Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Genere: 
Etichetta: 
Jester Records
Anno: 
2002
Line-Up: 

- Kristoffer Rygg
- Tore Ylwizaker
- Jorn H. Svaeren

Tracklist: 


1. Silence Teaches You How to Sing
2. Darlind Didn't We Kill You?
3. Seak Dead Speaker
4. Not Saved

Ulver

Teachings in Silence

Subito dopo la pubblicazione del full-lenght Perdition City gli Ulver (ai quali nel frattempo si aggiunge come collaboratore Jorn Svaeren) spaccano definitivamente in due il loro pubblico: da un lato i fan di vecchia data che non accettano il loro nuovo percorso, dall'altro chi invece ne rimane incuriosito e affascinato e ne approfitta per espandere le proprie conoscenze musicali.
Dal canto suo, Kristoffer "Garm" Rygg, mente del gruppo, reagisce a questa "diatriba" isolandosi nel suo studio per concentrarsi nel 2001 su di un lavoro più intimista e minimale, diviso in due capitoli all'insegna dell'elettronica glitch/ambient e del concept del silenzio - nonché debitore delle sperimentazioni di compositori come Fennesz.

Il primo capitolo è l'EP Silence Teaches You How to Sing, consistente unicamente nell'omonima suite di 24 minuti.

La traccia, dalla forte impronta ambient, è un lungo viaggio nei meandri più bui della mente umana. Le melodie sono rarefatte e giusto accompagnate da qualche timido riempimento tastieristico che emerge occasionalmente, a far da padroni in questo scenario claustrofobico sono invece (oltre al loro contrasto con le distensioni e alle "delezioni" dei suoni per far risaltare il silenzio o comunque la riduzione all'osso della musica) glitches alienanti, rumori dissonanti e droni riverberati, che mantengono un'aura notturna e futurista inquietante. Verso metà e poi in chiusura compare anche, in via del tutto sporadica, la voce di Rygg, impegnata quasi in una nenia dolente che contribuisce (assieme a qualche tenue percussione prima esotica poi più dark, a strings ambientali e a spruzzi elettronici noir) ad enfatizzare il lato malinconico del disco.
Presi singolarmente diversi momenti della traccia, gli Ulver costruiscono efficaci atmosfere notturne, futuristiche ed inquietanti, ma l'aver dilatato e diluito i diversi spunti per oltre 20 minuti rende il brano nel complesso troppo monotono e poco longevo per non suonare come una parentesi ancora incompleta.

Il secondo capitolo dedicato al silenzio e alla musica viene pubblicato pochi mesi dopo e si intitola Silencing the Singing.

Consta di tre strumentali (come da titolo d'altronde) mediamente di 9 minuti, dove gli spunti sperimentati in Silence Teaches You How to Sing trovano ulteriore conferma, venendo in parte costruiti con maggiore caratterizzazione e approfondendo ulteriormente l'angoscia tecnologica e i drammi psicologici nelle atmosfere.
Il primo brano è Darling Didn't We Kill You, con un motivo melodico sintetico e caustico ripetuto costantemente mentre sullo sfondo si dipanano ulteriori glitches, velate infiltrazioni di tastiera elettro-ambient ed un battito cupo quasi da electro-goth. La ripetitività intrinseca della traccia non la rende più noiosa, bensì acuisce il senso di smarrimento e disumanità che aleggia fra le note dissonanti.
Segue ora Seak Dead Speaker, ancora più rarefatta e minimale, fra space ambient e ambient/glitch (con l'aggiunta di dolenti archi nella coda finale), molto suggestiva e inquietante ma anche un po' troppo soporifera dopo un po' perché eccessivamente scarnificata e dilatata.
Infine abbiamo l'ambient funereo e nostalgico di Not Saved, con alcuni degli apici più toccanti del mini fra tastiere, organo, campionamenti di campane, occasionali glitches ridotti al minimo indispensabile. Come nel primo brano, il tutto è volutamente ripetuto, anche se non suona ugualmente suggestiva, ma comunque molto più che in Seak Dead Speaker.

Queste due pubblicazioni, a tiratura limitata, sarebbero poi state raccolte nell'album Teachings in Silence, pubblicato nel 2002 e che chiude definitivamente il cerchio sul silenzio.

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