Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Century Media Records
Anno: 
2011
Line-Up: 

Carlos Cruz - Drums 

Andy Laux - Bass 

John Laux - Guitars 

Adam Carroll - Guitars 

John Kevill  - Vocals 

Tracklist: 

1. Living Weapon  04:21  

2. Shattered Like Glass  03:22  

3. Wake Up... Destroy  04:41   

4. Future Ages Gone  03:55   

5. Savagery  05:02   

6. Treacherous Tongue  02:22   

7. Echoes from the Void  05:36   

8. Enemies of the State  03:11   

9. Behind the Veils of Night  03:21   instrumental 

10. Demonic Ecstasy  05:33

Warbringer

Worlds Torn Asunder

Attivi sin dal 2004, i californiani Warbringer rappresentano una parte di quella ormai folta corrente rinominata Revival Thrash che sta riproponendo uno stile musicale fortemente ancorato alle radici del genere. Il fatto di provenire dalla Bay Area, vera Mecca del thrash metal negli anni 80, ha fatto sì che il loro modo di proporre il genere venisse inevitabilmente influenzato dal bagaglio storico che tale zona tutt’ora possiede. Worlds Torn Asunder rappresenta la terza fatica discografica del gruppo sotto forma di album per un prodotto intelligente, melodico al punto giusto e ben strutturato.

L’inizio è nella mani della roboante Living Weapon, con le sue rullate marziali che ben presto si tramutano in violenti e prolungati up-tempo tipicamente Bay Area style con grande influenza dei migliori Exodus degli ultimi tempi. La produzione pulita ma anche ruvida al punto giusto dona potenza al sound di un gruppo inarrestabile. Una certa timbrica alla Schmier è riscontrabile nell’ugola del feroce John Kevill, mentre le sezioni in tempi medi trascinano l’ascoltatore verso assoli rabbiosi ed ancora tempi veloci che sfiorano persino i bleast beats in alcuni brevi punti. Un’introduzione che lascia senza parole. Il tocco oscuro che una traccia come Shattered Like Glass assume grazie al riffing in tremolo è qualcosa di veramente buono ed i tempi continuano a rimanere sostenuti tra feroci up tempo e prolungati passaggi di veloce doppia cassa. La coppia John - Adam alle chitarre ben si alterna durante la fase solista ed il loro riffing risulta essere anche ottimo durante i tempi medi dal groove roccioso, filtrato attraverso numerosi cambi di tempo che ipnotizzano l’ascoltatore.

Il ritornello di Wake Up… Destroy ben si conficca nella testa mentre la sua struttura segna molteplici passaggi da tempi medi ad altri veloci. I riff sono in continuo mutamento e non c’è spazio per la noia. The Future Ages Gone possiede anch’essa una buona propensione per i cambi di tempo, mentre il riffing principale molto serrato contiene anche alcuni spunti melodici neanche troppo evidenti ma sicuramente percettibili. Sicuramente la fase solista delle chitarre è il momento in cui la melodia viene allo scoperto per alcuni momenti tanto cari ai vecchi Testament. Alcune infiltrazioni hardcore sono presenti nella violenta Savagery, specialmente durante i terremotanti tempi medi e il ritornello in gang vocals dalla presa immediata per una traccia molto dinamica e che continua la striscia positiva delle precedenti tracce. Seguono a ruota i due minuti della tagliente Treacherous Tongue dove le ascendenti speed/thrash metal anni 80 si fanno veramente palesi, specialmente se consideriamo il tocco melodico delle chitarre durante i fraseggi.

Ormai addentrati nella seconda parte del disco troviamo la composizione più lunga del disco, unaEchoes from the Void che esplode in tutta la sua brutalità dopo un’introduzione a base di arpeggi. Procedendo nell’ascolto del disco possiamo anche notare come la struttura giochi tanto sui chiaroscuri grazie anche a partiture rallentante che a tratti aggiungono la giusta dose di oscurità al sound, grazie anche al lavoro instancabile delle chitarre. Esse si destreggiano con disinvoltura tra riffs diretti e momenti maggiormente melodici. Enemies of the State ci propone la versione più diretta della band che comunque ha sempre più di un occhio di riguardo per le melodie in una struttura mai banale o semplice. Seguono i tre minuti a base di arpeggi oscuri di Behind the Veils of Night che ci introducono alla finale Demonic Ecstasy, traccia strutturata ma non concepita per essere il mero sfogo sul finale di disco. In essa vivono più atmosfere per un approccio groove che a tratti sfocia nel thrash più diretto a donare potenza per un ottimo finale.

La versione digipack contiene due cover azzeccate di due classici del metal estremo: Sacrifice dei Bathory e Execute Them All degli Unleashed. Una ciliegina sulla torta per un disco maturo, competitivo ed intelligente. I Warbringer sono cresciuti tanto negli ultimi anni e si candidano per rappresentare la crème de la crème del thrash metal moderno a livello mondiale.

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