Voto: 
7.7 / 10
Autore: 
Marco Lorenzi
Genere: 
Etichetta: 
Barsuk
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Chris Walla - voce, chitarra, piano, arrangiamenti
- Kurt Dahle - batteria
- Jason McGerr - batteria

Tracklist: 

1. Two-Fifty (03:31)
2. The Score (02:58)
3. Sing Again (02:31)
4. A Bird Is a Song (03:08)
5. Geometry &C (03:07)
6. Everyone Needs a Home (03:06)
7. Everybody On (03:17)
8. Our Plans, Collapsing (03:56)
9. Archer v. Light (03:06)
10. St. Modesto (04:27)
11. It's Unsustainable (05:56)
12. Holes (02:40)

Chris Walla

Field Manual

Christopher Walla, chi l'avrebbe mai detto. Invece, eccolo qui, uno dei volti più noti e (dai fans) adorati della pluridecorata formazione Death Cab For Cutie. Sorprende vederlo in versione solista, a dire il vero, con Field Manual, targato Barsuk. Non si tratta di un esordio, precisiamo, perché il primo lavoro solista dell'allora più giovane Walla è datato addirittura 1999 (Martin Youth Auxiliary, Elsinor Records).
Era giunto il momento di comparire in scena con un pizzico di spavalderia in più, deve aver pensato il ragazzo, giusto per ingannare l'attesa prima di una nuova fatica con Ben Gibbard e soci in sella alla sua band.
Si tratta di una sorpresa, per certi versi, perché Field Manual non racconta proprio nulla di nuovo rispetto a quanto ci si attenderebbe. E' nelle sue vesti a metà tra l'impegnato e lo scanzonato che il disco di Chris Walla si fa imprevedibile ed accattivante. Melodie semplici semplici, voci in perfetto stile Death Cab For Cutie, parti strumentali senza soluzione di continuità e raffinatezza negli arrangiamenti ne fanno un full-lenght estremamente appetibile.

Si comincia con una Two-Fifty dai lineamenti onirici: non ci convince, rimandata a settembre. The Score prepara il terreno, con un incalzare in chiave Indie Pop che fa emergere un Chris Walla divertito dall'esperienza di essere frontman di un progetto secondario. Divertito e compiaciuto, aggiungiamo noi, perché con la successiva Sign Again, il ragazzo tocca uno dei punti emotivamente più alti dell'intero full-lenght.
Tra le caratteristiche di Field Manual ve n'è una che, lo giuriamo, non avremmo posto a premessa di questa modesta analisi. In dischi simili a quello che stiamo descrivendo è quasi fisiologica una tracklist strutturata a "piramide", nella quale dopo il botto iniziale l'atmosfera cala irrimediabilmente e scivola in un epilogo in certi casi scontato. Chris Walla gioca esattamente al contrario. Ad un incipit non proprio convincente fa seguire una parte centrale che porta al finale con giretti di chitarra sicuri e senza troppi fronzoli.

Ce ne accorgiamo con la ballata A Bird Is a Song, oppure con le successive Geometry &C (ritmo incalzante e chitarre distorte sono le componenti essenziali) ed Everybody On, che fanno da necessario contorno alla splendida Everyone Needs a Home.
L'Indie Pop di Walla è godibile e denso di svariate sonorità. Non c'è il rischio di deja entendu rispetto alla produzione di marca Death Cab For Cutie (anche se il paragone sembra piuttosto scontato); anzi, il musicista di Washinghton ci prende gusto col passare dei minuti e recita il ruolo di frontman senza troppi convenevoli. Con raffinatezza, certo, ma anche con un piglio sfacciato che in questi casi non guasta di certo.

Tra le altre, menzione particolare per Everybody On, intrisa di solitudine tra chitarre acustiche ed una sezione ritmica che fa da necessario contrappunto agli arpeggi della fase centrale. Quindi, la meravigliosa Our Plans, Collapsing, altro mattone portante della struttura di Field Manual.
Il full-lenght scorre senza intoppi, scivola via leggero creando una sensazione primaverile da stanzetta stracolma di foto appicicate al muro e disturbate soltanto da un fascio di luce pallida e non troppo invadente. Chris Walla dipinge un quadro interessante, non c'è dubbio. Lo fa con la semplicità di sempre, riuscendo talvolta ad ammaliare l'ascoltatore ed a strappare un sorriso compiaciuto. Alla fine dei conti, se questo è l'antipasto per un nuovo capitolo con i suoi Death Cab For Cutie, non rimane che ingannare l'attesa ascoltando (e riascoltando) le note di Field Manual. Nella propria stanza, magari, chiudendo gli occhi e sognando un'estate che arriverà presto.
 

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente