Voto: 
6.6 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Marc Piras - voce, chitarra
- Hans Thellmann - chitarra, backing vocals
- Jan Wefers - basso
- Mark Bergmann - batteria

Tracklist: 

1. Kingdom Of Glory
2. Revelation
3. Victory
4. You Make Me Fly

Trust

The Battle Still Rages

The Battle Still Rages è il mini CD che segna il ritorno dei tedeschi Trust, i quali giungono al loro terzo lavoro che sposta il tiro verso un più quadrato heavy metal, dopo che in precedenza si erano fatti conoscere con Our Rock Forever e Dangerzone, lavori più indirizzati all'hard rock. Sembra funzionare a dovere il guitar-work delle due asce di Piras e Thellmann, che grazie ai loro riff duri e decisi, sorretti dalle ritmiche potenti ed incalzanti, danno vita a cavalcate heavy degne della miglior tradizione NWOBHM, mentre Piras, eccellente alla sei corde, non lo è altrettanto dietro il microfono dove invece mostra qualche limite.
La loro proposta si muove all'interno del "christian metal", cosa che facilmente si intuisce nelle tematiche trattate, come nella quadrata e rocciosa Revelation, che pur parlando di avvenimenti attuali come lo Tsunami o gli attacchi terroristici lo fa con riferimento al libro della Rivelazione della Bibbia. Dal punto di vista musicale la canzone non è affatto male, pur se troppo legata all'heavy ottantiano contiene buoni spunti, anche se nel complesso risulta inferiore all'opener Kingdom Of Glory, una bella cavalcata maideniana, in possesso di buone melodie e di un refrain grintoso e dal sapore epico, oltre che di riff diretti ed incisivi, di una sezione ritmica serrata e potente e di un notevole assolo, ma anche Victory è un buon pezzo heavy e potente, debitore della NWOBHM, sempre dal forte contenuto cristiano, ma dove maggiormente a galla vengono i limiti nel cantato di Piras, mentre a conclusione del mini del combo tedesco viene posta la lenta e particolare You Make Me Fly, un bel pezzo che sembra un po' muoversi a mezza strada tra l'hard rock e l'alternative rock degli anni '90, tanto da ricordare a tratti i Toadies, staccandosi un pò dal resto del disco, ed il cui unico limite è da rintracciare in liriche talvolta banali, benchè impegnate.
In fase compositiva questi tedeschi mostrano ottime doti, nonostante un sound fortemente debitore del classico heavy anni '80, infatti le quattro canzoni catturano facilmente l'attenzione dell'ascoltatore, ed anche sotto l'aspetto tecnico-esecutivo mostrano di cavarsela parecchio bene, mentre da migliorare è sicuramente il cantato, magari con l'ingresso di un nuovo singer, che oltretutto permetterebbe a Piras di concentrarsi esclusivamente alla chitarra, dove già adesso da ottimi risultati.

 

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