Voto: 
9.0 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Atlantic
Anno: 
1987
Line-Up: 

- Mike Tramp - voce
- Vito Bratta - chitarra
- James Lomenzo - basso
- Greg D'Angelo - batteria


Tracklist: 

1. Hungry
2. Lonely Nights
3. Don't Give Up
4. Sweet Little Loving
5. Lady Of The Valley
6. Wait
7. All You Need Is Rock 'N' Roll
8. Tell Me
9. All Join Our Hands
10. When The Children Cry

White Lion

Pride

Due anni dopo il buon esordio di Fight To Survive, i White Lion tornano con quello cha sarà il loro masterpiece, la loro opera maggiore nata subito sotto i migliori auspici. Infatti, grazie ai vari apprezzamenti seguiti al debut, quelli del Leone Bianco furono notati dalla Atlantic, una delle più importanti e prestigiose labels che non perde tempo a metterli sotto contratto, mentre Tramp e Bratta, membri fondatori della band ed unici ad essere rimasti dopo le defezioni di Robinson e Capozzi, reclutano a completare la line-up altri due italo-americani, l'ex Anthrax Greg D'Angelo alla batteria e James Lomenzo al basso. L'impostazione musicale dei White Lion inizia a cambiare, in quanto quell'Hard Rock intriso di Class Metal ed Heavy che segnò l'esordio della band, fu in parte, ma non del tutto, mutato in un Hard/Glam/Rock melodico e graffiante che doveva le sue maggiori fortune all'incredibile accoppiata Mike Tramp, frontman e vocalist dalla voce sporca e calda che perfettamente si sposava con il genere proposto, e Vito Bratta, immenso sia come compositore che come chitarrista. Così si iniziano a notare, in particolare nelle parti di chitarra, le influenze dei Van Halen e la release in questione và ad aggiungersi a ciò che di meglio aveva da offrire quel periodo, caratterizzato a tutto tondo da quel modo di intendere il rock, dove giacche leopardate aderenti e lunghe chiome bionde erano all'ordine del giorno, così come le pompose ed armoniose melodie sempre intrise di quella positività che ha segnato quel decennio, raggiungendo lo stesso successo raggiunto in quegli stessi anni da pietre miliari dell'Hard Rock, come Appetite For Destruction dei Guns o Slippery When Wet dei Bon Jovi o ancora Open Up and Say...Ahh! dei Poison, mentre in Europa gli Europe dominavano incostrati il mercato discografico grazie all'enorme successo di The Final Countdown.

Pride esce nel 1987, e mai titolo fu più azzeccato, visto che quest'album rappresenterà per sempre l'orgoglio del combo americano. L'opening-track Hungry può subito contare su un riff killer ed un chorus pieno, mettendo da subito in mostra un grandioso Bratta, che dopo circa due minuti e mezzo si lancia in un veloce solo. Più malinconica e lenta invece ma sempre in possesso di notevoli solos e di un bel chorus Lonely Nights, mentre Don't Give Up è un pezzo rockettaro capace di scuotere e stimolare facendo presa sul solito bel chorus e sulle schitarrare distorte di Bratta. Si prosegue con Sweet Little Loving, brano rock n' roll orecchiabile e piacevole, mentre l'incedere di Lady Of The Valley è Heavy, soprattutto grazie ai riffs, ed epico al tempo stesso, con un'interpretazione sofferta di Tramp ed altrettanto sofferte e malinconiche sono le linee di chitarra che conducono ad un chorus esplosivo, invece Wait, che fu anche uno dei singoli di maggior successo, è molto melodico ed ha un pre-chorus ed un refrain azzeccatissimi, mentre si può ben capire dal titolo stesso cosa aspettarsi da All You Need Is Rock n' Roll. Si arriva così al grandioso trittico finale che inizia con la briosa ed energia Tell Me, dove il connubio tra la voce di Tramp e la chitarra di Bratta è perfetto, prosegue con All Join Your Hands, che aperta da un bellissimo riff si snoda sull'incedere serrato delle strofe ed esplode in un refrain adrenalinico, e si conclude con la bellissima ballad acustica When The Children Cry, dove a tener le redini sono solo gli arpeggi e la melodia disegnata dalla chitarra acustica di Bratta e l'interpretazione calda e provata di Tramp, che ricreano un'atmosfera perfetta per il tema trattato dai testi, dove si sogna un mondo senza più guerre e presidenti, tanto che evidenti suonano le parole "No More Presidents" più volte pronunciate dal cantante. Sicuramente una song che non ha bisogno di eccessive descrizioni potendosi benissimo annoverare tra le più belle rock ballad in assoluto.

La seconda uscita discografica dei White Lion coincide quindi con il momento di loro maggior splendore, nonostante tutte e quattro le releases dell'act new yorkese siano di indiscutibile valore; un'opera unica dove melodia ed Heavy Rock, voce e chitarra, si sposano in maniera eccelsa dando quasi un senso di perfezione, inoltre le dieci canzoni non solo sono tutte piacevoli e di grande spessore tecnico e compositivo, ma presentano anche una certa eterogeneità nella musicalità, nei testi ed in tutto il resto che ancor di più pone in evidenza la duttilità di questa band capace di sostare tra l'Hard Rock, l'Heavy e il Class Metal.


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