Blood Fest
07/12/2005 - Transilvania - Milano

Al Transilvania Live di Milano il Blood Fest 2005 è risultato un ottimo evento, in cui hanno potuto esibirsi alcune realtà dell'underground, poco conosciute al grande pubblico, in supporto ai tedeschi The Vision Bleak, che ritornano in Italia per promuovere il loro nuovo Carpathia - A Dramatic Poem.


Nonostante il freddo di Dicembre, i festival metal in zona Milano sono sempre “caldi”. Siamo andati al Blood Fest, organizzato al Transilvania Live di Milano, dove i Gothic metallers tedeschi The Vision Bleak si trovano a suonare con band italiane dedite a vari generi musicali, ovviamente sempre metal. Si parte con i Lunatic Asylum, seguiti dai Pandaemonium, due band abbastanza simili per quanto riguarda il genere. Suonano un Power metal interessante i primi, ma non conoscendo la produzione musicale della band la poca gente che li segue sono probabilmente fans. I secondi eseguono brani dal nuovo album Return To Reality, un buon disco di power metal melodico che, dopo anni, esce per l’etichetta nostrana Underground Symphony. Ottima l’abilità chitarristica e colpisce particolarmente l’esecuzione del vocalist, che sa mescolare egregiamente vari “stili” di cantato, dal melodico all’aggressivo. Cambio di genere, si passa a delle sonorità più estreme, tocca agli In-Sight e ai Vexed. I primi suonano un metal contaminato dal crossover, i secondi, un Thrash/Death veloce. Di certo i suoni non rendono giustizia a queste due band, che comunque il pubblico, che aumente a poco a poco, sicuramente ha apprezzato.
Nuovo cambio di genere, i Narak sono una band decisamente particolare. Un DJ (con PC portatile e mixer vari) e due cantanti con uniformi da due soldati della seconda guerra mondiale, salgono sul palco, e su delle basi di musica Industrial e Hardcore, recitano sinistre litanie. Strano davvero l’accostamento con le band precedenti ma quello che colpisce è l’impatto teatrale. Il pubblico osserva lo show incredulo e stupito, ma la band non si preoccupa forse perché sa bene che effetto suscita, ma forse è proprio questo l’intento dei tre. Si ritorna ad un sound metal con i The Tombers, mix tra Death/Black metal e scenografie Horror. Canzoni piuttosto brevi, riff veloci e semplici, una batteria tellurica e lo screaming del front-man Il Colonnello. Decisamente interessanti, da vedere sicuramente di nuovo, con spazi maggiori di tempo. Nuovo cambio, salgono sul palco i Bastard Saints, band dedita al Brutal Death ma con notevoli cambi e aperture. Ritmi velocissimi, voce spaventosamente bassa, il gruppo mescola rallentamenti e strani intermezzi che prendono da panorami musicali differenti, rendendo il tutto molto imprevedibile. Da ricordare l’esibizione del cantante, che si lega con il cavo del microfono, si butta per terra, interpreta davvero bene le canzoni. Niente scenografia per loro, solo spazio per la musica, pur estrema che sia.
E arriva il momento dei The Vision Bleak. Il gruppo, composto dal singer Allen B. Konstanz e dal chitarrista Ulf Theodor Schwadorf (accompagnati dalla band che li segue) presentano al pubblico il nuovo album Carpathia - A Dramatic Poem. Propongono un Gothic che potrebbe ricordare gli HIM in versione più cattiva. Decisamente rendono diversamente on stage che dal disco, in quanto non riproducono tutte le orchestrazioni, e il sound risulta più diretto. Certamente una buona prova, sebbene dopo un po’ la canzoni risultino un po’ noiose, a causa forse dei tempi sempre piuttosto lenti.
Cosa dire di questo festival? Lasciando da parte i problemi tecnici, che in Italia sono sempre tantissimi nelle situazioni live, tutto è sembrato molto professionale, con band nostrane che nulla hanno da invidiare a quelle straniere. Unica pecca forse la troppa varietà dei generi proposti. Purtroppo da una parte si tenta di attirare gente di gusti differenti, per aumentare il pubblico. Troppo spesso però i fans non sono troppo contenti degli accostamenti, ed evitano festival del genere, per andare a seguire solo la band preferita in altre sedi. Difficile dire quale sia la via giusta…di certo il Blood Fest è stato un ottimo esperimento.

Emanuele "Mr Triton" Salsa

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