Voto: 
7.6 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Genere: 
Etichetta: 
Demolition Records/Frontiers
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Wednesday 13 - vocals
- J-Sin Trioxin - guitar
- Nate Hate - bass
- Johnny Chops - drums

Tracklist: 

1. Intro
2. Gimmie Gimmie Bloodshed
3. I Want You…Dead
4. My Home Sweet Homicide
5. Not Another Teenage Anthem
6. From Here To The Hearse
7. Till Death Do Us Party
8. Skeletons
9. God Is A Lie
10. House By The Cemetery
11. Put Your Death Mask On
12. Happily Ever Cadaver
13. Running Down A Dream
14. Look What The Bats Dragged In
15. Faith In The Devil
16. 197666
17. Rambo
18. Bad Things
19. I Love To Say Fuck

Wednesday 13

F**k It, We'll Do It Live

Ottima idea quella di Wednesday 13, al tempo Joseph Poole: pubblicare un live che sintetizzasse la sua storia come uomo (o meglio dire “horror man”) e come band, attiva dal 2004, seducente prosecuzione della violenta ed esaltante esperienza con i Murderdolls. Infatti quasi contemporaneamente all’uscita dell’EP Bloodwork, il cui compito è quello di presentare l’ultima fatica dal nome Skeletons, il nostro Joseph decide di dare alla luce questo live che raccoglie in maniera trasversale songs dall’intera discografia, a partire da quel Transylvania 90210: Songs of Death, Dying, and the Dead del 2005 che aveva lanciato il nostro amico verso una carriera più baricentrata (e non equilibrata) verso se stesso più che verso una band vera e propria.

Le doti ormai erano create e maturate e le lezioni imparate principalmente con i Murderdolls hanno permesso di puntate a dei frutti ancora maturi soprattutto in campo rock ‘n’ roll condito da quell’alone glam che campeggia lì su, in alto sul palco. La similitudine infatti è molto forte e ci ricorda proprio i tempi andati, durante i quali era sempre lui il principale artefice musicale: c’è da dire che con la precedente esperienza (che vedeva anche Joey Jordison, batterista degli Slipknot, in veste di chitarrista) il sound era molto più sfacciato e meno canonico in termini compositivi (ed in questo la qui presente 197666, ripescata proprio da quegli anni, ne è un valido esempio), cosa che ha fatto approdare Wednesday 13 a sonorità più nu-metal (a tratti simile all’evoluzione che ha visto Marilyn Manson allontanarsi dalle sue origini industrial e conformarsi ad un sound più facilmente digeribile da parte del pubblico).

Una setlist davvero degna di nota che spazia dal punk grezzo di Happily Ever Cadaver al rock ‘n’ roll di Faith In The Devil passando per lo psycho-thrash di Put Your Death Mask On ed il glam cattivo di Bad Things. Senza dimenticarci i pezzi forti della discografia: I Love To Say Fuck, calda e succulenta in una scena del crimine grondante sangue e graffiante almeno quanto Till Death Do Us Party ed il suo punk settantiano scatenato; e che dire della nuova Not Another Teenage Anthem con il suo incedere maestoso da headbanging sfrenato è un must in sede live e nondimeno in questa uscita discografica. L’album è da gustare proprio grazie a questa sua capacità di presentare le diverse facce di un artista che nel suo piccolo è stato in grado di dire la sua, pur facendo man bassa delle catechesi emesse da altri illustri colleghi (Alice Cooper in primis) e senza allontanarsi poi tanto da un concept musicale molto Rob Zombie.Certo la resa live ha sempre conferito un valore superiore alla proposta musicale del personaggio della Carolina del Nord e questo risulta sempre più vero più si passa al setaccio l’ascolto di questo F**k It, We’ll Do It Live, le cui tracce risultano davvero così diverse per intuizione ma così amalgamate in un prodotto musicale che non tocca mai il ribrezzo delle imitazioni che circolano in libertà saltando da un palco all’altro.

E come ciliegina sulla torta, nel pacco pronto per noi è presente anche un DVD con tanto di concerto (da cui è estratta in versione audio la tracklist recensita qui, gemella omozigote), performance in quel di Allenton dove gli spettatori hanno avuto di che pogare e divertirsi. A tratti il protagonista ci ricorda un Blackie Lawless da giovane mentre gli altri musicisti (batterista a parte) non fanno molta fatica a suonare i riff semplici di casa “Mercoledì 13” e gli assoli (che in I Want You…Dead assumono le sembianze dei Turbonegro) scorrono come assaggi già trapassati nel lungo intestino.Insomma un bel regalo per entrare a far parte dello psicopatico mondo di Wednesday 13.

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