Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
SB Productions
Anno: 
2001
Line-Up: 

- M.D.G. Nygård - voce
- Jussi Wickström - chitarra
- Georg Laakso - chitarra
- Tude Lehtonen - batteria
- Antti Ventola - tastiere
- Tino Ahola - basso


Tracklist: 


1. The Heart Of Turisas (04:35)
2. Til The Last Man Falls (05:26)
3. Those Were The Days (04:04)

Turisas

The Heart Of Turisas

In ambito musicale non sono necessarie decine di canzoni e centinaia di minuti per stupire. A volte molti gruppi si preoccupano di suonare pezzi interminabili o magari comporre album colossali. E’ il caso di molte band famose, che in tali opere hanno trovato gloria e fama, ma anche di altre, meno fortunate, che non sono riuscite a colpire nel segno, magari proprio per questo motivo. Sono invece lavori come questo che lasciano il segno ed aprono nuove strade verso il successo. I Turisas infatti, dopo l’uscita di The Heart Of Turisas, riceveranno l’attenzione dei media e di molte case discografiche. La band nasce in una cittadina finlandese nel 1997 e dopo solo un anno registra un demo autoprodotto che, a causa della pessima qualità del suono, non viene mai rilasciato. Molti sono quelli che oggi vorrebbero poterci mettere sopra le mani. Nel 1999 incidono un promo, contenente due tracce, e l’anno successivo registrano i tre pezzi che segneranno per sempre il loro destino. Il demo, sul quale si trovano le tre canzoni, viene pubblicato l’anno successivo dalla SB Productions.

La titletrack, “The Heart Of Turisas”, apre questo clamoroso lavoro. La song è il perfetto manifesto, il vero cuore dei Turisas, proprio come annuncia il titolo. Quello a cui ci si trova davanti è un mix interessantissimo di melodie Power, stacchi Folk, cantato Black, il tutto contornato da un’attitudine tipicamente Viking! Nel testo non c’è spazio per pietà o compassione, solo terrore e distruzione dal freddo nord, dall’oscura Scandinavia. Il pezzo si chiude con il rumore di spade e guerrieri durante una battaglia, giusto per spiegare, a chi non fosse ancora chiaro, gli intenti bellici del gruppo. Le tastiere giocano un ruolo importantissimo nel soun dei finnici, come dimostra “Til The Last Man Falls”. Meno trascinante della precedente ma comunque piacevolissima, la canzone è un continuo intreccio di tastiere e chitarre per un risultato finale apprezzabile. Ancora una volta nelle liriche si legge lo spirito vichingo che contraddistingue la band. L’ultima traccia è invece una cover. C’è poco da dire, “Those Were The Days” potrebbe benissimo essere la colonna sonora di un’allegra serata in birreria. In alto i boccali quindi, per brindare a melodie trascinanti ma in ogni caso aggressive, grazie soprattutto al cantato molto sporco e grezzo di Nygård.

Il lavoro finisce ed è già tempo di conclusioni. Questo demo non può dimostrare più di tanto, per via della sua durata, le qualità tecniche, serve piuttosto ad assaporare la proposta musicale della band. Le canzoni si dimostrano incisive e interessanti. Il merito di ciò va dato in gran parte alla capacità di unire sonorità così diverse tra loro. I Turisas lo fanno con grande stile e riescono così ad emergere dal nulla, crandosi un proprio nome.

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