Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Genere: 
Etichetta: 
Bitzcore Records
Anno: 
2003
Line-Up: 

- Hank Von Helvete (Hans Erik Dyvik Husby) - voce
- Euroboy (Knut Schreiner) - chitarra
- Rune Rebellion (Rune Grønn) - chitarra
- Pål Pot Pamparius (Pål Bottger Kjærnes) - tastiera, sassofono, percussioni
- Happy-Tom (Thomas Seltzer) - basso
- Chris Summers (Christer Engen) - batteria


Tracklist: 


1. The Blizzard of Flames
2. Wipe It 'til It Bleeds
3. Gimme Some
4. Turbonegro Must Be Destroyed
5. Sell Your Body (to the Night)
6. Remain Untamed
7. Train of Flesh
8. Fuck the World (F.T.W.)
9. Locked Down
10. I Want Everything
11. Drenched in Blood (D.I.B.)
12. Le Saboteur
13. Ride With Us

Turbonegro

Scandinavian Leather

Si sa, il tempo passa per tutti e, ahinoi, anche per i nostri carissimi Turbonegro è tempo di crescere. I primi peli sui loro lisci toraci erano già spuntati dal precedente Apocalypse Dudes, ma in realtà con questo Scandinavian Leather l’immagine è molto più chiara ed ormai lametta e rasioio sono irrinunciabili. Il punk grezzo degli esordi si sta pian piano tramutando, complice sicuramente una maggiore consapevolezza delle proprie capacità che si nota soprattutto grazie alla presenza di piacevoli arrangiamenti (nelle prime canzone era impossibile già solo immaginare un arrangiamento tra una strofa ed un ritornello mentre nella seconda parte di Train Of Flesh compare addirittura il pianoforte), ma anche grazie ad una compattezza sonora che li ha spinti, ormai a partire dal nuovo millennio, a solcare percorsi molto più rock-oriented.
Le radici non si disconoscono mai e l’ironia nei testi si presenta ancora in tutta la sua irriverenza (Turbonegro Must Be Destroyed) anche se gli ideali a sfondo porno-rock sono molto più sfumati che in passato (il titolo Ass Cobra la diceva lunga, ops forse “lungo” non è l’aggettivo adatto ma a loro piacerebbe!) ed una forte provocazione del ’96 come “In Norway punk-rockers go out with punk-rock girls or telephone hookers, unless...they go out with themselves and do homosexual activity” adesso è responsabilmente sostituita da una “Everybody, sell your body, to the night” (il pezzo più rock ‘n’ roll del lotto).

Musicalmente non mancano però i momenti piacevoli: Remain Untamed è davvero graffiante per il suo riff portante e groove per la sezione ritmica ed il suo ritornello non vuole tradire l’ideologia punk (“You can try to teach me…remain untamed”), e Locked Down è l’ennesima conferma del nuovo stile “american rock” della band mentre meglio tralasciare Drenched in Blood (D.I.B.) con i suoi echi a Blink 182 e soci. I primi pezzi dell’album si distinguono sicuramente risultando il fisiologico “allungamento” (ancora!) delle tracce targate anni ’90 con una chitarra sicuramente più decisa ed egocentrica. Le urla a cui eravamo abituati (praticamente gemiti) si tramutano in cori, l’headbanging sfrenato si tramuta in assoli, pur non perdendo un briciolo della rabbia di sempre (“We’re on a mission to destroy”): questi sono i TRBNGR del nuovo millennio, ma d’altra parte loro sono stati sempre così, “prendere o lasciare”.

Sicuramente più maturi (hanno messo all’angolo il loro amatissimo “deathpunk”) hanno realizzato un album che potrebbe piacere ad un pubblico nuovo senza però essersi venduti ma solo sviluppando in continuità il loro percorso musicale, fisiologicamente diverso dal loro punto di partenza. Già solo per questo va a loro un grosso merito.

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