Voto: 
8.3 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Epic
Anno: 
1998
Line-Up: 

1. Fuck Yourself (08:27)
2. So Happy (02:43)
3. Bledsoe Bluvd (04:22)
4. Natural Born Boy (03:34)
5. Details at 10 (05:58)
6. Massacre (03:25)
7. Burnin' Down the Mountain (04:22)
8. Little Pieces of Seaweed (05:12)
9. San Sebastian (01:08)
10. The Beast of Love (03:30)
11. You Didn't Break It (04:19)
12. TH X-Equalibrium Dance (05:10)
13. Chronic Insomnia (02:00)

Steve Vai

Flex-able Leftlovers

Se bisogna analizzare e riflettere sulla scena hard-rock mondiale odierna, é impossibile farsi sfuggire il nome del grandissimo Steve Vai, eccelso chitarrista e compositore, allievo dell'altrettanto grande Joe Satriani, ma quando si dice che l'allievo supera il maestro, qualche caso che conferma questo ci dovrà pur essere. Con questo bellissimo Flexable Leftlovers Vai arricchisce ancora di più il patrimonio musicale del Rock in generale, immettendo in esso un estro e una capacità compositiva che solo lui ha avuto la bravura di mostrare. Se vi aspettate il solito disco Hard Rock caratterizzato da melodie trite e ritrite, allora vi sbagliate di grosso, l'unica cosa già sentita di questo album é la opener Fuck Yourself, in una versione più effettata ed estremizzata di quella classica del grande e incommensurabile genio di Frank Zappa, suo vecchio amico e in parte maestro. Già da questa canzone si può evincere la bravura di Vai come chitarrista, infatti la seconda metà del brano é ricoperta incredibilmente bene da un suo lunghissimo assolo che mette in luce il suo enorme talentoche li é valso il titolo di Guitar Hero.

Ma la canzone che rende questo disco incredibile, é la seconda So Happy, assurda e a dir poco impossibile nella bravura di Steve Vai nel ripetere in contemporanea con la chitarra le note espresse da un susseguirsi di frasi di una donna. Bella anche la terza Bledsoe Bluvd, incomprensibile nel titolo, ma eccitante nel suo contenuto. Ancora una volta si sentono le influenze di Frank Zappa, ritrovabili in ogni singolo riff, però reso molto più particolare da un eccessivo utilizzo degli effetti; altra cosa da notare in questa song, la grande presenza di Tommy Mars, storico tastierista di Zappa, riconoscibilissimo per la sua capacità di cantare con la sua voce le note che suonava con la tastiera allo stesso tempo. Sonorità molto più Hard vengono a concentrarsi nella successiva Natural Born Boy, caratterizzata da un susseguirsi di riff molto belli, accompagnati dagli instancabili assoli chitarristici di Vai, che si dimostra un chitarrista sperimentale, originale e capace di scherzare su se stesso, a differenza di molti altri Guitar Hero immersi nel loro maniacale "autoamore". L'album continua con la mediocre Details At 10 e con la bizzarrissima Massacre, che ci presenta una base di basso e batteria sintetizzata quasi da discoteca mentre ancora una volta lui esalta la composizioni facendo urlare la sua chitarra in maniera eccellente. Come si può ben capire questo disco contiene in se sonorità completamente diverse l'una dall'altra, e ne è un perfetto esempio la settima Burnin' Down The Mountain, quasi orientaleggiante e mistica nelle sue melodie. Qui però si assiste ad una piccola pecca, che sta nel fatto che assistiamo ad una serie di canzoni che non presentano nulla di estremamente suggestivo, come Vai aveva fatto perfettamente nella prima parte del disco, e ciò lascia un pò l'ascoltatore perplesso perché brani come San Sebastian o You Didn't Break It o ancora The Beast Of Love, non trasmettono nulla di così eccitante.

Ma questa sensazione viene completamente spazzata via dalla raffinata bellezza della penultima The X- Equalibrium Dance, nella quale assistiamo a un perfetto intrecciarsi di chitarra, basso e batteria, in chiave totalmente jazz-fusion, quindi sotto una visione totalmente sperimentale che mette in mostra le grandissime capacità tecniche di Steve Vai e degli ospiti di questo pezzo, ovvero Stu Hamm e Chris Fraizer, rispettivamente al basso e alla batteria. Ultima pedina di questo album é Chronic Insomnia, claustrofobica nella sua confusione, il cui titolo rende al meglio lo spirito aguzzino e straziante di questa canzone. Così termina Flexable Leftolevrs, bellissimo album di Steve Vai che ancora una volta si riconferma come uno dei più geniali e contorti geni della chitarra moderna. Consigliatissimo per chi vuole farsi un idea della sua proposta musicale, imperdibile per i fanatici.

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