Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Dead
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2002
Line-Up: 

- Laurynas - voce maschile e basso
- Darius - chitarre
- Wile - tastiere e sintetizzatori
- Rasa - voce femminile

Tracklist: 

1. Division (04:13)
2. Biomechanoid (03:48)
3. Self CrucifiXion (04:10)
4. [fetish... satisfaction?] (04:45)
5. Pervert Messiah (03:43)

Xess

In Cyber Lust

Dalla Lituania con furore. Almeno questo è quello che si pensa quando, non appena conclusosi il disco, ci si rende conto della bontà del suddeto demo. Sicuramente influenzato da acts quali The Kovenant et similia questo dischetto datato 2002 scivola via molto piacevolmente nei suoi 21 minuti.
Come detto è un demo, eppure la cura tutta del sound e della grafica è sicuramente molto professionale, e questo a conti fatti non può che (almeno in minima parte) giovare a questi nordici ragazzotti che comunque il fatto loro lo sanno senza alcuna ombra di dubbio.
Aiutati da un funzionale sito internet, la band lituana ha saputo crearsi una propria valida immagine, che come avrete capito, verte su di un look androgino e cibernetico.
Gli Xess che ad oggi hanno anche rilasciato un nuovo e convincente full length, in questo In Cyber Lust ci deliziano con cinque interessanti pezzi; nessuno di questi prevale in quanto la proposta delle canzoni qui presente è molto omogenea, e tecnicamente parlando i presupposti per un eventuale boom ci sono tutti. Augurandogli quindi tutto il bene possibile, andiamo ad analizzare questo positivo primo passo della band.

Le danze aprono con Division, e quello che subito salta all'occhio (o meglio alle orecchie) è l'ottimo uso delle tastiere, dei riffoni massici scuola Rammstein, e dell'alternanza voce maschile voce femminile. Il pezzo si spegne tra i consensi generali e lascia il passo alla successiva Biomechanoid, che lascia più spazio al cantato della brava vocalist che in questa canzone interpreta il testo in maniera davvero molto sensuale ed etereo. Il ritornello è il punto di forza del pezzo che è uno tra i più violenti dell'ensemble.
Molto più cadenzata e romantica è la terza traccia Self CrucifiXion, che nel bridge centrale somiglia davvero a qualcosa dei norvegesi Nagash.
Le tastiere sono qui molto liquide e dolci e l'interpretazione della voce maschile si sposa benissimo con esse. I tempi sul finire si fanno meno marziali e più sostenuti, ma la base gotica e lussuriosa rimane il tema principale e dona alla canzone un fascinoso mood.
Con una riffata che ricorda molto una vecchia canzone dei Motorhead inizia [fetish... satisfaction
?]
; le tastiere però imperversano subito e il classico sound degli Xess torna a prevalere incontrastato.
Il bridge centrale è questa volta esclusivamente lasciato alla voce sexy della "cantantessa", ma sul ritornello le due voci si mischiano e danno vita a quello che probabilmente è, quanto a kitch, l'apice del disco. Un perfetto possibile singolo...
A conclusione di questa operetta, arriva Pervert Messiah. La band punta molto su questo pezzo (che non a caso è stato inserito anche nel loro primo full length) ed infatti a questa song viene dedicato il riff portante più energico e coinvolgente.
La canzone è molto compatta e strutturalmente parlando è quella che più si addice come sottofondo ad una fumosa discoteca Goth/Dark.

Davvero una buona prova sotto tutti i punti di vista per quelli che all'epoca erano dei novelli Xess.
In Lituania la formazione sta cominciando ad ingranare bene, e tutto sommato ci si sente di fare i complimenti a questa band che ha saputo lavorare bene, e che infatti meritatamente comincia a mietere piccoli successi, ma fondamentali per poter riuscire a sfondare appieno, con l'uscita il 10 dicembre 2005 del loro primissimo album.
Nel frattempo si consiglia a tutti gli appassionati di Industrial, Gothic e Cyber questo In Cyber Lust perchè è davvero una piacevole uscita.

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