Voto: 
9.0 / 10
Autore: 
Matthias Stepancich
Etichetta: 
Verve
Anno: 
1966
Line-Up: 

Frank Zappa - composizioni, arrangiamenti, orchestrazioni, direzione, chitarra, voce

The Mothers of Invention:
Ray Collins - lead vocalist, harmonica, tambourine, finger cymbals, bobby pin & tweezers
Jimmy Carl Black - drums (also sings in some foreign language)
Roy Estrada - bass, guitarrón, boy soprano
Elliot Ingber - alternate lead & rhytm guitar with clear white light

The Mother's auxiliary:
Gene Estes - percussion
Eugene Dinovi - piano
Neil Le Vang - guitar
John Rotella - clarinet, sax
Kurt Reher - cello
Raymond Kelley - cello
Paul Bergstrom - cello
Emmet Sargeant - cello
Joseph Saxon - cello
Edwin V. Beach - cello
Arthur Maebe - french horn, tuba
George Price - french horn
John Johnson - tuba
Carol Kaye - 12-string guitar
Virgil Evans - trumpet
David Wells - trombone
Kenneth Watson - percussion
Plas Johnson - sax, flute
Roy Caton - trumpet
Carl Franzoni - freak
Vito Paulekas - freak
Kim Fowley - hypophone
Benjamin Barrett - violin
David Anderle - violin
Terry Gilliam
Jim Sherwood - noises
Mac 'Dr John' Rebennack - piano
Paul Butterfield
Les McCann - piano
Jeannie Vassoir - the voice of cheese (Suzy Creamcheese)
 

Tracklist: 

1. Hungry Freaks, Daddy (3:27)
2. I Ain't Got No Heart (2:33)
3. Who Are the Brain Police? (3:33)
4. Go Cry on Somebody Else's Shoulder (3:39)
5. Motherly Love (2:43)
6. How Could I Be Such a Fool? (2:11)
7. Wowie Zowie (2:51)
8. You Didn't Try to Call Me (3:16)
9. Any Way the Wind Blows (2:54)
10. I'm Not Satisfied (2:38)
11. You're Probably Wondering Why I'm Here (3:38)
12. Trouble Every Day (5:49)
13. Help, I'm a Rock (4:43)
14. It Can't Happen Here (3:55)
15. The Return of the Son of Monster Magnet (12:16)

Frank Zappa

Freak Out!

Frank Zappa è stato uno dei compositori più innovativi e creativi del 1900.

Se una giustizia esiste, il suo nome sarà ricordato nei libri di storia accanto a quello dei maggiori genii musicali della sua epoca, data la mole di opere rivoluzionarie con cui ha demolito sistematicamente tutti i confini tra qualsiasi "genere", portandoli verso contaminazioni totali sempre interessanti e talvolta sublimi, sperimentando qualsiasi idea musicale che trovasse compatibile con la propria visione dell'arte, e utilizzando come collante un debordante spirito satirico e anarchico.

Frank Vincent Zappa nasce nel 1940 a Baltimora (Maryland, USA), da genitori di origini italiane (il padre Francis Zappa, di famiglia greco-araba, era nato in Sicilia ed aveva trovato lavoro come matematico e chimico per la difesa americana; la madre Rose Marie Colimore era per tre quarti italiana).
La sua formazione musicale inizia con le band rhythm'n'blues all'età di 12 anni, per poi spaziare in breve verso la classica modernista (Edgard Varèse, Anton Webern), i lavori neoclassici di Igor Stravinsky, il doo-wop, il jazz. Mostra da subito un'insofferenza per le mode musicali mainstream passeggere, e una notevole apertura mentale nell'apprezzare allo stesso modo tutto il resto della musica.
Il suo primo strumento è la batteria (scelta perché influenzato dalle composizioni ritmiche neoclassiche), che suona nei The Ramblers (la sua prima band, alla High School).
Nel 1956 cambia scuola (in totale cambierà almeno 6 volte High School) e conosce Don Van Vliet (che successivamente verrà soprannominato Captain Beefheart dallo stesso Zappa, soprannome che Van Vliet utilizzerà a vita come nome d'arte) e Euclid James Sherwood (musicista dei The Blackouts, band a cui Zappa si unisce, ancora una volta alla batteria).
Nel 1957 Zappa riceve in regalo la prima chitarra elettrica, alla quale si applica influenzato da bluesmen come Johnny "Guitar" Watson, Howlin' Wolf e Clarence "Gatemouth" Brown.
Si diploma nel 1958; qualche mese più tardi lascia il college, disgustato dagli insegnamenti scolastici formali.
Negli anni successivi si guadagna da vivere nel campo pubblicitario (per un breve periodo), nonché come compositore per colonne sonore cinematografiche e per artisti locali. Con gli introiti, Zappa riesce a comprare al produttore Paul Buff il suo studio di registrazione a Rancho Cucamonga (California), al quale si interessa per la presenza di un registratore a 5 tracce costruito da Buff stesso (quando la stragrande maggioranza della musica veniva registrata ancora su un 2-tracce). Zappa rinomina lo studio "Studio Z", e vi trascorre anche 12 ore al giorno sperimentando tecniche di overdub.
Nel 1965 Zappa viene incarcerato per 10 giorni con l'assurda accusa di smerciare materiale pornografico, a seguito di una sua registrazione a sfondo ludico-erotico che fa l'errore di vendere al membro di una "vice unit". L'episodio farà accrescere notevolmente il suo odio verso l'autoritarismo.
Lo stesso anno, Zappa viene chiamato da Ray Collins a suonare la chitarra elettrica nella sua band rhythm'n'blues di Los Angeles, i The Soul Giants. Zappa presto diventa il principale compositore della band, la quale cambia nome in The Mothers (un'abbreviazione gergale che sta per "mother fuckers").
Il gruppo viene messo sotto contratto nel 1966 da Tom Wilson (già produttore di Bob Dylan) per la Verve Records (etichetta di tradizione modern-jazz e molto attenta al pop e al rock sperimentali, tanto che poco successivamente pubblicherà anche i primi due album dei The Velvet Underground). La label impone alla band di cambiare il proprio nome in un meno volgare The Mothers of Invention.

