Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Il Male Production
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Helios - voce
- Gianpaolo - basso & chitarra
- Fernando - chitarra
Studio sessionists
- Emanuele - tastiere
- Marco - batteria


Tracklist: 

1. Remembrances pt.1
2. To the moon
3. The infinite
4. Remembrances pt.2
5. To himself
6. Remembrances pt.3
7. Bonus track: Blinded by Fear (At the Gates cover)

Vedova

Remembrances

Ennesima trovata del leader dei Malnàtt Porz (in questo caso noto con il nome di Helios), il progetto Vedova nacque inizialmente come unione di doom, black, classica e jazz: l’idea era un po’ troppo fuori dagli schemi e si rivelò impossibile trovare musicisti adatti: da qui la decisione di ripiegare su un doom metal depressivo. Attualmente, la line-up del gruppo vede alla voce Helios, alle chitarre Gianpaolo (anche bassista della formazione) e Fernando - (entrambi attivi in vari altri progetti del Male Production).
Sono proprio i due chitarristi a scrivere le musiche per questo debut Remebrances, la cui laboriosa registrazione termina nel dicembre 2004 grazie anche all’aiuto di due session men (Manu alle tastiere e Marco alla batteria).
Senza perdersi troppo dietro alle varie genialate sparse qua e là per il booklet e il sito ufficiale, andiamo ad analizzare il cd in questione, premettendo solamente che tutte le liriche sono delle traduzioni inglesi di poesie di Giacomo Leopardi [nota personale del recensore: perché non utilizzare le ben più significative versioni originali?].

Si parte con Remebrances pt I -primo dei tre intermezzi strumentali omonimi- un’intro atmosferica e congegnata in modo da fare entrare l’ascoltatore nel feeling giusto per assaporare ciò che seguirà, mentre la seconda traccia To the Moon mostra finalmente il vero sound del gruppo: un doom metal lentissimo e devoto alla tradizione di gruppi quali i My Dying Bride o i primi Anathema; elementi fondamentali ne sono i riffs (di buon livello) e un cantato recitato con voce roca.
A fare da accompagnamento “dietro le quinte” sono le parti di tastiera registrate dal sessionist Manu, ma naturalmente al centro dell’attenzione rimangono sempre le chitarre di Gianpaolo e Fernando; tra l’altro il loro suono è molto buono -pieno e pesante come si conviene-, segno che registrazione e produzione sono state fatte con cognizione di causa.

Semplice quanto efficace, la proposta musicale dei Vedova rimane identica per tutta la durata del cd.

The Infinite
si propone di mettere in musica uno dei capolavori di Leopardi: le vocals si appesantiscono fino a diventare un basso growl, caratteristica mantenuta anche nella conclusiva To Himself, composizione più lunga fra quelle presentatoci. Questa song più delle altre estremizza i sentimenti di depressione e tristezza: molto buono lo stacco ai tre minuti e mezzo, al termine del quale fa nuovamente apparizione la voce recitante.
Remembrances pt III è il più lungo fra gli intermezzi del platter omonimo: in questa occasione interviene anche la voce di Helios, per chiudere in modo degno (ovvero, assolutamente tetro) questo debut discografico.
Prima che il cd finisca, però, c’è ancora tempo per una sorpresa: vale a dire la cover della stupenda Blinded By Fear, l’opener di Slaughter of the Soul degli At the Gates. Se l’originale aveva il suo punto di forza nella veloce furia distruttrice del riff, i Vedova ci presentano una versione del brano rallentata fino all’esasperazione, in pieno doom-style. Assolutamente inutile precisare che questo rallentamento non fa che acuire la sensazione di claustrofobia della song, adattandosi perfettamente al testo di Tomas “Tompa” Lindberg. In definitiva un esperimento piacevole (il termine è da prendersi con le molle) ed interessante.

Una prova quindi buona, nonostante la breve durata (33 minuti): certamente non c’è nulla di sconvolgente o rivoluzionario; d’altronde il manierismo musicale e lirico del gruppo è più che esplicitato direttamente dalla band stessa (riporto dal sito: “tutto è già stato detto, bisogna solo individuare chi l’ha detto meglio”); tuttavia il progetto Vedova ha buone prospettive e buoni assi nella manica: non ultimo fra questi il velo di ironia che pervade la proposta concettuale del gruppo.


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