Behemoth
29/09/2007 - Rainbow - Milano
Serata extreme metal di grande importanza venerdì 28 Settembre al Rainbow di Milano. IN azione una delle più importanti death/black metal band dell'ultima generazione, i polacchi Behemoth già visti in gran forma all'Evolution, proprio assieme ai Kataklysm di Maurizio Iacono, altra band di valore ma un po' sottovalutata, nonostante la lunga militanza nel circuito. Ad aprire la serata, due altre fomazioni: i belgi Aborted ed i tedeschi Lyfthrasyr.




Partiamo proprio dai Lyfthrasyr...o meglio...arriviamo proprio con il combo tedesco che sta suonando l'ultimo brano della serata, causa il notevole traffico milanese. Impossibile dare un giudizio sul black sinfonico molto influenzato dai recenti Dimmu Borgir, specie nell'ultima produzione del three-piece tedesco, The Final Resurrection. Da notare, però, la vivacità di chitarre, tra thrash metal e Swedish Death.

Gli Aborted sono una delle migliori band dell'underground death metal attualmente in circolazione. Fautori di un brutal/death molto tecnico, una sorta di incrocio tra potenza Cannibal Corpse e architetture armoniche alla Carcass (periodo tra Symphonies Of Sickness e Necroticism) i cinque belgi mettono subito a ferro e fuoco il locale milanese con una prestazione di alto livello dei due chitarristi Sebastien Tuvi e Peter Goemaere, precisi, chirurgici e dall'alto tasso tecnico. Scaletta incentrata sull'ultimo Slaughter & Apparatus: A Methodical Overture, titolo che richiama, anch'esso, la band di Walker&Amott. Il pubblico risponde bene e dimostra di essere un'audience d'intenditori della formazione delle Fiandre, incitati anche dal frontman ed ottimo singer Sven De Caluwe. Grande prestazione (ed ottimi suoni, come lo saranno per tuta la serata) per una cult-band che meriterebbe molta più esposizione alle attenzioni dei media metal.

Già visti in azione quest'Estate a Firenze, i canadesi Kataklysm, ricevono subito una caldissimi accoglienza, vuoi anche per la presenza dell'oriundo singer italiano Maurizio Iacono, vuoi anche per la grande quantità di album incisa dal four-piece canadese che ne ha fatto una sorta di cult-band, dedita ad un death metal classico e roccioso, ma con una particolare dinamica thrash che, in alcuni casi, ricorda i Malevolent Creation. Forti di un'ultima release come In The Arms Of Devastation (forse uno dei loro migliori lavori in assoluto), il quartetto canadese, che vanterà i migliori suoni della serata e di un wall of sound impressionante, se si conta la presenza di una sola chitarra, quella del chirugico Jean-François Dagenais, lancia il suo assalto con la doppietta Like Angels Weeping (The Dark) e Let Them Burn, che aprono proprio l'ultimo lavoro. Impressionante potenza death americana, unita al particolare dinamismo thrash che rende speciale questa formazione 'da intenditori', dove una sezione ritmica da esercito in marcia (Stéphane Barbe al basso, Max Duhamel alla batteria), snocciola tempi medi possenti alternati ad assalti ad alta velocità. The Ambassador Of Pain ci fa fare un passo indietro alla precedente release come, del resto, Serenity In Fire, ma rimane sempre l'ultimo lavoro l'ospite d'onore della serata, assieme a Maurizio, impressionante nelle vocal ed impareggiabile come fomentatore delle masse. C'è tempo anche per brani più datati, quali 1999-6661 da The Prophecy (Stigmata Of The Immaculate) oppure Where The Enemy Sleeps da Shadows And Dust, per poi tornare al presente con Crippled And Broken e concludere con la superba e violentemente epica The Road To Devastion. Perfetti tencicamente, spietatamente essenziali e carichi di lucidità ed energia, i Kataklysm si dimostrano una band di primo livello, con un impatto sul pubblico sensazionale, grazie ad un songwriting efficace ed ispirato ed un frontman (oltre che un singer) di razza...e fa piacere sapere che le origini siano italiane. I migliori della serata (dopo un duro testa a testa coi Behemoth).

Sono forse la nuova faccia del black metal, portabandiera della scena polacca estrema (assieme ai mastodontici Vader ed ai pionieri Turbo), forti di una particolare e calibrata miscela di sanguinaria epica black ed impatto tecnico death metal. I Behemoth, four-piece capitanato da Nergal, meritano l'attenzione dei media di settore per quello che stanno facendo, specie da Demigod in avanti, un album assolutamente epocale per loro. L'ultima release, The Apostasy, è sicuramente protagonista, ma Demigod rappresenterà buona parte della scaletta della serata. Nergal e soci, però, aprono con Antichristian Phenomenon da Thelema.6. Immensa la furia delle chitarre, tra il death brutale ed il blac epico, un violino suonato con una motosega, supportate dalla batteria di Inferno (un nome che è garanzia, e non solo per motivi linguistici). Sfortunatamente, per tutta la durata della prova, il sound delle chitarre risulterà un po' zanzaroso, cosa che farà perdere di potenza e ferocia pezzi come l'osannatissima Demigod, la spietata Christgrinding Avenue dall'ultimo lavoro, assieme a Prometherion. Un intermezzo di drum-solo d'Inferno, fa recuperare le forze ad un pubblico molto nutrito e bellicoso, che non si è risparmiato su nessun brano del combo polacco: ma eccoci pronti a tornare sul campo di battaglia con le due asce da guerra, Nergal e Seth (che, va ricordato, è un session per l'ultimo disco ed il tour) con As Above So Below, prima dei gran finali come Christians To The Lions e A Chant Ov Eschaton, dove la precisione chirurgica dei polacchi e la voce ferina di Nergal scatenano l'ennesimo assalto delle prima linee e la formazione di un mosh-pit allucinante, che rende veramente infernale l'amtosfera nel piccolo club milanese. I Kataklysm hanno lasciato rovine, dopo che gli Aborted avevano fatto le prime vittime.....i Behemoth, nonostante non abbiano battuto la mastodontica prova dei canadesi, non hanno, dal canto loro, fatto prigionieri e nemmeno lasciato le spoglie di questi...dal canto loro...che quello di una battaglia infernale.

Andrea "Vash_Delapore" Evolti

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