Il debutto della band, intitolato Freak Out! (Verve/MGM, 1966), è uno dei primi album doppi (uscito pochi mesi dopo il più celebre Blonde on Blonde di Bob Dylan, che gli ruba il primato per un soffio) del mercato discografico, nonché uno dei primi concept-album mai pubblicati (dove il concept è rappresentato dal filo rosso che lega tra loro tutti i brani, ovvero la satira programmatica che Zappa fa della cultura musicale commerciale), anche se non il primo in assoluto né in generale (The Genius Hits the Road di Ray Charles, ad esempio, era uscito nel 1960), né restringendo il campo alla sola musica "bianca" (già Blonde on Blonde di Dylan e Sings the Ballads of the True West di Johnny Cash potevano difatti essere considerati dei concept).

La prima metà di Freak Out! si prodiga in brani brevi e melodici che parodiano doo-wop, pop-rock e blues-rock: Zappa scrive melodie catchy, che potrebbero benissimo diventare hit di massa, ma le fa interpretare alla band tramite un'attitudine demenziale, dissacrante, liberatoria, distorcendole e contaminandole (arrangiamenti barocchi, improvvisi cambi di ritmo, polifonie grottesche, a tratti dissonanze, e una costante vena lirica corrosiva e satirica). I vertici di questa prima parte sono la travolgente opener Hungry Freaks, Daddy (con un grandioso riff di chitarra, che anticipa di un paio d'anni il boom dell'hard-rock), Who are the Brain Police? (spezzata da improvvise esplosioni cacofoniche, che si trascinano poi in dissonanze e ribollimenti febbricitanti), Wowie Zowie (arrangiamenti scoppiettanti, liriche demenziali), e Any Way the Wind Blows (satira del folk-rock e del rock'n'roll popolare), mentre la massima parodia di doo-wop e Merseybeat è rappresentata dalla melodica e caustica Go Cry on Somebody Else's Shoulder.
La seconda parte del disco evolve nella naturale conseguenza di tali premesse: dopo aver parodiato la canzone pop-rock ed averne sconvolto le caratteristiche classiche, Zappa mostra al pubblico cosa esiste oltre essa. Il blues sporco e strascicato di Trouble Every Day (degno dei futuri migliori blues selvaggi di Captain Beefheart), dedicato ai "riots" di Watts, introduce le successive Help, I'm a Rock (incredibile pezzo psichedelico in cui vanno a fondersi sovraincisioni continue, esplosioni rumoristiche, nenie mediorientali, deliri vocali dementi, ed infine un orgasmo femminile sopra ad un baccanale di percussioni e voci animalesche), It Can't Happen Here (un calderone di sovraincisioni vocali, interrotto a metà da un jazz a singhiozzo), e The Return of the Son of Monster Magnet (la summa totale delle influenze sonore del disco: 12 minuti in cui confluiscono pop, jazz, rock e cacofonie, rielaborati e distorti con un curatissimo lavoro in studio di overdub; verso la fine tornano anche gli orgasmi e le voci animalesche di Help, I'm a Rock, seguìti da contrasti dissonanti, nuovi campionamenti, nastri che scorrono al contrario e poi a velocità doppia, e altre amenità sonore). Queste ultime tre tracce sono anche influenzate, a livello musicale, dai collage satirici e caotici dei primissimi The Fugs, e a livello teorico dal cut-up letterario di William Burroughs, molto prima che da precedenti musicali più intellettuali (Pierre Henry, Karlheinz Stockhausen).

Freak Out! è un debutto grandioso: riprende le idee alla base della pop-art, convertendole alla composizione musicale, dissacra con umorismo iconoclasta il mercato commerciale pop e rock dei 1960s, segna la nascita concettuale dell'arte del collage musicale totale, comprendente tutti i "generi" e le fonti sonore immaginabili (traguardo estremo che Zappa si pone per primo, e che influenzerà generazioni infinite di musicisti rock e avanguardisti). L'unico suo grosso difetto è che compie l'operazione in maniera molto grezza, e a tratti anche poco incisiva (alcune tracce della prima metà del disco sono decisamente troppo canoniche rispetto agli episodi più sperimentali della seconda parte). Ma Zappa avrà modo di esplorare e raffinare lungo la sua carriera tutti i percorsi aperti da questo disco di debutto.

L'ingresso discografico di Frank Zappa nella storia della musica rende il rock'n'roll e il Merseybeat immediatamente obsoleti, e fa impallidire la prima ondata dello psychedelic-rock con annessa la cultura "flower power", evidenziandone la ruffiana natura modaiola, oltre che i limiti strutturali e mentali (operazione di satira e critica che sarà poi portata al massimo risultato nel terzo album We're Only in It for the Money).

Freak Out! resta un album dal valore storico enorme, ma esso è ancora più simbolico che compositivo: i due successivi album di Zappa presenteranno esperimenti psichedelici di gran lunga più azzardati, ciononostante il disco di debutto resta il primissimo manifesto programmatico dell'abbattimento delle barriere tra musica popolare, decostruita e massacrata, e musica d'avanguardia; si tratta del primo passo lungo un percorso che Zappa proseguirà abbattendo anche tutte le restanti barriere tra musica "alta" e "bassa".
 

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