Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Roberto Vitale
Etichetta: 
Lion Records
Anno: 
2009
Line-Up: 

:
- Goran Nystrom - Voce;
- Tommy Ermolli - Chitarra;
- Alberto Rigoni - Basso;
- Daniele Liverani - Tastiere
- Dario Ciccioni - Batteria.

Tracklist: 

:
01. The forbidden city;
02. Taste the infinity;
03. Number One;
04. Everything;
05. One of us;
06. BTR;
07. Hide this feeling;
08. My future
09. Reaction
10. I am free

Twinspirits

The Forbidden City

Scrivere una recensione di un album come questo non è semplice, in primo luogo in quanto ci troviamo di fronte ad uno dei migliori dischi mai prodotti da un gruppo Italiano in ambito progressive metal, poi perchè se mi si consente un aspetto del tutto personale, devo essere grato a Daniele Liverani e Alberto Rigoni, rispettivamente tastierista e bassita del gruppo, i quali mi hanno permesso una full immersion nella loro musica, che è qualcosa di magniloquente, suonata in maniera pressochè perfetta. che ricorda in alcuni frangenti alcuni tra i nomi più importanti del genere, ma che trae soprattutto spunto da energie originali, da sforzi non indifferenti, volti a produrre della musica che non tramonti con il passare degli anni.
Detto di Daniele Liverani e Alberto Rigoni, non si può non citare il lavoro certosino alla chitarre di Tommy Ermolli, davvero un musicista con i fiocchi, come da lui ampiamente dimostrato nel suo recentissimo "Step Ahead" e della "macchina ritmica" Dario Ciccioni, tutto questo per quanto riguarda la parte strumentale naturalmente sempre fondamentale in un genere come questo.
Infine l'avere reclutato il talentuoso cantante svedese Goran Nystrom, rende se possibile il prodotto ancora più fruibile ai mercati esteri, soprattutto quello del Sol Levante dove il genere è piuttosto popolare.
E' chiaro che il vero motore del gruppo è sicuramente Daniele Liverani, che ha composto e prodotto tutti i brani del disco, un autentico musicista polivalente, che oltre ai Twinspirit, ha in piedi diversi progetti tutti di ottimo livello qualitativo (Khymera, Genius, Cosmics).
Liverani per questo album si è ispirato ad un concept basato sulla contrapposizione tra due caratteri, uno sicuramente più dominante ed uno molto più sobrio, umile,  propenso ad accettare anche le situazioni avverse che la vita pone nel corso del suo incedere, attraverso la riflessione. Tutte le canzoni del disco riflettono questo dualismo che trovano poi sbocco nella consapevolezza di quest'ultimo che può liberarsi finalmente dal giogo dell'oppressione, fatto questo dimostrato nella conclusiva "I am free".
A livello musicale il disco si muove all'interno di coordinate stilistiche ben definibili nell'ambito del progressive metal, ma bisogna notare, rispetto al primo album uscito due anni fa, una maggiore ricerca di sonorità a volte più pesanti, come ad esempio in "Number one" dove Nystrom si esibisce in un cantato che si avvicina molto allo screaming. Come contraltare va citata la dolcissima "Hide this feeling" brano reso ancora più suggestivo dall'alternanza della voce del singer con una voce femminile per arrivare ad un duetto che crea un tappeto sonoro dove gli strumenti hanno solo il compito di accarezzare le voci senza essere invadenti.
E' altresì chiaro che nei brani più lunghi emerge la notevole preparazione della band, a partire dall'iniziale title track "The forbidden city", ma va detto che tutti i brani nascondono al loro interno qualche piccola gemma che permette un ascolto quanto mai vario e che permetterà a chiunque ami il genere di riconoscere in alcune note passaggi che ricordano questo o quel gruppo, ma sempre nell'ottica di una visione Twinspirits, come accade ad esempio nella strumentale "BTR"
Nonostante l'album sia uscito lo scorso 11 settembre, la gestazione dello stesso parte dal 2005, quando Liverani iniziò a scrivere quella che poi sarebbe divantato il brano di apertura del disco. Altri brani furono poi realizzati a partire dal 2007, il tutto poi si è propratto fino a giorni nostri, proprio perchè il gruppo era alla ricerca di un nuovo vocalist che sostituisse il danese Soren Adamsen.
The forbidden city è in conclusione un disco che nei suoi 68 minuti di durata non incontra punti deboli, c'è solo da augurarsi che riservi ai nostri ragazzi quel successo che sicuramente meritano. Il gruppo sta programmando una tournèè che toccherà molti club del nostro paese, logico andarli a vedere.


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