sia per la notevole abilità nel gestire i cambi di tempo repentini della band, sia per l’uso di un basso fretless, non proprio consueto nell’ambito Brutal. Andando a toccare anche episodi di Goremageddon…., Engineering The Dead e del debut The Purity Of Perversion, gli Aborted chiudono una performance da incorniciare per intensità emotiva e qualità musicale. Una realtà e non più solo una promessa del Death.
Dal Belgio alla Germania il passo appare breve, ma la distanza che intercorre tra gli appena visti Aborted ed i Dew Scented è molto più consistente…ma solo dal punto di vista stilistico! Il quintetto tedesco, tra i prime mover di quella che è l’attuale scena Thrash/Death europea, che ha il suo centro nevralgico in Scandinavia, sale sul palco milanese riversando un vero torrente di adrenalina, perfettamente indirizzato dalla loro pulizia esecutiva, sul pubblico della serata che (come fatto in precedenza con gli Aborted) ringrazia con un mosh violentissimo e costante per ogni track suonata dai cinque tedeschi. Principalmente concentrati sulla loro più recente prova in studio, Issue VI e sulle release immediatamente precedenti come Impact e Inwards, i Dew-Scented vengono guidati dalla lacerante voce di Leif Jensen, simile, per certe sfumature, a quella di Tompa Lindberg. Un vero torrente di lava, la prova dei cinque mitteleuropei, che non lascia un attimo di respiro e mantiene altissime velocità e tensione, il tutto perfettamente cesellato dalla grande precisione strumentale del combo tedesco. Si arriva col fiatone alla fine, visto che dinamica thrash e potenza death sono i due perni di una formazione che riesce, sempre e comunque, ad estrarre un profondo senso di "lacerazione emotiva" dalle sue song. Altro tassello positivo di una serata che si sta rivelando un vero successo per tutti.

Se finora la serata era stata un vero successo per quel che concerne le prestazioni delle band, la striscia positiva subisce, se non una vera e propria interruzione, quantomeno un notevole abbassamento qualitativo. I Grave, sicuramente, sono una formazione storica, di peso per la scena Death scandinava (in particolare per quella di Stoccolma), che ha contribuito a forgiare un certo tipo di sound…ciò non toglie che, vuoi lo scarso interesse da loro suscitato nel sottoscritto da sempre, vuoi una serata non particolarmente brillante per il three-piece nordeuropeo, la performance della band guidata dal chitarrista/cantante Ola Lindgren risulta, di certo la meno coinvolgente ed anche, va detto, la più noiosa. La scaletta, che pesca dall’esordio Into The Grave, fino alle produzioni più recenti come Back From The Grave e Fiendish Regression, mostra tutti i pregi e difetti dello storico terzetto svedese: ruvidità e pesantezza di un suono a tratti anche oscuro, fino al limite del Doom, ma anche un’assenza di dinamica, non solo inerente alla performance di questa sera ma anche al songwriting stesso, che rende veramente le track proposte tutte un po’ troppo uguali tra di loro e pone la band qualche gradino sotto ai capisaldi della scuola di Stoccolma come Entombed e Dismember. Il pubblico, comunque, mostra di apprezzare la formazione svedese, anche se non con i picchi di coinvolgimento finora mostrati per Aborted e Dew Scented, e lo show dei Grave prosegue linearmente, senza intoppi ma anche senza acuti, in parte anche per il drumming corretto ma eccessivamente monotono di Pelle Ekegren.

L’arte è violenza o la violenza può essere arte? Quesito pesante, che richiede una risposta pesante…pesante come quella data dai Cryptopsy, main event della serata. Il ritorno del loro primo singer, Lord Worm, e l’uscita della loro nuova opera One Was Not non fanno altro che potenziare ulteriormente quella che è più di una spettacolare macchina da guerra, una sorta di carro armato acrobatico: qui siamo di fronte ad una delle formazioni più stimolanti e dirompenti dell’attuale panorama metal generale, e non solo Death o semplicemente estremo, e la performance di stasera suggella in pieno la loro ascesa ai vertici più alti (artisticamente parlando…il fattore economico e di popolarità non gode ancora di questi loro successi). I Cryptopsy salgono sul palco, essenziali, marziali e con il distacco apparente che solo chi da il tutto e per tutto tiene: l’energia ed il talento, il cuore ed il sudore sono conservati per la musica e lo spettacolo in sé, modo migliore per premiare un’audience che genererà un vero uragano umano durante i pezzi che vengono estratti sia dall’ultimo lavoro, ma anche da …And Then You’ll Beg!, Whisper Supremacy, None So Vile e Blasphemy Made Flesh. Lord Worm, oltre al suo incredibile e magnetico carisma, sfodera il maligno, malato e duttilissimo growling, che esplora un po’ tutte le varianti di questo stile vocale, cercando sempre la più adatta per quel caleidoscopio di esplosioni di colori, luci e buio (sì, anche il buio deflagra, nella musica dei Cryptopsy) che il five-piece canadese crea con i continui cambi di tempo, dove giganteggia il batterista Mounier, coadiuvato dall’altro funambolo ritmico che è il bassista Langlois. Non sono solo i ritmi, però, a mutare repentinamente: strutture di riffing complesse come l’architettura di una cattedrale gotica, dove ai fitti rilievi scolpiti da Auburn e Levasseur (non presente nella registrazione di One Was Not, ma tornato per il tour europeo), si alternano brevi ‘vetrate di luce’, momenti dove gli arpeggi in pulito interrompono la pioggia di fuoco…ma sono solo brevi istanti, a volte secondi. Dopo la danza dell’Apocalisse ricomincia, ed il pubblico produce una vera e propria carica di fanteria. Si rimane annichiliti dalla loro potenza, dal loro tecnicismo esasperato ma non fine a se stesso, dalla follia che sembra pervaderli, primo fra tutti Lord Worm, tanto istrione durante i brani, quanto calmo e rilassato nel parlare con il pubblico; ma non è parlare quello che vogliono fare i Cryptopsy. Per questo il concerto, quando arriva alla fine, lascia quel senso di soddisfazione che i più intensi sforzi fisici regalano, anche se non si è pogato, ma si è rimasti a gustare i gioielli mortali di questo fenomenale quintetto. Altre parole non ci sono: i Cryptopsy sono un’entità musicale del Death Metal assolutamente imperdibile…appuntamento al loro prossimo sublime delitto!

Report - Andrea "Evil" Evolti

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