Voto: 
6.3 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Limb Music/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Federico Grassi - chitarra
- Cesare Codispoti - chitarra
- Lorenzo Frascaroli - tastiera
- Laura De Luca - voce
- Alberto Iezzi - batteria
- Marco Di Castri - basso


Tracklist: 

1. First Embrace
2. Munchausen Sindrome
3. Tystnaden
4. Metaphora
5. The Foolish Plan
6. Hamlet
7. The Joke
8. Rewards
9. The Vanishing
10. Pride vs Intellect

Tystnaden

Sham Of Perfection

I Tystnaden sono una band italiana, friulana precisamente, che sta ottenendo notevoli apprezzamenti dalla critica europea grazie al suo debut album, Sham of Perfection. La band di orientamento gothic metal conferma, dopo il buon demo Fragments del 2003, influenze che vanno dal melodic death metal scandinavo dei Dark Tranquillity o degli In Flames al gothic nostrano dei Lacuna Coil, fino alle soluzioni sonore dei Nightwish e allontanandosi degli Evanescence. Ciò che emerge dall’ascolto del platter rivela ottimi spunti in particolare per quanto riguarda il riffing di chitarra e basso nel blocco centrale delle quinta, sesta, settima tracks; in particolare la nota più positiva consiste nel lavoro elettronico di tastiera, che rende molto vario il sound del combo italiano, allontanandolo dalla canonicità di un gothic eccessivamente underground. Entrando nello specifico dell’analisi del disco, si può rivelare una buona partenza con First Embrace grazie agli effetti elettrizzanti di keyboards e alla buona voce femminile di Laura De Luca. La tastiera crea degli intrecci sonori molto raffinati, evocativi, che ad esempio nell’ultimo brano del full-length, Pride vs Intellect, diventano sinfonici, a testimonianza di una buona dimestichezza stilistica. Un problema invece che emerge, non indifferente, riguarda il vocal maschile in growl che non si aggiunge positivamente alle linee vocali femminili, ma, troppo sporco, stona con il resto del sistema sonoro.

Tornando alle soluzioni strumentali, con la terza track, Tystnaden, si distende l’atmosfera con un aggraziato intro barocco di violino che rinfresca tutto il sound. Verso fine song poi la batteria con doppia cassa rende molto più dinamica l’evoluzione sonora. Ma gli elementi migliori dell’album devono ancora venire e cominciano dalla quarta Metaphora, dove il vocal maschile si prende una piccola rivincita, allineandosi ai Dark Tranquillity di Stanne. Ottimo per di più il giro di keyboards che sa accrescere la sensazione eterea data dall’ispirata voce femminile. Da qui The Foolish Plan è forse il brano migliore per qualità del riffing e per l’evoluzione sonora, resa da un solo di chitarra d’effetto, da un ottimo lavoro di drums e da una svolta di basso pregevole. L’abilità della band sta nell’alternare momenti più freschi e rilassanti, ad altri dove il sound si fa più pesante. Questa caratteristica sta alla base ad esempio della successiva Hamlet. Già il titolo lascia trasparire la maggiore drammaticità che necessariamente va a comporre questo capitolo. L’aspetto ritmico qui è ben curato nei singoli intrecci strumentali e nell’alternanza vocale. Passato il blocco centrale, si differenziano ancora in positivo gli zampillanti ed evocativi giri di tastiera di The Joke e infine i toni delicati dell’ultimo brano.
Sham of Perfection è un debutto sicuramente d’effetto che lascia ben sperare nel futuro dei Tystnaden. Sull’efficienza del vocal maschile rimangono però grossi dubbi che necessitano senz’altro una soluzione. Infine la registrazione dell’album è buona; però certi toni di distorsione delle chitarre potrebbero essere indirizzati verso una resa più limpida e fresca, in modo da creare maggior integrazione con le ottime parti di tastiera.

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