Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Etichetta: 
Kscope
Anno: 
2012
Line-Up: 

Kristoffer Rygg

Jørn H. Sværen

Tore Ylwizaker

Daniel O'Sullivan

Tracklist: 

01. Bracelets Of Fingers (originally recorded by THE PRETTY THINGS)
02. Everybody's Been Burned (THE BYRDS)
03. The Trap (BONNIWELL'S MUSIC MACHINE)
04. In The Past (CHOCOLATE WATCHBAND)
05. Today (JEFFERSON AIRPLANE)
06. Can You Travel In The Dark Alone? (GANDALF)
07. I Had Too Much To Dream Last Night (ELECTRIC PRUNES)
08. Street Song (THE 13TH FLOOR ELEVATORS)
09. 66-5-4-3-2-1 (THE TROGGS)
10. Dark Is The Bark (LEFT BANKE)
11. Magic Hollow (BEAU BRUMMELS)
12. Soon There'll Be Thunder (COMMON PEOPLE)
13. Velvet Sunsets (MUSIC EMPORIUM)
14. Lament Of The Astral Cowboy (CURT BOETTCHER)
15. I Can See The Light (LES FLEUR DE LYS)
16. Where Is Yesterday (UNITED STATES OF AMERICA)

Ulver

Childhood's End

Nono disco “maggiore” della carriera degli Ulver, “Childhood's End” è il coronamento di un progetto che solleticava il gruppo norvegese almeno fin dai tempi dell'immediato post-“Shadows of the Sun” (2007). In quel disco faceva difatti bella figura di sé una rivisitazione di uno storico 'lento' dei Black Sabbath, “Solitude”. Vista l'eccellente riuscita, si era successivamente giocato con l'idea di approfondire il discorso-cover, senza però mai concretizzarlo – fino ad ora.

 

“Childhood's End” è composto da sedici pezzi presi di peso dall'era psichedelica (quasi tutto il materiale è databile tra il 1966 e il 1969) e immersi in quel mondo di sfumature oscure, velate e malinconiche di cui gli Ulver sono alfieri – seppur in diverse forme – praticamente da sempre.

Poche le concessioni fatte ai pesi massimi del settore: i Jefferson Airplane, i Byrds, gli United States of America e i 13th Floor Elevators sono pressochè gli unici nomi universalmente noti anche ai non-appassionati, mentre il resto del materiale è pescato da singoli od album di artisti più o meno oscuri di quella fertile epoca.

Prima ho scritto “presi di peso” non a caso. I pezzi infatti non mutano forma in maniera radicale, poichè in generale gli Ulver hanno cercato di tenere fede al brano e alla situazione a cui attingevano, lasciando che melodie, tempi e sound rimanessero all'incirca riconoscibili. Il gruppo norvegese (oramai anglo-norvegese, vista la sempre più importante e stabile presenza di Daniel O'Sullivan dei Guapo) tuttavia non dimentica assolutamente di lasciare la sua impronta sui pezzi: virate malinconiche sul viola e sull'argento incupiscono brani che sovente nelle versioni originali volevano richiamare una caleidoscopica infinità di cangianti colorazioni. Atmosfere più raccolte e intime adombrano i pezzi, a creare un contrasto evidente tra le intenzioni degli autori di ieri e quelle degli interpreti di oggi: un conflitto richiamato esplicitamente anche dalla copertina e dal titolo stesso del disco.

 

Buone praticamente tutte le rese dei pezzi dei 'big': “Today” dei Jefferson Airplane è talmente bella che sarebbe venuta bene a prescindere; “Street Song” dei 13th Floor Elevators permette agli artigli dei 'lupi' di scattare sulle chitarre; “Everybody's Been Burned” dei Byrds, posta in apertura, simboleggia un po' tutto quanto il disco con la sua paura per le scottature dell'amore e degli ideali; l'ultimo dei carichi viene giocato alla fine e “Where is Yesterday” degli United States of America lascia, con il suo titolo, un interrogativo pesante a chiudere il cerchio.

Forse anche più interessanti, però, sono le varie chicche ripescate qui e là dai polverosi archivi (o più probabilmente dalle curate discoteche dei vari membri del gruppo): tra i molti brani scelgo di portare come esempio “Velvet Sunsets” dei Music Emporium e “Magic Hollow” dei Beau Brummels, due ballate dotate di una bellezza magnetica, da annoverare tra gli highlights del lavoro per merito delle loro melodie sognanti e sospese.

Tra i medi calibri: gli Electric Prunes presenziano con la conferma di “I Had Too Much To Dream Last Night”, già rilasciata tempo addietro e d'apprezzabile riuscita grazie all'andatura incalzante e ai suoi toni misteriosi; spetta invece il compito di spezzare il monopolio d'oltreoceano ai pionieri londinesi The Pretty Things con l'opener “Bracelets of Finger”, i cui primi inquieti secondi (un ostinato “Love love love love love...” ripetuto su toni prima vagamente melanconici, poi quasi liturgici) sono il preludio perfetto per tutte le chitarre liquide, le voci effettate, le melodie ammalianti che andremo ad incrociare nei successivi sedici capitoli.

 

Queste esplorazioni in 'nuovi' (nel senso di non esplicitamente trattati da loro precedentemente) territori da parte della band hanno in passato avuto successo su larga scala, “aprendo” nuovi scenari per molti appassionati del gruppo – difficile prevedere risultati altrettanto esaltanti a questa tornata per una serie di motivi (i cover-album son sempre guardati con un po' di puzza sotto il naso, la vicinanza ai suoni originali, la capillarità della diffusione musicale rispetto a dieci-quindici anni fa che rendono meno “esplosivo” questo nuovo excursus, il raffreddamento attorno al nome Ulver dopo un “Wars of the Roses” che obiettivamente non ha sollevato il consueto coro di lodi estatiche, eccetera).

Previsioni varie ed eventuali a parte, “Childhood's End” è comunque un album che saprà stuzzicare la curiosità di chi vorrà stare al gioco di Rygg e soci. La riuscita dell'operazione è felice, la personalità del gruppo emerge pur senza strafare, il disco funziona sia come 'mappa del tesoro' con cui andare in cerca di nuovi (vecchi) orizzonti sia come, semplicemente, bell'album di rock psichedelico, con un'identità chiara, unitaria e definita nonostante le sedici diverse anime su cui è costruito. Non ultimo, è un disco che riappacifica gli Ulver con la semplicità delle grandi melodie, una cosa che con il labirintico, atmosferico e sfuggente “Wars of the Roses” si era un po' persa.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente